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venerdì 12 settembre 2025

Ideologia e politica nell'Italia che cambia - Intervento di Pier Paolo Pasolini, al festival dell'Unità, del 7 settembre 1974 - Rinascita, numero 38, 27 settembre 1974, pag. 20 e pag. 21

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Ideologia e politica nell'Italia che cambia
Intervento di Pier Paolo Pasolini
al festival dell'Unità
del 7 settembre 1974

Rinascita

numero 38

27 settembre 1974

pag. 20 e pag. 21

( © Questa trascrizione da cartaceo è stata curata da Bruno Esposito )


Per approfondire:


Pubblichiamo il resoconto della tavola rotonda svoltasi il 7 settembre a Milano, nel quadro del Festival provinciale dell'Unità. La discussione ha toccato uno dei temi più scottanti della ricerca in atto tra le forze democratiche e gli intellettuali avanzati del nostro paese: la caduta di vecchi valori, con la conseguente drammaticità della crisi anche ideale che investe certi strati della popolazione, ma insieme la crescita di potenzialità nuove nella società e nella cultura. Mezzi di comunicazione di massa e cultura popolare.

 Al dibattito partecipano: Roberto Guiducci, Renato Guttuso, Giorgio Napolitano e Pier Paolo Pasolini. 

Di seguito l'intervento di Pier Paolo Pasolini:  

Vorrete scusare qualche mia imprecisione o incertezza terminologica. La materia - si è premesso non è letteraria, e disgrazia o fortuna vuole che io sia un letterato, e che perciò non possegga soprattutto linguisticamente i termini per trattarla. E ancora una premessa: ciò che dirò non è frutto di un'esperienza politica nel senso specifico, e per così dire professionale della parola, ma di un'esperienza che direi quasi esistenziale.

giovedì 11 settembre 2025

Intervista a Pier Paolo Pasolini su marxismo e religione - Gideon Bachmann, Neue Zürcher Zeitung, 20 agosto 1965, pag. 21

 "Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Intervista a Pier Paolo Pasolini su 
marxismo e religione

Gideon Bachmann

Neue Zürcher Zeitung

20 agosto 1965

pag. 21

( © Questa traduzione da cartaceo è stata curata da Bruno Esposito )


Il film di Pier Paolo Pasolini "II Vangelo secondo Matteo" è attualmente in programmazione al cinema Scala di Zurigo. Un anno dopo la sua prima proiezione alla Biennale di Venezia, il film arriva ora a Zurigo. Pier Paolo Pasolini, poeta e romanziere, che si dedica al cinema da diversi anni, è politicamente impegnato per un socialismo di estrema sinistra. Il suo film su Gesù, basato sul Vangelo di Matteo, è artisticamente il risultato di un processo cinematografico che, fin dall'inizio, ha combinato realismo sociale e simbolismo poetico sacro. Pasolini percepisce Gesù come sacro, sebbene non nella tradizione dell'Apocalisse, e ce lo presenta come una figura sociale rivoluzionaria di rilevanza contemporanea. Pasolini ha dedicato "II Vangelo secondo Matteo" a Papa Giovanni XXIII. Il film è stato discusso ovunque sia stato proiettato; attorno ad esso si sono formate opinioni contrastanti. I socialisti atei e ideologicamente rigidi lo hanno rifiutato; la Chiesa cattolica lo ha onorato con la sua giuria cinematografica ufficiale. In questa pagina vorremmo innanzitutto presentare, con le parole dello stesso Pasolini , come egli interpreta la sua opera, sulla base di una conversazione con il critico cinematografico americano (non marxista) Gideon Bachmann. 


La carriera di Pasolini 


Pasolini nacque a Bologna nel 1922. Suo padre proveniva da una famiglia anziana ma povera di Ravenna, ricoprì la carica di tenente di fanteria come ufficiale di carriera e morì nel 1959. Sentiva di aver sprecato la sua vita in questa carriera, e Pasolini dice di lui che la carriera militare che scelse quando si ritrovò bloccato in Libia senza soldi lo costrinse a un conformismo che fondamentalmente non gli si addiceva. Per questo motivo, ripose tutte le sue speranze nel futuro letterario del figlio, poco dopo che questi iniziò a scrivere le sue prime poesie all'età di sette anni. 

Il primo volume di poesie di Pasolini, pubblicato nel 1942 e intitolato "Poesie a Casarsa", fu dedicato al padre, che all'epoca era internato in un campo di prigionia in Kenya. Il fratello di Pasolini, Guido, fu ucciso come partigiano. Dopo che Pasolini conseguì il dottorato presso la Facoltà di Filosofia dell'Università di Bologna, la famiglia si stabilì a Roma, dove trovò lavoro come insegnante in una scuola privata nella periferia di Ciampino. Era il 1949. 

mercoledì 3 settembre 2025

Pier Paolo Pasolini, IL TEATRO: UN RITO CULTURALE - Estratto da intervista RAI, Sbobinamento, 1968

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
IL TEATRO: UN RITO CULTURALE

Roma, 1968. 
Estratto da intervista RAI. 
Sbobinamento. 
Titolo redazionale.

( © Questo post è stato realizzato da Bruno Esposito )

(I versi da Pilade sono detti da Pasolini con varianti rispetto alla relativa pubblicazione in Affabulazione. Pilade Milano, Garzanti, 1977)

Io ho odiato per tutta la mia vita il teatro, perché sono vissuto in Italia e il teatro italiano non è bello, per tante ragioni che forse sarebbe lungo elencare qui. Quindi non ho mai amato il teatro, anzi, il mio non-more (...) è diventato una specie di odio. Senonché, due anni fa, ho avuto una malattia, un'ulcera, che m'ha costretto a letto un mese. Alla fine di questo mese è cominciata la convalescenza. E i primi tre giorni in cui ho potuto prendere la penna in mano e scrivere qualcosa, non so nemmeno io il perché, ho scritto una specie di tragedia, o di dialogo tragico, in tre quattro episodi. Forse perché a letto, mentre ero malato, ho riletto tutti i tragici greci, molto probabilmente per questo. Infatti lo schema del mio teatro è preso dallo schema greco. E da allora, come in una specie di raptus che non mi è mai più capitato in vita mia, ho scritto addirittura sei opere teatrali in versi.

domenica 24 agosto 2025

I ragazzi de "La notte brava", intervista con Pier Paolo Pasolini - Vie nuove, numero 36, 12 settembre 1959, da pag. 26 a pag. 29

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I ragazzi de "La notte brava"
intervista con Pier Paolo Pasolini

Vie nuove

numero 36

12 settembre 1959

da pag. 26 a pag. 29

 ( © trascrizione da cartaceo curata da Bruno Esposito ) 


DOVE SONO I "PERICOLI PER LA SOCIETA' "

A Pier Paolo Pasolini, ideatore e sceneggiatore del film « La notte brava », che il regista Bolognini ha portato a termine in questi giorni, abbiamo rivolto alcune domande sul significato della vicenda, sul carattere dei personaggi e sulla realizzazione del film. Pubblichiamo anche, nelle pagine seguenti, la sceneggiatura di una delle sequenze iniziali.

 



D. -
Il film «La notte brava» è molto importante per te ? 

P.P.P. -  «La notte brava» è il primo film veramente mio. Ho lavorato spesso per il cinema, e nel mio lavoro ho sempre messo qualcosa di mio (anche, mettiamo, in « Marisa la civetta », che è passato come un filmetto volgare, mentre, invece, nella sua estrema esilità, era un elegante prodotto epigono del neorealismo). «La notte brava» è il primo film che ho interamente ideato, scritto e sceneggiato da solo. 

D. - La storia narrata nel film è nata subito, nelle tue intenzioni, come soggetto cinematografico o come racconto dal quale, per caso, è stato tratto un film? 

P.P.P. -  I produttori Cervi e Jacovoni mi hanno chiesto un film di ambiente romano. Ci ho pensato un po' e poi ho capito che l'avevo già in mente da tempo: sia in « Ragazzi di vita » che in « Una vita violenta », c'era già la storia di una notte: una notte ideale, dilatata, violentata. Lo schema dunque era pronto: rientrava nel mio sistema stilistico. Anche il motivo della ricerca della grana, era un motivo mio. Mi ci è voluto poco, dunque: non si trattava che di raccogliere e organizzare degli elementi già fermentati e maturi in me.

domenica 13 luglio 2025

Incontro con l'autore Pier Paolo Pasolini, "Una vita violenta" (Premio Crotone 1959) - Noi Donne, 29 novembre 1959, pag. 5

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Incontro con l'autore Pier Paolo Pasolini
"Una vita violenta" 
(Premio Crotone 1959)

Noi Donne

29 novembre 1959

pag. 5 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


D. — Che ne pensa del Premio Crotone? 

R. — Non conosco, tanto da poter giudicarli, tutti gli altri premi. Ne conosco alcuni. Da questi il premio Crotone si differenzia anzitutto perchè è organizzato dalla giunta municipale di un comune socialista del meridione: gli altri premi hanno un pubblico o indifferente o interessato solo al lato mondano della faccenda: il premio Crotone ha un pubblico generoso e partecipe, che si sente «dentro » la cosa. La platea del teatro Ariston di Crotone, dove avviene la premiazione, è uno fra gli spettacoli del genere più seri e commoventi a cui si possa assistere. Inoltre devo aggiungere che la giuria è particolarmente appassionata, disinteressata, oltre che ad altissimo livello letterario. 

D. — Quali impressioni ha riportato dagli incontri con i suoi lettori? 

R. — E' molto difficile leggere: di buoni lettori, in Italia, c'è grande penuria: li potrei contare quasi sulle dita delle mie mani, che io sappia. Non è detto che i protagonisti, in quanto protagonisti più o meno diretti del mio libro, siano necessariamente dei buoni lettori. Anzi, a dire il vero, non lo sono. E, da parte loro, ho sentito solo delle pure esclamazioni come «Sei forte, a Pa'! » (mi chiamano Paolo), o «Gajardo!», di solito con facce molto ridenti e divertite. Questo per quel che riguarda gli incontri e i giudizi casuali, a Torpignattara o alla Borgata Gordiani, a Trastevere o a Tiburtino. Ho avuto un solo «incontro » ufficiale : alla Garbatella, nella sezione del Partito comunista. E' stato molto interessante : abbiamo discusso fino a mezzanotte, e quando abbiamo finito tutti eravamo convinti che non fossero più delle dieci. Ma, alla sezione, c'erano dei giovani preparati, o studenti o dirigenti del partito : erano quindi dei miei protagonisti solo molto indirettamente, solo in quanto possibili testimoni. 

Pasolini intervistato da Aldo Onorati - rivista italo-americana Virgola, 1960

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Pasolini intervistato da Aldo Onorati

rivista italo-americana Virgola

1960

A. O. − Chiediamo dopo i primi convenevoli – lei ha cominciato subito a scrivere per l’editore Garzanti o esistono altri suoi scritti a cura di altri editori?

P.P.P. − Sì, esistono, pubblicate da Sansone, le Poesie Friulane, uscite in edizioncine fuori commercio; a cura di Guanda è stato poi pubblicato anche un volume di critica.

A. O. − Da giovane si è dedicato di più alla poesia? Quali sono stati nei primi anni i suoi autori preferiti?

sabato 5 luglio 2025

Intervista a Pasolini, Sade 1944 - Il cinema in forma di poesia, a cura di Luciano De Giusti, Pordenone, Edizioni cinemazero, 1979, pp. 172–177

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Intervista a Pasolini
Sade 1944
Il cinema in forma di poesia
a cura di Luciano De Giusti

Pordenone, Edizioni Cinemazero, 1979

pp. 172–177


Momenti della conferenza-stampa sul set di Salò o le 120 giornate di Sodoma, il giorno prima della fine delle riprese.


Pasolini. … Nella scenografia di Salò, i lustrini, tutto ben lucidato, i mobili, una raccolta di quadri preziosi: è venuta fuori una crosta di perbenismo borghese che è prevalsa sulle intenzioni che avevo. E poi la coreografia nazi-fascista: quattro bandiere, due candelabri… Senza volerlo, queste cose hanno assunto una grande importanza visiva, credo.

Domanda. Lei dice che è prevalsa sulle intenzioni che aveva. Quali erano le intenzioni iniziali?

Pasolini. Le intenzioni erano queste, ma credevo che fossero degli elementi poco importanti nel film: invece piano piano, a forza di accumularsi scena per scena, sono diventati degli elementi prevalenti, almeno dal punto di vista visivo, e quindi visionario, e dunque, penso, sostanziale.

Domanda. Il discorso centrale politico è un discorso sull’anarchia del potere: possiamo parlarne più ampiamente?

sabato 28 giugno 2025

Il Boccaccio di Pasolini senza << messaggi >> - Bavid Grieco, intervista Pier Paolo Pasolini - L'Unità del 23 settembre 1970, pag.9

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Il Boccaccio di Pasolini senza << messaggi >>
Bavid Grieco, intervista Pier Paolo Pasolini sul set del Decamerone

L'Unità del 23 settembre 1970

pag.9

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Nostro servizio

Caserta 22

<< Ve lo dico subito a scanso di equivoci in questo film non ci sono attori è tutta gente presa dallo stracciarolo >>

<< e tu allora che cosa sei? >>

<< Io n'attore?  Me voi offenne che so n'attore io? >>

(cosi ha esordito il simpatico Ninetto Davoli alla vista del curioso giornalista arrivato chissà come sul set dell' ultimo film di Pier Paolo Pasolini, II Decamerone. A dir la verità, c'era proprio da chiedersi come fare per raggiungere la troupe impegnata in un fantastico quanto remoto paesino. Si tratta di Caserta vecchia,  una cittadina medioevale arroccata sul cocuzzolo di collina abbastanza alta sopra l'altra Caserta, ed è qui che è stato dato il primo giro di manovella al Decamerone. Uno dei soliti grandi problemi del Sud.

venerdì 27 giugno 2025

Pier Paolo Pasolini, La morale delle favole - Antonio Bertini intervista Pasolini sul set di Uccellacci e uccellini - Vie nuove, 25 novembre 1965 , pag. 49 e 50

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
La morale delle favole
 Antonio Bertini intervista Pasolini sul set di Uccellacci e uccellini

Vie nuove, 25 novembre 1965

 pag. 49 e 50

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )



<< Al mondo tutti gli uomini sono concorrenti... L'ho detta una schifezza! >> E Totò scuote la testa. 

Si ricomincia. 

<<Motore>>, <<Partito>>  risponde il fonico. 

Si ode un lungo trillo di campanello. Totò riprende a dire la battuta. Ma ha come una improvvisa amnesia e si interrompe. 

<<Eppure la so>> piagnucola. 

Nel teatro numero 8 degli stabilimenti De Paolis si gira in questi giorni l'ultimo film del poeta-regista Pier Paolo Pasolini. 

Tra gli autori nuovi rivelatisi in campo cinematografico dopo il 

1960 è certamente uno dei più originali e interessanti. Il suo esordio avvenne clamorosamente con Accattone, un film ricco di poesia e di umanità, in cui la parabola vitale di un giovane sottoproletario romano acquistava una dolorosa dimensione tragica. Poi venne Mamma Roma, scritto per Anna Magnani. Recentemente l'attrice ha dichiarato: 

<<Non capisco... Pasolini ha scritto il film per me, ma considera gli attori solo come strumenti da usare o materia da plasmare>>. 

venerdì 13 giugno 2025

Pier Paolo Pasolini, Il sesso come metafora del potere - (autointervista) Corriere della Sera, 25 marzo 1975

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Pier Paolo Pasolini
Il sesso come metafora del potere
(autointervista)

Corriere della Sera

25 marzo 1975

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Il regista, che ha incominciato a girare «Salò o le 120 giornate di Sodoma chiarisce l'intento della sua opera dove quattro «potenti» strumentalizzano alcune vittime in un continuo confronto dialettico, che è fisico oltre che economico, tra chi detiene il comando e chi invece è asservito - La scelta degli attori... 

Pochi giorni or sono abbiamo registrato su queste colonne l'inizio delle riprese, a Mantova, del nuovo film di Pier Paolo Pasolini << Salò o le centoventi giornate di Sodoma >>. Ora l'autore stesso ha voluto scrivere per il << Corriere >> dal << set >> dove lavora, questo articolo in forma di << auto-intervista >>, per chiarire il significato e i propositi della sua nuova opera che, come è noto, trasferisce i personaggi del racconto di De Sade all'epoca della Repubblica di Salo. 


D. - Questo film ha dei precedenti nella sua opera?

R. - Sì. Le ricordo Porcile. Le ricordo anche Orgia, un’opera teatrale di cui ho curato io stesso la regia (a Torino, nel ’68). L’avevo pensata nel 1965, e scritta tra il ’65 e il ’68 come del resto Porcile, che era anch’esso un’opera teatrale. Originariamente doveva essere un’opera teatrale anche Teorema (uscito nel ’68). De Sade c’entrava attraverso il teatro della «crudeltà», Artaud, e, per quanto sembri strano, anche attraverso Brecht, autore che fino a quel momento avevo poco amato, e per cui ho avuto un improvviso, anche se non travolgente amore appunto in quegli anni antecedenti alla contestazione. Non sono contento né di Porcile né di Orgia: lo straniamento e il distacco non fanno per me, come del resto la «crudeltà».

giovedì 12 giugno 2025

Pasolini, “Vivo per la letteratura, l’eros e il calcio” - L’INTERVISTA A PIER PAOLO PASOLINI, 1971

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Eretico e Corsaro



 “Vivo per la letteratura, l’eros e il calcio”
 L’INTERVISTA A PIER PAOLO PASOLINI

di Enzo Biagi

  

 Era il 1971 e sullo “scrittore corsaro” infuriavano le polemiche. Enzo Biagi intervistò Pier Paolo Pasolini in tv e ne nacque un battibecco: “Non posso dire tutto quello che voglio neppure qui perché sarei accusato di vilipendio del codice fascista italiano”

 Nel 1971 mentre dirigevo il Resto del Carlino feci un programma che si chiamava: Terza B: facciamo l’appello, dove alcuni personaggi, a loro insaputa, incontravano ex compagni di scuola, amici dell’adolescenza, i timidi amori. Il protagonista di una serata fu Pier Paolo Pasolini. In quel periodo si parlava molto di lui, era appena uscito il suo ultimo film Decameron, che era stato premiato al Festival di Berlino con l’Orso d’argento, e aveva suscitato molte polemiche. Insieme a lui vennero in studio alcuni compagni di classe del liceo Galvani di Bologna del 1938: feci vedere la foto di classe e chiesi al poeta chi dei ragazzi presenti gli sarebbe piaciuto rivedere. Mi rispose: “Parini, perché era il mio più caro amico, il mio compagno di banco. Era uno degli amici più cari. È morto in Russia e per tanti anni ho sognato il suo ritorno”.

giovedì 5 giugno 2025

Pasolini, Le confessioni di un Poeta (Trascrizione) - Di Fernaldo Di Giammatteo - Produzione: R.T.S.I., Radiotelevisione Svizzera Italiana del 23 febbraio 1967

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Eretico e Corsaro

Pasolini
Le confessioni di un Poeta
(Trascrizione)

Di Fernaldo Di Giammatteo
Produzione: R.T.S.I. 
Radiotelevisione Svizzera Italiana 
del 23 febbraio 1967 

( © Questa trascrizione, dal sonoro del video, è stata curata con molta pazienza da Bruno Esposito )

Essendo la trascrizione dal sonoro a tratti, noiosa ( vai avanti e ritorna indietro continuamente), chiedo scusa per eventuali piccoli refusi e piccole, quanto insignificanti, mancanze (termini che non ho compreso bene e che ho preferito non trascrivere). 


Leggenda delle sigle:

F. D.G. - Fernaldo Di Giammatteo - Intervistatore 

P.P.P. - Pier Paolo Pasolini - Intervistato

S.C.P. - Susanna Colussi Pasolini - Madre di P.P.Pasolini


F. D.G. - Ha scritto due romanzi, volumi di poesia, ha diretto alcuni film noti in tutto il mondo, è stato esaltato e aggredito con un accanimento incredibile, ma chi sia davvero, nessuno ha mai tentato di scoprirlo. Ha avuto per maestro il teorico e l'uomo d'azione più importante nella storia del comunismo italiano, Antonio Gramsci. A Gramsci ha dedicato nel 1954 un poema che è insieme una confessione e un gesto di rivolta. 



P.P.P. - 

Lo scandalo del contraddirmi,
dell'essere
con te e contro te; con te nel core,
in luce, contro te nelle buie viscere;
 
del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore
 
degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
 
la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza: è la forza originaria
 
dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più
 
io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...
 
Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
 
ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
 
dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la
storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
 
ma a che serve la luce?

F.D.G. - Le cenere di Gramsci si intitola questa poesia, la tomba dell'uomo politico, morto al confino durante il fascismo, è al cimitero degli inglesi a Roma, nel quartiere popolare del Testaccio. Qui, sotto un colle di detriti c'è il mattatoio comunale, venuto a Roma dal nord nei primi anni del dopoguerra Pier Paolo Pasolini poeta e romanziere si formò in questa periferia rumorosa, ammucchiata accanto alle rive del Tevere, dove il fiume sta per uscire dalla città, come i poveri povero, imparò qui ad amare i diseredati, la loro allegria naturale e irragionevole, più che la loro lotta e la loro storia. Mucchi di case, mucchi di gente, i diseredati in cinque a dormire in una stanza e quelli che già sono un gradino più su, usciti appena dal buio della miseria, in questa periferia, in queste case prigione, qui Pasolini cominciò allora oscuramente a sentirsi un traditore. Un'altra Roma vede ora Pier Paolo Pasolini, la Roma lustra e solenne del nuovo quartiere dell'euro, dove il fascismo lasciò il segno di una civiltà di cartapesta, è la tipica Roma dei ricchi di oggi, dove il passato incompiuto si impasta con il futuro, la chiesa di San Pietro e Paolo, tonda, goffa e imperiale, nasconde piccoli edifici eleganti, dove non giungono rumori proletari, dove non arriva nemmeno il frastuono del caotico traffico romano, qui vive, appartato, il poeta delle ceneri di Gramsci, vive in una grande casa accogliente, protetto dall'amore di una piccola donna di 60 anni, sua madre. 

giovedì 29 maggio 2025

Pier Paolo Pasolini, Il fascino del Juke-box, intervista a cura di Gianfranco Calligarich - Vie nuove, 8 ottobre 1964, pag. 14

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
Il fascino del Juke-box


QUEL CHE PENSO DELLA CANZONE 
Intervista a cura di Gianfranco Calligarich 

Vie nuove
8 ottobre 1964
pag. 14

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Potrebbe interessarti anche: Canzoni scritte da Pier Paolo Pasolini


QUEL CHE PENSO DELLA CANZONE 

Gianfranco Calligarich chiede la propria opinione a Moravia, Blasetti, Fratini, Pasolini, Ziveri, Monachesi, Ottieri, Pirro, Eco sulla canzone italiana. Ovviamente, a noi interessa quella di Pasolini. 


Il fascino del juke-box 


Pier Paolo Pasolini, nonostante abbia sempre scritto o filmato storie di giovani non si è mai servito delle canzoni come elemento descrittivo preferendo affidarsi alla grande tradizione musicale classica. Delle canzoni però apprezza il valore evocativo. 

venerdì 16 maggio 2025

Colloquio con Pasolini: Una visione del mondo epico-religiosa: "prima parte" - Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964, da pag.12 a pag.41

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Eretico e Corsaro

Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964 

Colloquio con Pasolini
Una visione del mondo epico-religiosa

prima parte

Bianco e Nero
numero 6
giugno 1964
da pag.12 a pag.41
 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )



Questa conversazione ha avuto luogo, sotto la direzione del dott. Leonardo Fioravanti, in un'aula del Centro Sperimentale di Cinematografia il 9 marzo 1964. Trascriviamo fedelmente, salvo gli inevitabili adattamenti di forma, dalla registrazione su nastro magnetico. Ha redatto il testo Lodoletta Lupo.

Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964

La trascrizione sotto, è stata fedelmente ripresa dal  numero 6, del giugno 1964, di Bianco e Nero. ( Già nei Meridiani Mondadori, a cura di Walter Siti - Pasolini per Il cinema ). 




D. (LEONARDO FIORAVANTI)
: Cercheremo, nel corso della conversazione di dilatare i temi della discussione perché dalle molteplici esperienze di Pasolini come autore, scrittore, poeta, cineasta, potremo avere delle illuminazioni più vaste di quelle ché si possono invece trarre da un artista che abbia svolto la sua attività soltanto nel campo della realizzazione cinematografica.

Pasolini con i suoi film ha sollevato molte polemiche; queste polemiche si sono appuntate a volle sul contenuto, a volte sulla struttura drammatica, a volte ancora sulla evoluzione dei personaggi, i quali sono apparsi questo punto i pareri sono stati davvero contrastanti ad alcuni del tutto privi di ogni contenuto morale, ad altri invece ricchi di un anelito morale Che li riscatta da ogni bassezza. Devo anche dire che i film di Pasolini hanno suscitato molte perplessità in certi paesi stranieri, fra cui debbo annoverare anche l'Unione Sovietica. Ricordo infatti che durante il convegno promosso dall'Associazione Italia-URSS a Roma, nell'ottobre del 1963, quando il discorso cadde sulle nuove correnti del cinema italiano (e naturalmente non poteva non essere ricordato Pasolini), il regista Ciuèrai, che nella generazione nuova del cinema sovietico appare come una forza di rinnovamento
e quasi d'avanguardia, espresse un giudizio piuttosto negativo sui di Pasolini ed in particolare su Accattone, affermando che il mondo pasoliniano non lo interessava trattandosi più di una esercitazione intellettualistica che di una realtà vissuta o sentita. Naturalmente non è che noi chiediamo a Pasolini di dirci una parola a questo riguardo, ma l'argomento potrebbe essere forse
motivo di discussione nel corso del nostro incontro.

Colloquio con Pasolini: Una visione del mondo epico-religiosa: "seconda parte" - Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964, da pag.12 a pag.41

"Le pagine corsare " 
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Eretico e Corsaro

Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964 

Colloquio con Pasolini
Una visione del mondo epico-religiosa

seconda parte

Bianco e Nero
numero 6
giugno 1964
da pag.12 a pag.41
 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )






Colloquio con Pasolini
Una visione del mondo epico-religiosa

seconda parte

Bianco e Nero
numero 6
giugno 1964
da pag.12 a pag.41 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Questa conversazione ha avuto luogo, sotto la direzione del dott. Leonardo Fioravanti, in un'aula del Centro Sperimentale di Cinematografia il 9 marzo 1964. Trascriviamo fedelmente, salvo gli inevitabili adattamenti di forma, dalla registrazione su nastro magnetico. Ha redatto il testo Lodoletta Lupo.

Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964

La trascrizione sotto, è stata fedelmente ripresa dal  numero 6, del giugno 1964, di Bianco e Nero. ( Già nei Meridiani Mondadori, a cura di Walter Siti - Pasolini per Il cinema ). 


D. (ANTONIETTA FIORITO, 2° anno recitazione): Nei suoi film lei ha usato attori non professionisti, tranne Anna Magnani in Mamma Roma. Ora io vorrei sapere quali sono i motivi che l' banno indotta a scegliere attori non professionisti, quali sono i criteri che lei ha usato nella scelta di questi attori e a quali problemi si è trovato di fronte nel dirigere questi attori. 


R. : Se devo rispondere a voi che vi accingete ad essere dei professionisti, debbo farlo con sincerità. lo ho una specie di idiosincrasia per gli attori professionisti. Non ho però, sia ben chiaro, una prevenzione totale e ciò perché non voglio mai sottoporre la mia attività a delle regole precise, a delle coazioni. Questo mai. Io infatti non soltanto ho usato Anna