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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

giovedì 13 febbraio 2014

L'oriente di Pasolini nelle immagini di Roberto Villa, da Bologna a Toronto.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Yemen - Taizz - Suk



In una lettera al produttore Franco Rossellini del 1970 (1), Pier Paolo Pasolini illustrò il progetto di un film tratto dal Decameron di Boccaccio, sottolineando che intendeva realizzare un film ?di almeno tre ore?, da girarsi non solo a Napoli, ma anche in Sicilia, in Arabia (?Barberia?), a Parigi, nell‟Italia meridionale, nella Loira, nel deserto e sul mare. Da quella lettera emerge che, dopo i film ?per élite? quali Teorema (1968), Porcile (1969), Medea (1969), per non parlare di Appunti per un’Orestiade africana (1970) che aveva appena concluso ma che rimarrà inedito fino al 1975 ? Pasolini voleva affrontare un registro nuovo e cimentarsi con una narrazione di grande respiro, come indicano i numerosi set che aveva previsto. È un progetto che si impose su quello più rischioso del San Paolo (in preparazione dal 1968) e che forse (è un‟illazione) nacque anche come „risposta‟ pasoliniana al successo internazionale del Fellini Satyricon (un film che, a differenza di altre opere felliniane, Pasolini non aveva amato). Ossia la sfida di misurarsi con il personale adattamento di un classico letterario, usufruendo di mezzi produttivi più ricchi rispetto al passato (presto a Rossellini si affiancherà la potente PEA di Alberto Grimaldi, produttore del Fellini Satyricon, che finanzierà anche gli ultimi quattro film di Pasolini). Quando scriveva la lettera a Rossellini, Pasolini non aveva ancora pensato al Decameron come al primo film di una trilogia. È significativo che nella lettera non accenni nemmeno di sfuggita a quello che sarà il motivo dominante dell‟ispirazione del film in preparazione (come dei due successivi): l‟esaltazione della corporalità e dell‟eros popolare in epoche lontane (e più repressive, in apparenza, rispetto all‟Italia del 1970-71), come un fantasma del passato da rievocare contro il presente. Forse preferiva sottintenderlo, oppure non si era ancora precisato questo elemento della sua ispirazione e prevaleva il desiderio di un „affresco‟ per rievocare ?tutto il mondo, tra il medioevo e l‟epoca borghese? (che si può tradurre: ?il mondo italiano ed europeo prima dell‟epoca borghese?).
Ma Pasolini dovrà presto rinunciare alle dimensioni narrative previste per Il Decameron. Dopo aver girato, montato ma poi tagliato un unico episodio girato nello Yemen, a Sana‟a, Alibech, rinuncerà a qualsiasi ambientazione diversa da quella napoletana. Come racconta egli stesso(2), fu proprio durante le riprese di Alibech che, innamoratosi di Sana‟a e della sua forma, ebbe l‟idea di un film tratto dalle Mille e una notte e poi di una trilogia che avrebbe definito "della vita". L‟idea di un film „magico‟ si legò quindi subito all‟immagine di una città „di sogno‟ quale era Sana‟a, ossia una città antica che esprimeva un senso dell‟armonia fra paesaggio e urbanesimo che la modernità stava cancellando brutalmente. Pasolini rilesse Le mille e una notte (che conosceva fin dalla giovinezza) nell‟edizione curata dal grande arabista Francesco Gabrieli (I Millenni, Einaudi 1948) e nell‟estate del 1972 lavorò freneticamente con Dacia Maraini alla stesura della sceneggiatura. Il coinvolgimento della Maraini non era casuale, perché Pasolini aveva deciso di assegnare un ruolo essenziale ad alcuni personaggi femminili e le affidò appunto i dialoghi che li riguardavano (riservandosi, naturalmente, di rivederli per la versione definitiva). Le oltre trecento pagine della sceneggiatura furono scritte in soli quindici giorni. Le fiabe a cui attinse erano Storia di Ali Shar e della schiava Zumurrud, Storia di Azíz e Aziza, Storia dei re Shariyàr e Shahzamàn, Storia del facchino e delle ragazze, Storia di Harún ar-Rashíd e di Zobeida, Storia di Abu Nuwàs e di Harún ar-Rashíd, Harún ar-Rashíd e le due schiave, Harún ar-Rashíd e le tre schiave, Storia del re Omar an-Numàn, Storia dell’amante e dell’amato: Tagi al-Mulúk e Dúnya.

1. Pier Paolo Pasolini, Lettere 1955-1975, a cura di Nico Naldini, Einaudi, Torino 1988, pp. 670-671.
2. Si veda in questo libro l‟articolo di Giulia Massari, L’idea delle Mille e una notte, "Il Mondo", n. 22, 31 maggio 1973


di Roberto Chiesi

Tratta dal volume pubblicato in occasione della mostra L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte nelle fotografie di Roberto Villa 26 maggio - 7 ottobre 2011, Sala Espositiva Cineteca di Bologna a cura di Roberto Chiesi
© 2011 Edizioni Cineteca di Bologna via Riva di Reno 72 40122 Bologna

Tutto il materiale, per gentile concessione di Roberto Villa.



Il gruppo di scatti che Roberto Villa ha donato alla Cineteca di Bologna, è uno straordinario documento sul lavoro di Pasolini in Oriente.




L’ORIENTE DI PASOLINI

IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE 
nelle fotografie di ROBERTO VILLA
sala espositiva della Cineteca di Bologna, dal 26 maggio al 7 ottobre 2011
Per l'occasione viene anche pubblicato un volume a cura di Roberto Chiesi.




“Che Le mille e una notte siano opera esotica e fiabesca è un luogo comune che io contesto. C‟è del magico, è vero, ma non è quello che conta. Conta invece, soprattutto, il realismo. Sotto la crosta stereotipa, sotto la finta mancanza di interesse psicologico vive sempre, in quasi tutti i racconti, la realtà storica precisa, interamente connotata. Basta ricordare, per esempio, gli elenchi delle vivande di ogni pasto descritto. Menù ricostruiti fino alla pignoleria, elencazioni di oggetti e di ambienti nei minimi dettagli, capaci di restituire intero il senso esistenziale della vita quotidiana.

Tratto da: 
Intervista di Francesco Perego, 
“Tempo illustrato”, 11 marzo 1973
Articolo contenuto anche nel volume pubblicato in occasione della mostra 
L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte 
nelle fotografie di Roberto Villa 
26 maggio - 7 ottobre 2011 

a cura di Roberto Chiesi



Trentacinque persone, macchine, i mille oggetti che servono a una troupe cinematografica, i costumi che Danilo Donati ha disegnato per le Mille e una notte, e cioè lunghi e larghi vestiti, larghe e lunghe sciarpe che poi saranno integrati con antiche vesti prestate dal museo di Sana‟a e con qualche povero straccio ottenuto nei villaggi più sperduti, vincendo la grandissima diffidenza, come si trattasse di strapparsi un pezzo di carne, di uomini e donne arabi nemmeno attratti da un po‟ di denaro, i bagagli di ognuna di quelle trentacinque persone, vestite dapprincipio in maniera occidentale, poi sempre più semplificando, fino a un paio di calzoni con una camiciola, tutt‟al più un cappelluccio di paglia per ripararsi dal sole: per due mesi e mezzo, su e giù per la rossa montagna eritrea, attraverso lo Yemen del Nord e lo Yemen del Sud, miseria e meraviglie architettoniche, infine la Persia, Esfahan e la sua periferia come Milano, con la tabe del turismo. Con tutti i mezzi, aereo, jeep, cammello, cavallo. Presso Massaua, la troupe di Pier Paolo Pasolini ha fatto otto chilometri a piedi, in salita, col caldo, per raggiungere un villaggetto su una collina...

Tratto da: 
Giulia Massari
“Il Mondo”, 31 maggio 1973
Articolo contenuto anche nel volume pubblicato in occasione della mostra 
L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte 
nelle fotografie di Roberto Villa 
26 maggio - 7 ottobre 2011 

a cura di Roberto Chiesi




Anche a Tallinn, il Grande Fotografo Italiano, il Maestro Roberto Villa, nella più importante Galleria di Tallinn "Design and Architecture Gallery", esporrà 80 foto, cioè la centesima parte di quel formidabile lavoro, su "Il fiore delle mille e una notte", realizzato nel 1973, "in giro per il medio oriente" in cento giorni di lavoro con il grande regista e letterato, PierPaolo Pasolini.


Le tappe dell'evento


- Il Museo Galleria - Spagna - Fundación Luis Seoane - "A Coruna"

- Il Centro Studi Pasolini - Cineteca di Bologna - la più importante cineteca Europea

- L'Istituto Italiano di Cultura - Brasile - MSI - Museu de Imagem e do Som de Sao Paulo

- il Centro Studi Pasolini - Casarsa della Delizia

- L'Istituto Italiano di Cultura - USA - New York - MoMA - NY

- L'Istituto Italiano di Cultura - UK - Londra

- L'Istituto Italiano di Cultura il Consolato e l' Ambasciata di Buenos Aires

- La Cinemateca e Galleria - Buenos Aires - Cinemateca Argentina e Fotogalería San Martin

- L'Istituto Italiano di Cultura - USA - il Consolato di Los Angeles

- L'Ambasciata e l' Istituto Italiano di Cultura - Estonia - Tallin - Galleria "Design and Architecture Gallery"





Per ritrovare i luoghi e i popoli „reali‟ di Le mille e una notte, la troupe di Pasolini percorrerà in due mesi Asia e Africa [...]. Un itinerario di diecimila chilometri e più, attraverso paesaggi rimasti vergini nei secoli. Per trovarli tutti, a Pasolini non sarebbe bastato un anno di sopralluoghi. Ma per la maggior parte gli erano già noti, per esserci stato durante altri film, o in vacanza, 
o in viaggi di ricerca e di curiosità. Di questi luoghi, tutti lontani dalle piste turistiche, parliamo a casa sua, in una porzione di pomeriggio rubata ai frettolosi preparativi per la partenza imminente, nel silenzioso soggiorno dell‟appartamento che il regista abita all‟Eur. Una casa da letterato più che da artista, con pile di libri pericolosamente in bilico su ogni superficie orizzontale ma per il resto mobili sobri tirati a specchio e, unico oggetto che ricorda l‟Oriente, un elefante di legno dipinto su ruote. “Un giocattolo per bambini, ma solo per bambini ricchi”, dice. […] Quando parla siede immobile, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il pugno della mano destra nel palmo della sinistra, un minuscolo anello d‟oro con una pietra blu al mignolo. La sua voce è sempre uguale, precisa come un compasso. 

Tratto da: 
Intervista di Francesco Perego, 
“Tempo illustrato”, 11 marzo 1973
Articolo contenuto anche nel volume pubblicato in occasione della mostra 
L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte 
nelle fotografie di Roberto Villa 
26 maggio - 7 ottobre 2011 

a cura di Roberto Chiesi



Prossima tappa a Toronto

Abbiamo bisogno delle menti più vivaci
e brillanti per fare CULTURA.

Mentre per ora il gruppo Servico opera nei confini europei c'è chi va oltre. Ecco la Cultura Italiana Rappresentata in Canada anche a Toronto, dopo Sao Paulo - Brazil, Buenos Aires - Argentina, MoMa - New York, Los Angels -Hollywood- California, aCoruna - Spagna, Tallinn - Estonia, etc, il prossimo Marzo dove l' autore delle foto del "Il Fiore delle mille e una notte" è stato invitato dall'Ambasciata di Ottawa, il Consolato di Toronto, l' Istituto italiano di Toronto ed il TIFF Cinematheque (Toronto International Film Festival) per esporre 70 grandi stampe del suo lavoro, realizzato nel 1973, ed a presentare il film, localizzato "Arabian Nights" in occasione della proiezione 40 anni dopo la presentazione a Venezia nel 1974.

Roberto Villa per ERETICO & CORSARO

Le immagini per gentile concessione di Roberto Villa


La mostra, dal 12 marzo al 26 aprile 2014
Presso l'istituto Italiano di Cultura, 496 Huron St, Toronto
Aperta dal Lun. al Ven.: 10:00 - 13:00, 14:00 - 17:00
Roberto Villa sarà presente alla mostra  "Lunedi 24 marzo alle ore 18:30".
Ingresso libero


 

Tutto il materiale utilizzato, per gentile concessione di Roberto Villa, per solo uso culturale.
 
"Spero, possa essere usato per promuovere il Grande Uomo di Cultura che è stato in tutti i settori che ha toccato."
Roberto Villa


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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