"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Temi arcaici
nel teatro di Pasolini
di Fabien S. Gerard
Già in “Teatro contemporaneo”, Rivista quadrimestrale di studi sul teatro contemporaneo diretta da Mario Verdone,
Anno III n. 7, giugno-settembre 1984
e
(Ringrazio Fabien S. Gerard per la cortese concessione alla pubblicazione in queste pagine)
PARTE PRIMA
Andrò a pregare sulla tomba del mio povero padre.
Non l'ho dimenticato, egli è ora nei miei sogni,
e nei miei sogni mi parla con parole di grazia.
Oreste (Pilade)
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Davetti Vitaliano - Teatro stabile Torino |
Anche se rapido, uno sguardo sul corpus teatrale di Pier Paolo Pasolini offre l'opportunità di una riflessione originale sul ruolo di questa irreprimibile «forza del Passato» che, da capo a capo, sottende l'opera proteiforme dello scrittore-cineasta. Forza del Passato in senso largo, s'intende, che fondendo in modo magmatico i rinvii all'antichità classica con quelli al terzo mondo o alla millenaria civiltà contadina, partecipa di questo poetico concetto di «barbarie», così congeniale a Pasolini, sulla definizione del quale abbiamo già avuto occasione di soffermarci in altra sede [1]. Ma forza del Passato in senso arcaico, innanzitutto, nella misura in cui l'amore «solo nella tradizione», ossessivamente rivendicato dal poeta, definisce con precisione l'attaccamento crescente di Pasolini all'insieme dei valori culturali delle comunità preindustriali - o semmai paleoindustriali -, che assume ben presto l'aspetto di un'autentica sfida ideologica nei confronti del potere «infernale» del Neocapitalismo e del consumismo trionfante che, di quei valori, intende oggi liberarsi [2].