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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

martedì 4 marzo 2025

Pasolini: ora io mi sento un uomo antico, dirò anche un po' superato - Giovanni Di Giovanni intervista Pier Paolo Pasolini per Tempo del 24 ottobre 1970

 "Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
ora io mi sento un uomo antico, dirò anche un po' superato
e vivo il mio momento gaio

Giovanni Di Giovanni intervista Pier Paolo Pasolini

Tempo, numero 43

24 ottobre 1970 

pag. 86 e 87

( Questa trascrizione da cartaceo, è curata da Bruno Esposito )

Caserta, ottobre

Pasolini è un eretico e, in tempi di livellamenti culturali come quello in cui viviamo, l'arte può essere salvata soltanto da nuovi tipi di eresie. Naturalmente Pasolini è anche un nemico perché pensa diversamente da come, in base alla sua origine e alla sua funzione, ci si aspetterebbe che pensasse. E non ha importanza che abbia sempre opinioni giuste, quanto piuttosto che sia staccato dalle istituzioni e dall'ufficialità, nella fortuna e nell'insuccesso. In questo senso il suo Accattone (opera proposta quando un certo tipo di ricerca sociologica sul sottoproletariato urbano sembrava illanguidita) fu una sfida. E sembrò un controsenso, negli anni Sessanta, che un regista "impegnato" si occupasse in senso populistico di Cristo e degli Apostoli. Ma Pasolini non desidera essere utile a nessuno, se non a se stesso nella sua furia di prigioniero che usa la fantasia per liberarsi dalle incrostazioni delle abitudini e dai vincoli del luogo comune. 

Quindi, non deve sembrare una bizzarria l'ultima scelta del regista di "Porcile e di Medea" il quale, dopo nove film difficili, rigorosi, ambigui anche quanto bastava perché portassero le stimmate del loro autore, prende improvvisamente la scorciatoia del film di rievocazione storica, del film di affresco e mette in lavorazione il "Decamerone" di Boccaccio. Lo stesso autore ce lo conferma con una rigorosa argomentazione: 

<< Questa non è un'opera spuria, e non è esatto dire che non possa iscriversi nel solco dei mie consolidati interessi. Se si esaminano con attenzione le mie poesie, i miei libri, i miei film, si vedrà che, sia pure con incertezze e cedimenti comprensibili, io ho continuato a fare un discorso preciso, anticonvenzionale, di rottura con l'establishment culturale italiano. >>

Pasolini a Mosca, come inviato speciale di Vie nuove, al VI Festival Internazionale della Gioventù e degli Studenti -

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini a Mosca
come inviato speciale di Vie nuove
al VI Festival Internazionale della Gioventù e degli Studenti

Via nove numero 32

10 agosto 1957

( © Trascrizione integrale da cartaceo, curata da Bruno Esposito )


Mosca, agosto

dal nostro inviato Pier Paolo Pasolini 

Festa di paese per trentamila 

FINISCE il Baltico. L'aeroplano gira su Riga che è un 'enorme distesa di sobborghi di fabbriche, su una specie di canale o fiordo. Atterrato, corre a lungo su un prato, dove, sotto il bel solicello, dei contadini stanno raccogliendo il fieno. Davanti alia stazione dell'aeroporto sono ad aspettarci. E' il primo saluto dell'URSS. Tre ragazze di cui una in costume, in fila tra le aiuole: hanno rose rosse in mano. Una  donna anziana, in divisa, dal sorriso confortevole delle hostess, fa gli onori di casa. Con noi dal bimotore, è sceso un gruppo di giovanetti islandesi che vanno al Festival. Sono suonatori. Ascoltano il discorsetto di un tipo comparso anche lui tra le aiuole, sotto il bel sole. Tutti siamo gratificati di fiori. La cosa è semplice e gentile, Anche perchè avviene nell'aria dell'ultime Thule. Ma dietro quelle tre povere ragazze, respira già, seppure con fiato leggero, il nuovo mondo. Cosi nell'Hotel dell'aeroporto di Riga, i primi sapori della Russia: caviale rosso, idromele, sciroppo di ciliegie.  Tutto è estremamente delicato. La Russia, sotto l'aeroplano da Riga a Mosca, è un deserto. Non una casa. Temporali, schiarite, sole; e non una casa sotto l'aeroplano che se ne va tranquillo.