Benvenuto/a nel mio blog

Benvenuto nel blog

Questo blog non ha alcuna finalità di "lucro".
Viene aggiornato di frequente e arricchito sempre di nuovi contenuti, anche se non in forma periodica.
Sono certo che navigando al suo interno potrai trovare ciò che cerchi.
Al momento sono presenti oltre 1500 post e molti altri ne verranno aggiunti.
Ti ringrazio per aver visitato il mio blog e di condividere con me la voglia di conoscere uno dei più grandi intellettuali del trascorso secolo.

giovedì 5 giugno 2025

Pasolini, Le confessioni di un Poeta (Trascrizione) - Di Fernaldo Di Giammatteo - Produzione: R.T.S.I., Radiotelevisione Svizzera Italiana del 23 febbraio 1967

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Pasolini
Le confessioni di un Poeta
(Trascrizione)

Di Fernaldo Di Giammatteo
Produzione: R.T.S.I. 
Radiotelevisione Svizzera Italiana 
del 23 febbraio 1967 

( © Questa trascrizione, dal sonoro del video, è stata curata con molta pazienza da Bruno Esposito )

Essendo la trascrizione dal sonoro a tratti, noiosa ( vai avanti e ritorna indietro continuamente), chiedo scusa per eventuali piccoli refusi e piccole, quanto insignificanti, mancanze (termini che non ho compreso bene e che ho preferito non trascrivere). 


Leggenda delle sigle:

F. D.G. - Fernaldo Di Giammatteo - Intervistatore 

P.P.P. - Pier Paolo Pasolini - Intervistato

S.C.P. - Susanna Colussi Pasolini - Madre di P.P.Pasolini


F. D.G. - Ha scritto due romanzi, volumi di poesia, ha diretto alcuni film noti in tutto il mondo, è stato esaltato e aggredito con un accanimento incredibile, ma chi sia davvero, nessuno ha mai tentato di scoprirlo. Ha avuto per maestro il teorico e l'uomo d'azione più importante nella storia del comunismo italiano, Antonio Gramsci. A Gramsci ha dedicato nel 1954 un poema che è insieme una confessione e un gesto di rivolta. 



P.P.P. - 

Lo scandalo del contraddirmi,
dell'essere
con te e contro te; con te nel core,
in luce, contro te nelle buie viscere;
 
del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore
 
degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
 
la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza: è la forza originaria
 
dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più
 
io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...
 
Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
 
ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
 
dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la
storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
 
ma a che serve la luce?

F.D.G. - Le cenere di Gramsci si intitola questa poesia, la tomba dell'uomo politico, morto al confino durante il fascismo, è al cimitero degli inglesi a Roma, nel quartiere popolare del Testaccio. Qui, sotto un colle di detriti c'è il mattatoio comunale, venuto a Roma dal nord nei primi anni del dopoguerra Pier Paolo Pasolini poeta e romanziere si formò in questa periferia rumorosa, ammucchiata accanto alle rive del Tevere, dove il fiume sta per uscire dalla città, come i poveri povero, imparò qui ad amare i diseredati, la loro allegria naturale e irragionevole, più che la loro lotta e la loro storia. Mucchi di case, mucchi di gente, i diseredati in cinque a dormire in una stanza e quelli che già sono un gradino più su, usciti appena dal buio della miseria, in questa periferia, in queste case prigione, qui Pasolini cominciò allora oscuramente a sentirsi un traditore. Un'altra Roma vede ora Pier Paolo Pasolini, la Roma lustra e solenne del nuovo quartiere dell'euro, dove il fascismo lasciò il segno di una civiltà di cartapesta, è la tipica Roma dei ricchi di oggi, dove il passato incompiuto si impasta con il futuro, la chiesa di San Pietro e Paolo, tonda, goffa e imperiale, nasconde piccoli edifici eleganti, dove non giungono rumori proletari, dove non arriva nemmeno il frastuono del caotico traffico romano, qui vive, appartato, il poeta delle ceneri di Gramsci, vive in una grande casa accogliente, protetto dall'amore di una piccola donna di 60 anni, sua madre.