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lunedì 24 marzo 2025

Pier Paolo Pasolini, Questo è veramente il film che volevo fare - Ed è la cosa più perfetta che ho fatto.

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



“Tutto è bene quando è eccessivo.”

Il vescovo in apertura del film


Pier Paolo Pasolini
Questo è veramente il film che volevo fare.
Ed è la cosa più perfetta che ho fatto.


Io penso che, prima, non si debba mai, in nessun caso, temere la strumentalizzazione da parte del potere e della sua cultura. Bisogna comportarsi come se questa eventualità pericolosa non esistesse. Ciò che conta è anzitutto la sincerità e la necessità di ciò che si deve dire. Non bisogna tradirla in nessun modo, e tanto meno tacendo diplomaticamente, per partito preso.

Ma penso anche che, dopo, bisogna saper rendersi conto di quanto si è stati strumentalizzati, eventualmente, dal potere integrante. E allora se la propria sincerità o necessità sono state asservite e manipolate, io penso che si debba avere addirittura il coraggio di abiurarvi.

Io abiuro dalla Trilogia della vita, benché non mi penta di averla fatta. Non posso infatti negare la sincerità e la necessità che mi hanno spinto alla rappresentazione dei corpi e del loro simbolo culminante, il sesso.

Pier Paolo Pasolini, 10 giugno, "Io sono una forza del passato" - le poesie di Mamma Roma

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

© Immagine di Divo Cavicchioli


Pier Paolo Pasolini, 10 giugno, 
"Io sono una forza del passato"

le poesie di Mamma Roma 


       Un solo rudere, sogno di un arco,

       di una volta romana o romanica,

       in un prato dove schiumeggia un sole

       il cui calore è calmo come un mare,

       e, del mare, ha il sapore di sale,

       il mistero splendente: lì ridotto,

       sulla schiuma del mare della luce,

       il rudere è solo: liturgia

       e uso, ora profondamente estinti,

       vivono nel suo stile – e nel sole –

       per chi ne comprenda presenza e poesia.

       Fai pochi passi, e sei sull’Appia

       o sulla Tuscolana: lì tutto è vita,

       per tutti. Anzi, meglio è complice

       di quella vita chi non ne sa stile

       e storia. I suoi significati

       si scambiano nella sordida pace

       indifferenza e violenza. Migliaia,

       migliaia di persone, Pulcinella

       d’una modernità di fuoco, nel sole

       il cui significato è anch’esso in atto,

       si incrociano pullulando scure

       sugli accecanti marciapiedi, contro

       l’Ina-Case sprofondate nel cielo.

Pasolini, (Ermes tra Musi e Porzùs) UNA LETTERA AL DIRETTORE DEL «MATTINO DEL POPOLO» - 8 febbraio 1948

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini, (Ermes tra Musi e Porzùs) 

UNA LETTERA AL DIRETTORE DEL  «MATTINO DEL POPOLO»

8 febbraio 1948


 Egregio Signor Direttore,


 sono passati tre anni dal giorno dell’eccidio di Porzùs, ma ancora io non so affrontare quella «difficoltà d’infinito» che protegge la vita di mio fratello Guido e il suo volontario sacrificio, dalle nostre disordinate interpretazioni. Certo «interpretare» Porzùs è ancora, dopo tre anni, un’operazione delicata, quasi intempestiva: due partiti, sullo sfondo di uno sconvolto cielo di confine, si contendono la competenza richiesta per estrarre dalle tremende cronache del ’44-’45 quei fatti e assumerli su un

  accomodante piano di storia o di leggenda. Possiamo ammettere che Bolla fosse forse un caso «in fieri» di nazionalismo e il suo rifiuto di fondere le forze osovane con quelle garibaldino-slave presenti qualche incrinatura, qualche vizio d’origine; ciò che però non possiamo ammettere, per appoggiare l’interpretazione democristiana, è che si debba trasferire tutto l’episodio senza limitazioni su un piano di patriottismo in funzione anti-slava e anti-comunista.