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sabato 5 aprile 2025

Pasolini, Sono contro l'aborto - Corriere della sera, 15 gennaio 1975

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini
Sono contro l'aborto

Corriere della sera

15 gennaio 1975       

( In Scritti corsari con il titolo: "19 gennaio 1975. Il coito, l'aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti")


 Vedi anche:



 Io sono per gli otto referendum del partito radicale, e sarei disposto a una campagna anche immediata in loro favore. Condivido col partito radicale l'ansia della ratificazione, l'ansia cioè del dar corpo formale a realtà esistenti: che è il primo principio della democrazia.

   Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell'aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano - cosa comune a tutti gli uomini - io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente. Mi limito a dir questo, perché, a proposito dell'aborto, ho cose più urgenti da dire. Che la vita sia sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo.

   La prima cosa che vorrei invece dire è questa: a proposito dell'aborto, è il primo, e l'unico, caso in cui i radicali e tutti gli abortisti democratici più puri e rigorosi, si appellano alla Realpolitik e quindi ricorrono alla prevaricazione «cinica» dei dati di fatto e del buon senso.

   Se essi si sono posti sempre, anzitutto, e magari idealmente (com'è giusto), il problema di quali siano i «principi reali» da difendere, questa volta non l'hanno fatto.

Dopo Firenze - Lo schieramento dei partiti sul problema dell’aborto - Epoca, 25 gennaio 1975

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

DOPO FIRENZE  

Lo schieramento dei partiti sul problema dell’aborto 

Epoca

numero 1268

25 gennaio 1975

da pag.20 e pag. 21

( © Questa trascrizione da cartaceo, anche un po faticosa, è stata curata da Bruno Esposito )

Quest'articolo di Sandra Bonsanti - tra l'altro citato anche da Walter Siti, in Pasolini saggi sulla politica e sulla società, Meridiani Mondadori -, viene inserito nel mio blog, Le pagine corsare, dedicato al pensiero, vita e opere di  Pier Paolo Pasolini, per introdurre una serie di altri post, sulla polemica scaturita da un articolo di Pier Paolo Pasolini, apparso sulle colonne del Corriere della sera, il 15 gennaio del 1975, dal titolo "Sono contro l'aborto".

Man Mano che il materiale da me raccolto, si trasformerà in post (presto), i link verranno aggiunti a questa pagina.  

Buona lettura.


Il primo post, lo trovi al link sotto:


PSI: « Entro quest’anno il Parlamento è in grado di approvare la legalizzazione »

DC: « L’attuale legge può e deve essere riveduta » 

PCI: « Favorevoli all’interruzione della maternità in circostanze da valutare bene »

PSDI: « L’esempio francese può valere anche per noi »

PRI: « In certi casi è necessario »

PLI: « Siamo per la procreazione responsabile »

MSI: « È un falso problema per distrarre il paese da Quelli più gravi » 

di SANDRA BONSANTI


 

Roma, gennaio

I dibattito sull’aborto, uscito dalle strette cerchie del femminismo e dei movimenti di liberazione della donna, ha investito con violenza l'opinione pubblica italiana (vedasi l’arresto del segretario del partito radicale Spadaccia dopo la scoperta di una clinica per aborti a Firenze) e sta coinvolgendo, forse con risvolti clamorosi, l’attività politica. Come si è sviluppata la discussione all’interno dei vari partiti? Quale sarà il loro atteggiamento il giorno in cui saranno chiamati a pronunciarsi in Parlamento sulla legalizzazione dell’ aborto o sul mantenimento della situazione attuale? 

Epoca ha rivolto queste do mande ai responsabili dei partiti, tra i più qualificati ad esprimersi a tale riguardo. Siamo quindi in grado di offrire ai lettori un panorama completo delle varie posizioni politiche su questo importante problema. 

5 domande a Pier Paolo Pasolini - Il divino mestiere - Epoca, numero 1268 del 25 gennaio 1975

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



5 domande a Pier Paolo Pasolini
Il divino mestiere

Epoca

numero 1268

25 gennaio 1975

da pag.62 a pag. 67

( © Questa trascrizione da cartaceo, anche un po faticosa, è stata curata da Bruno Esposito )



Epoca esamina la condizione degli scrittori in Italia 

È possibile oggi per un autore vivere di letteratura? Quali sono i rapporti con gli editori e con i giornali? E quali con il potere politico? Come si comincia a scrivere?- Intervengono Maria Bellonci, Alberto Bevilacqua, Carlo Cassola, Giancarlo Fusco, Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Fulvio Tomizza e Cesare Zavattini. 

di PIERO FORTUNA 


 Come si diventa scrittori? Come si rivela questa « divina » attitudine e come si riesce a concretarla nel libro destinato al pubblico? Cioè, quali strade bisogna percorrere per dare all'atto dello scrivere un contenuto pratico? Certo, ci sono i premi letterari, ce l’industria editoriale che fa le sue scelte. Ma tutto ciò porta fatalmente lo scrittore a uscire dalla sua torre d’avorio e a misurarsi col mondo esterno. E di che natura è questo contatto? Esaltante? Deludente? Ambigua? Insomma, quali rapporti intercorrono fra lo scrittore e l'editore che stampa e vende i suoi libri? Con i giornali che li recensiscono e che pubblicano i suoi racconti e i suoi elzeviri? O col potere politico, che in Italia è uno strapotere anche sotto il profilo culturale per il controllo che esercita su radio, TV e grandi organi di informazione? 

Sono interrogativi interessanti, specialmente nel momento in cui i libri sembrano avviati a diventare un prodotto di largo consumo, almeno rispetto al passato. Per questi motivi Epoca ha promosso un’inchiesta sulla condizione dello scrittore nel nostro paese, interpellando note personalità della letteratura italiana contemporanea, come Maria Bellonci, Alberto Bevilacqua, Carlo Cassola, Giancarlo Fusco, Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Fulvio Tomizza e Cesare Zavattini. La scelta non è stata occasionale. Per la loro matrice culturale, c per il loro carattere personale, essi rappresentano un mosaico di tendenze nel quale tutti gli uomini di lettere possono in un certo senso riconoscersi. 

A Maria Bellonci. a Bevilacqua, a Cassola, a Fusco, a Gatto, a Pasolini, a Tomizza e a Zavattini abbiamo posto cinque domande che sintetizzano il senso dell’inchiesta. Sono queste: 

1) È possibile oggi, per uno scrittore vivere bene di letteratura? 

2) Quali sono i rapporti fra scrittore e editore? 

3) Come e perché è diventato scrittore? 

4) Quali sono i rapporti tra gli scrittori e i giornali? 

5) Quali sono i rapporti fra lo scrittore e il potere politico? 


Queste sono le risposte che ci hanno dato. 

Pier Paolo Pasolini: