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lunedì 21 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini: «Crisi», con la C maiuscola - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini: «Crisi», con la C maiuscola

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 

Pier Paolo Pasolini: l’arte è un fatto storico - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

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Pier Paolo Pasolini: l’arte è un fatto storico

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 


Durante una conversazione,  un mio amico m’ha detto che il poeta o lo scrittore è sempre partitico, cioè legato ad una particolare concezione del mondo e ad un certo gruppo sociale, il che si estrinsecherebbe nel contenuto delle sue opere, nella maniera di interpretare la realtà. Cioè lo scrittore non sarebbe mai obiettivo. Lei non crede che invece lo scrittore dovrebbe restare fuori dai contrasti ideologici e sociali?

 Attilio Blasetti – Palermo

Caro Pasolini, Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma... - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

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Caro Pasolini
Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma...

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 


Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma se prima non avrò capito i motivi, la necessità e il senso della abdicazione alla lingua che mostrano le Sue opere in prosa e soprattutto l’ultima. Perché – mi chiedo – se Lei vuole rappresentare la vita «vera» di certe (larghe e fondamentali) zone della società italiana, deve necessariamente adoperare il loro peggiore linguaggio? Soltanto perché è il più vero? Certo in Una vita violenta ci sono addentellati interessantissimi di una nuova «lingua scritta», ma restano
adombrati dal prevalente uso di quel linguaggio «particolare». 

Pier Paolo Pasolini: Per quel che riguarda il futuro sono molto pessimista - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

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Pier Paolo Pasolini
Per quel che riguarda il futuro sono molto pessimista

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 



In una recente trasmissione televisiva, il tema era quello dell’impegno degli intellettuali francesi nella vita politica e sociale. Da questa premessa – e trascuro la tendenziosità della trasmissione – si giungeva alla prevalente conclusione che l’impegno si dispiegava a favore della Democrazia cristiana (Mauriac) e di De Gaulle (Malraux). La questione cui ti chiedo risposta è questa: se questo impegno è avvertito – ed in quale misura – dagli intellettuali italiani. 

S. T. – Livorno