Benvenuto/a nel mio blog

Benvenuto nel blog

Questo blog non ha alcuna finalità di "lucro".
Viene aggiornato di frequente e arricchito sempre di nuovi contenuti, anche se non in forma periodica.
Sono certo che navigando al suo interno potrai trovare ciò che cerchi.
Al momento sono presenti oltre 1400 post e molti altri ne verranno aggiunti.
Ti ringrazio per aver visitato il mio blog e di condividere con me la voglia di conoscere uno dei più grandi intellettuali del trascorso secolo.

Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

giovedì 27 febbraio 2025

Pier Paolo Pasolini, Il fronte della città, Viaggio per Roma e dintorni - Vie nuove, 3 maggio 1958

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Nel 1958 Pier Paolo Pasolini conduce l’inchiesta sulle periferie di Roma dal titolo


 Viaggio per Roma e dintorni

suddivisa in tre articoli

1) Il fronte della città


2) I campi di concentramento


3) I tuguri


pubblicati su Vie Nuove nel mese di maggio.

( © Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )


Le abitazioni di Roma si dividono in tre categorie: 

1) abitazioni vere e proprie; 

2) baracche, grotte e cantine; 

3) alloggi collettivi (casermaggi, scuole): 

cosi afferma il censimento del 1951. Sono 11.000 i romani che vivono in « alloggi di seconda categoria »: grotte e cantine, baracche e tuguri e capanne, fatti di legno, di lamiera, di sassi e di cartone, costruiti a ridosso delle vecchie borgate, a fianco dei medi quartieri o tra le arcate ed i ruderi di mura romane. Le stesse « borgate » costruite venticinque anni fa per gli abitanti delle zone demolite per far posto alte mostruose costruzioni imperiali, sono ormai un vero agglomerato di malattie di squallore di miseria. I bambini vi sono condannati alla ignoranza ed alta malattia: a Pietralata soltanto 90 bambini sui 117 in età scolastica frequentano le elementari e solo 14 su 94 1'asilo. Su 583 persone, 131 pari al 22,47% sono ammalate. 

Il fronte della città

Cos'è Roma ? 

Qual è Roma ? 

Dove finisce e dove comincia Roma? 

Pier Paolo Pasolini, I campi di concentramento, Viaggio per Roma e dintorni - Vie nuove, 10 maggio 1958

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Nel 1958 Pier Paolo Pasolini conduce l’inchiesta sulle periferie di Roma dal titolo


 Viaggio per Roma e dintorni

suddivisa in tre articoli

1) Il fronte della città


2) I campi di concentramento


3) I tuguri


pubblicati su Vie Nuove nel mese di maggio.

( © Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )


 OGNI CITTA' italiana, anche nel Nord, ha, alla periferia, dietro gli ultimi orti, i suoi piccoli campi di concentramento per « miserabili » : sono per Io più capannoni, casermette, baracche. Ma in nessuna citta italiana il fatto presenta aspetti cosi impressionanti, complessi, direi grandiosi, come a Roma. La « borgata » è un fenomeno tipicamente romano, in quanto Roma fu capitale dello Stato fascista. E' vero, continuano a sorgere anche oggi delle « borgate ». Ma, per così dire, sono borgate « libere » : ammassi di casette a uno o due piani, senza tetto, per anni e anni senza infissi, e senza intonaco, biancheggianti di calce in fondo alle campagne semi-abbandonate — lussureggianti o fangose — come villaggi beduini. Le strade sono per lo più piste di fango o polverone: come a Rebibbia, ad esempio: dove un certo Graziosi ha venduto il terreno a lotti, facendo firmare ai lottizzatori (operai che si sarebbero poi costruiti da sè la casa) dei compromessi in cui essi accettavano di comprare col lotto anche la sede stradale, con l'assicurazione del tempestivo intervento comunale per la costruzione della strada. Alcuni lottizzatori accettarono, altri no, all'insaputa gli uni degli altri: sicchè la sede stradale, frazionata, è rimasta tale e quale: l'intera borgata ha per strade sentieri polverosi o rigagnoli, secondo le stagioni. 

Pier Paolo Pasolini, I tuguri, Viaggio per Roma e dintorni - Vie nuove, 24 maggio 1958

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Nel 1958 Pier Paolo Pasolini conduce l’inchiesta sulle periferie di Roma dal titolo


 Viaggio per Roma e dintorni

suddivisa in tre articoli

1) Il fronte della città


2) I campi di concentramento


3) I tuguri


pubblicati su Vie Nuove nel mese di maggio.

( © Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )

Uno dei più miseri agglomerati della Roma di periferia, il Mandrione, un budello, che si snoda tra un massiccio muraglione e un tratto di strada ferrata. A ridosso del muraglione sorgono i tuguri, piccoli, fetidi, simili a tanti oscuri e malsani canili, la visione panoramica del villaggio di tuguri dell'Acquedotto Felice. Sotto il cielo annuvolato il desolato paesaggio acquista un rilievo anche più drammatico, nè certo allieta la presenza di due bambini e di un povero cane randagio in cerca di rifiuti. 



I villaggi di tuguri si contano a decine, si acquattano tra gli squarci della città, si aggrappano ai muraglioni degli acquedotti, si stendono lungo gli argini di ferrovie e terrapieni. Queste tane d'uomini sono focolai di malattie, di miseria, spesso di violenza e di malavita, nei cui confronti l'unica misura che le autorità responsabili sono state capaci di adottare è quella della inutile repressione poliziesca : null'altro è stato mai fatto per risanare questa tragica piaga.

 


di Pier Paolo Pasolini 


IL TETTO di De Sica, Le notti di Cabiria di Fellini, i vari prodotti minori del neorealismo: non c'è nessuno in Italia che non abbia almeno una immagine vaga di cosa siano i tuguri della periferia di Roma. 
Ma siamo alle solite: la cultura italiana di questi dieci anni non è stata una cultura realmente realistica, se non forse nei generi specializzati, saggi e inchieste: tutti di fondo o d'ispirazione marxista. Soltanto indirettamente e mediatamente tale realismo è passato in prodotti artistici, films, romanzi o poesie. 

martedì 25 febbraio 2025

Il testo inedito dell'intervento di Pier Paolo Pasolini, al 1° congresso della federazione comunista di Pordenone ( 1 febbraio 1949 )

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

1 febbraio 1949: il primo congresso della Federazione di Pordenone. Alla presidenza, tra gli altri, ( Gino Beltrame, Mario Lizzero, Giaconao Pellegrini, Ameigo Clocchiatti, Arturo Colombi, e (il secondo da destra) Pier Paolo Pasolini (che era allora nel direttivo FGCI di Casarsa) 


Il testo inedito dell'intervento di Pier Paolo Pasolini
al 1° congresso della federazione comunista di Pordenone 
( 1 febbraio 1949 )

Rinascita
venerdi 4 settembre 1977
numero 43
pag.48
© Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )


Il 21 agosto 1945 Pier Paolo Pasolini scrive da Versuta una lunga lettera all'amico bolognese Luciano Serra. Vi racconta, nei particolari, la morte del fratello Guido in uno sventurato conflitto tra partigiani. Guido era stato iscritto al Partito d'azione. « Spinto da queste circostanze - leggiamo nella lettera - anch'io mi sono iscritto a questo partito». Ma non si trattava solo di una scelta affettiva, del bisogno di continuare la milizia politica di Guido. Più tardi, il 15 luglio 1961, nella rubrica che' teneva su Vie Nuove, rievocando con « lucidità critica » la morte del fratello ci parla delle proprie posizioni iniziali (« io allora non avevo ancora letto Marx, ed ero liberale con tendenza al Partito d'azione») ma per aggiungere, subito dopo, di vedere nelle posizioni « socialiste » (in senso lato e non di partito) assunte in seguito una continuità con le idee di Guido « è certo che oggi sarebbe stato al mio fianco». 

Fedeltà, dunque, in Pier Paolo Pasolini, a una scelta di collocazione, ideale e personale insieme, di cui fa prova tutta la sua vita; e che troverà anche una denominazione « formale » (ma non certo secondaria) nella sua breve partecipazione militante nelle file del PCI, della quale il documento che qui si pubblica è una testimonianza. 

Breve, questa partecipazione, non certo per sua volontà. Nell'ottobre 1949 egli fu espulso dalla Federazione comunista di Pordenone per indegnità morale », in seguito a una denunzia sporta contro di lui dai carabinieri. Il trauma fu certo profondo; e ne ritroveremo gli echi in molti degli scritti, letterari e giornalistici, di Pier Paolo Pasolini; non tale, tuttavia, da impedirgli di rimanere, sino alla line, dalla parte, del comunismo, e di mantenere costantemente, da una distanza più o meno ravvicinata, un dialogo continuo e appassionato con il Pci: « Non sono qui come radicale. Non sono qui come socialista, Non sono qui come progressista. Sono qui come marxista che vota per il Pci», dirà ancora nel suo ultimo scritto, l'intervento al congresso del partito radicale, letto a Firenze il 4 settembre 1975, due giorni dopo «il suo assassinio. 

Pier Paolo Pasolini, "I motti di Papa Giovanni" - Vie nuove, numero 46, 12 novembre 1964

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Roma 1968. Il gesuita Fantuzzi con Pasolini negli studi Rai di via Teulada durante il montaggio di “Appunti per un film sull’India”


Pier Paolo Pasolini
"I motti di Papa Giovanni"

Vie nuove

numero 46

12 novembre 1964 

pag. 49

© Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )


   Ho le valigie pronte (a proposito della morte), « II nostro eminentissimo Amleto (a proposito del futuro Paolo VI), due « motti di spirito » (è uscito un libriccino, intitolato « Fioretti di Papa Giovanni »: una raccolta, appunto di humour orale): credo che una partenza dai « motti di spirito » sia abbastanza giusta e lecita per capire Papa Giovanni. Non è qui la sede per un esame stilistico di quei motti: un esame specializzato, come lo avrebbe fatto un Auerbach, mettiamo (ricordavo proprio qui, sulla rubrica di « Vie Nuove» come Papa Giovanni, a Istanbul sia stato un frequentatore delle lezioni di Auerbach: anzi, pare che Auerbach abbia potuto raccogliere e consultare testi, in quella città d'esilio, durante la guerra, proprio con l'aiuto del nunzio Roncalli). 

lunedì 24 febbraio 2025

Pasolini, Marxismo e religiosità - Vie nuove, numero 47 del 30 novembre 1961

 "Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Vie nuove n. 47, 30 novembre 1961

 Pier Paolo Pasolini
Marxismo e religiosità 

Vie nuove

numero 47

30 novembre 1961 

pag.35

Egregio Pasolini, se mi permette, vorrei dare la mia risposta alla domanda posta da Lei all’operaio Siviero e al gruppo dei cremonesi. Perché bisogna parlare necessariamente di «moti della coscienza» e «tradimenti della propria classe sociale»? Non crede, Pasolini, che solo il fatto che Lei si ritenga educato borghesemente e traditore della Sua classe sociale sia un moto negativo della Sua coscienza? Mi perdoni se ho cominciato a rispondere domandando a mia volta, ma io ritengo che ad un dato punto della vita ogni essere umano abbia dei «moti»: chi abbraccia una fede diversa, chi un lavoro nuovo, ed anche chi uccide per cambiare il proprio stato sociale. 

Per questo molta gente soffre, e io credo alle Sue rinunce, ai Suoi sacrifici; ma secondo me non è, Le ripeto, una cosa positiva, penso che nasca semplicemente da una debolezza umana, dal bisogno di una bontà che non si è ancora trovata, dalla delusione… Non dall’educazione borghese sbagliata. Io credo, forse puerilmente, che al mondo esista un’unica classe sociale. 

Mi scusi se non sono d’accordo con Lei, anche se l’ammiro sinceramente per la Sua lotta nella vita. 

L. C. G. – Genova

sabato 22 febbraio 2025

Pier Paolo Pasolini, Il coraggio di vivere - Vie nuove numero 20, del 17 maggio 1962

 "Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
Il coraggio di vivere

Vie nuove 

numero 20

17 maggio 1962

pag.25

Caro Pasolini, ti scrivo perché mi sono fatta comunista, specifici fatti e una certa sofferenza interiore mi hanno fatto scivolare sull’unica risorsa di vita che mi rimaneva. 

Ti scrivo però soprattutto, per confidare a te, che hai così profondamente capito l’infelicità dei giovani, come poche ore fa io abbia superata l’idea di voler morire: e non è la prima volta. Non so dirti altro della mia vita, all’infuori delle mie poesie. Che valgano o no, sono la mia arma migliore. 

Ho ventidue anni. Mi chiamo Cosetta D. E., vivo a Bologna.

Avrei bisogno, sento fortemente il bisogno di studiare, per salvarmi, ma tutti mi sono contro: 1) perché sono una donna; 2) perché non ho mezzi, sono anzi molto povera. 

Come potrò salvarmi dal cadere all’asservimento di uno dei tanti che mi gironzolano intorno, vuoti di ideali, senza la speranza di una umanità migliore, di una società costruita diversamente? Uomini che affogano: fiumane di pettegolezzi, malvagità nidificata, soprusi morali, e sfruttamento, sempre e in ogni campo. 

Dove prendere il coraggio di vivere? O di partire, per cercare un avvenire migliore? Mi puoi aiutare?

Cosetta

venerdì 21 febbraio 2025

Pier Paolo Pasolini: "E poi io sono… «una forza del Passato»" - Vie nuove, numero 42, 18 ottobre 1962

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
"E poi io sono… 
«una forza del Passato»"

Vie nuove

numero 42

18 ottobre 1962

pag. 35

Caro Pasolini, mi permetta alcune domande a proposito di un fatto che ho notato nei suoi lavori cinematografici e che ha destato una certa sorpresa. Il fatto del ricorso, per quanto riguarda il commento musicale e – per Mamma Roma – i riferimenti pittorici (nel primo caso Bach, nel secondo Mantegna) ad autori del passato. Perché uno scrittore e regista tanto impegnato, come lei nel presente, sente il bisogno di inserire nelle sue opere questi richiami che sanno tanto di intellettualismo? Il suo giudizio sulla musica contemporanea è tanto negativo da indurla a rifiutarne l’esperienza e la collaborazione? Eppure, mi sembra che mai come nel suo caso una collaborazione con le altre forme espressive contemporanee dovrebbe riuscire particolarmente efficace. 

Grazie e cordiali saluti. 

Mario Liverani – Livorno

martedì 18 febbraio 2025

Pasolini - Non siamo complici - Vie nuove numero 42, del 18 ottobre 1962

 "Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pasolini - Non siamo complici

Vie nuove

numero 42

del 18 ottobre 1962

pag. 35

Caro Pasolini, ricomincia la stagione editoriale e, come negli anni scorsi, avremo nelle principali città italiane una serie di manifestazioni per la presentazione delle nuove opere letterarie. È di prammatica ormai che a queste riunioni siano presenti i maggiori protagonisti della nostra letteratura contemporanea: Moravia, ad esempio, Calvino, Bassani, Soldati ed anche lei, caro Pasolini. Tutti scrittori con interessi e temperamenti diversi, a volte opposti. E tuttavia, tranne casi eccezionali (ricordo soltanto la sua polemica con Cassola) un nuovo romanzo di Calvino sarà presentato e accolto entusiasticamente da Moravia, da Bassani e da Soldati; un nuovo libro di Soldati sarà osannato da Calvino, da Moravia e da Bassani, e via così invertendo l’ordine dei fattori ma sempre con lo stesso risultato. Com’è possibile questo? Non ha anche lei il sospetto, come l’ho io, che tutto ciò accada sotto gli auspici della industria culturale?

Antonio Delle Cese – Albano Laziale

In Italia ci sono degli archetipi – dolorosi, umilianti archetipi – a cui ci si riferisce per spiegarsi ogni fenomeno della nostra vita associata.

Come in ogni paese a carattere arcaico e depresso – tale è, economicamente, metà Italia, e, moralmente, l’altra metà – l’archetipo fondamentale è il «nucleo familiare». La famiglia come clan, come rifugio, come tana, come protezione dal caos e dal diluvio come grembo materno, come terapia ai traumi di una vita che è ancora quella della foresta.

Pasolini (Non rinuncerò mai a nulla per la reputazione) - Bernardino, fratello di Benedetto - Vie nuove n° 51, 28 dicembre 1961

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pasolini (Non rinuncerò mai a nulla per la reputazione)
Bernardino, fratello di Benedetto

Vie nuove
n° 51
28 dicembre 1961
pag. 27
 

Caro Pasolini, ho saputo delle sue ultime traversie, ho letto le cronache riportate dalla stampa, compreso il servizio di F. Calderoni sul rotocalco «Tempo», compresi i reportages tutti intrisi di insinuazioni e sottintesi dei giornali scandalistici, e alla fine io, che sono un suo sincero ammiratore, devo muoverle un rimprovero: la sua posizione auto-difensiva è inopportuna e inadeguata. Secondo me lei non avrebbe dovuto arroccarsi in difesa, e per giunta con un tono così rassegnato e dimesso. In questo modo l’impressione che ne è derivata è che lei si senta disarmato, quasi preda di un complesso di inferiorità. Il caustico e mordace Pasolini, che con quattro concise e serrate argomentazioni ti demolisce D’Annunzio, che con una indagine spietata (e calda di umanità) mette a nudo brutture e assurdità storiche, smaschera ipocrisia e conformismo, ondeggia e tentenna ora di fronte a un qualunque Bernardino, fratello di Benedetto? Anche le sue dichiarazioni parigine, pervase di spirito evangelico, non mi sono piaciute. Nell’intervista concessa al Calderoni lei si mostra perfino dubitoso se si tratti di un episodio da inquadrare nella campagna orchestrata contro di lei! Ma sicuro che lo è! Lei sa bene che è una delle persone più odiate in Italia, da certi gruppi di opinione: lei è odiato in primis da quegli scrittori falliti, che non possono rassegnarsi al suo successo; lei è odiato dalla passionalità bruta e irrazionale dei fascisti, dal grigiore servile dei cosiddetti benpensanti. Cerchi tra costoro i suoi persecutori e li inchiodi al muro: i mezzi non le mancano.