"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Lungo le rive dell'Eufrate
Tempo, 3 magggio 1969
pag. 12
( Questo scritto di Pasolini, fa parte della rubrica Il Caos - ma nel volume dedicato ai dialoghi ( Il Caos), non lo troverete)
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
Il cittadino ubbidiente - per cui la Mecca è a Sud Ovest... - meno male. - vedo dell'azzurro verso Raqqua. - Ah, russi. aristocratici, anzi, carismatici. - Come i cavalieri, laggiù, al loro Krak, - i cui scheletri disorientati, - te cui afflitte, introvertite ossa... - siete invisibili: presenze manifestate dalle opere, - (militari, per essere precisi). - Ma restiamo alle ossa. - Dove sono sparite? - Il grande pomeriggio che domina le erosioni bianche - lo sa, ma non lo dice. La vecchiezza è tanta, - tutto è cosi consumato! - Non si può dire che i siriani - provino per voi un grande attaccamento: - ma i militari si, loro. Teste rapate come oltre il Sauro. - Hanno una sola idea, in quelle teste innocenti, - e molto appetito. E' finito l'incubo agricolo, - e si mangia. Si mangia a Homs - si mangia a Aleppo. - Sono stati lavati, tosati, vestiti, calzati: - e ora il padre con le mammelle li guarda, bravi figlioli - che si sono liberati dai sacrifici umani e dalla siccità, - e, inebetiti da tale "catastrofe spirituale", - se ne vanno nudi sotto i panni militari, come vermi, - come bambini. Non puoi accennare un sorriso - che subito ti sorridono di rimando, fino a ridere abbracciandoti. - Breznev e Kossighin, loro non sorridono certo, capirai. - Vere e proprie cratofanie, non