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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

sabato 27 dicembre 2014

Processo a Ragazzi di Vita - Pier Paolo Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pittrice Valeria Di Blasio

Processo a Ragazzi di Vita


Il 21 luglio del 1955 la presidenza del Consiglio dei ministri invia alla procura della repubblica, ufficio stampa di Milano, la seguente segnalazione: 

"Per gli eventuali procedimenti di competenza, si segnala l'acclusa pubblicazione Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini, editore Aldo Garzanti, Milano. Nella pubblicazione si riscontra carattere pornografico. Il capo del servizio." 

Processo Ragazzi di vita

21.07.55
Processo Ragazzi di vita. Segnalazione della presidenza del consiglio dei ministri al procuratore della repubblica di Milano per contenuto pornografico.

20.10.55 
Processo Ragazzi di vita. Inizio delle indagini preliminari da parte della procura di Milano.

04.01.56 
Processo Ragazzi di vita. Notifica del decreto di citazione a giudizio direttissimo davanti al tribunale di Milano per l'udienza del 18.01.56.

18.01.56 
Processo Ragazzi di vita. I udienza davanti al tribunale di Milano. Rinvio a nuovo ruolo.

27.01.56 
Processo Ragazzi di vita . Notifica del decreto di citazione a giudizio dle 18.04.56 (tribunale di Milano)

18.04.56 
Processo Ragazzi di vita. II udienza davanti al tribunale di Milano.

04.05.56
Processo Ragazzi di vita. III udienza. Rinvio a nuovo ruolo.

04.07.56 
Processo Ragazzi di vita. IV udienza e sentenza.

Il processo contro Ragazzi di vita terminerà con una sentenza di assoluzione con "formula piena", grazie anche alla testimonianza di Carlo Bo che aveva dichiarato essere il libro ricco di valori religiosi "perché spinge alla pietà verso i poveri e i diseredati" e che non contiene nulla di osceno perché "i dialoghi sono dialoghi di ragazzi e l'autore ha sentito la necessità di rappresentarli così come in realtà".


Deposizione di Pasolini del 4 luglio 1956 

Pier Paolo Pasolini:

Io non ho inteso fare un romanzo nel senso classico della parola, ho voluto soltanto scrivere un libro. Il libro è una testimonianza della vita da me vissuta per due anni in un rione a Roma. Ho voluto fare un documentario. La parlata in dialetto romanesco riportata nel romanzo è stata un'esigenza stilistica. Quando antropomorfizzo la cagna ho voluto dire che molte volte i ragazzi purtroppo conducono la vita come animali. Nel titolo Ragazzi di vita ho inteso dire ragazzi di malavita. Nel descrivere i tre ragazzi che fanno il bisogno materiale ho voluto richiamare quel pretesto che ogni ragazzo sorpreso a rubare negli orti mette in ballo, e cioè era andato solo per un bisogno. Nei dialoghi riportati ragiono con la stessa mentalità dei ragazzi che sono i protagonisti del romanzo; anche nei discorsi indiretti, pur essendo io a parlare, cerco di pensare con la mentalità dei ragazzi e riporto in modo indiretto le battute dei ragazzi. Intendevo proprio presentare con perfetto verismo una delle zone più desolate di Roma. 


Dichiarazione scritta di Giuseppe Ungaretti ai giudici

Ho letto Ragazzi di vita, e stimo sia uno dei migliori libri di prosa narrativa apparsi in questi anni in Italia. Questa mia convinzione l'ho dimostrata sostenendo il romanzo prima per il Premio Strega, poi per il Premio Viareggio, promuovendo da parte di Letture Critiche, società che presiedo, un pubblico dibattito sul romanzo stesso. La discussione, diretta dal prof. Schiaffini, si concluse con la generale ammissione che si trattava di un libro casto. 
Le parole messe in bocca a quei ragazzi, sono le parole che sono soliti a usare e sarebbe stato, mi pare, offendere la verità, farli parlare come cicisbei. D'altra parte è libero compito del romanziere rappresentare la realtà com'è. Non si può chiedere a uno scrittore che abbia coscienza dei suoi doveri di fare come lo struzzo o peggio di fare l'ipocrita davanti a piaghe sociali tanto più esigenti una denunzia in quanto sono ragazzi e bimbi ad esserne le vittime più gravemente colpite. 
Pasolini non solo ha sentito con raro impeto dell'animo questo dovere, ma ha anche avuto il merito di sollevare sempre la sua narrazione ad un alto grado di poesia. 
Pier Paolo Pasolini è lo scrittore più dotato che oggi possediamo in Italia. Ogni sua attività: romanzo, critica, erudizione, poesia, è prova di un impegno estremamente serio ed offre risultati che onorerebbero chiunque.

(Da AA.VV., Cronaca giudiziaria: persecuzione e morte, Garzanti, Milano.)




Curatore, Bruno Esposito

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