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lunedì 14 luglio 2025

Un racconto di Pier Paolo Pasolini - O, LA TRAPPOLA - Libertà, 7 giugno 1947, pag. 3

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Un racconto di Pier Paolo Pasolini
O, LA TRAPPOLA

Libertà

7 giugno 1947

pag. 3

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Gli O di Mario S. si aprivano in mezzo al suo discorso come profondi buchi. Egli vi precipitava dentro come un pattinatore che scivolando sopra un lago agghiacciato vi si inabissi improvvisamente per poi riapparire, incolume, un poco più avanti.

Infatti Mario, dopo una O, continuava imperterrito il discorso, come se nulla fosse avvenuto; non ne restava nella sua bocca nemmeno la minima macchia, la minima ombra. L’O scompariva nel passato con naturalezza. Dopo pochi minuti l’interlocutore sensibile udiva Mario parlare senza comprendere il senso delle sue parole: non vedeva che una riga di O luminosi, palloni bianchi in un cielo scuro, grassi vermi in carovana. E, per contrasto, i suoi occhi si posavano su quel volto imperturbato, inconscio: gli occhi azzurri ed ingenui, la bocca ben disegnata, le gote rotonde con una lieve peluria... Ma, ai lati, si notavano due ombre di basette «potenziali» e, nei capelli ondulati, un luccicore di brillantina, che, in un certo senso, potevano benissimo essere considerati il messaggio di quegli O, o una specie di variazione musicale.

Lettera di presentazione di Pasolini, per la rubrica Dialoghi su Vie nuove - Con risposta di Maria Antonietta Macciocchi - Vie nuove, 28 maggio 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

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Eretico e Corsaro


Lettera di presentazione di Pasolini
per la rubrica Dialoghi su Vie nuove
Con risposta di Maria Antonietta Macciocchi

Vie nuove

28 maggio 1960

pag. 6 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Come sempre, la signora Macciocchi ha vinto. Sto lavorando a tre sceneggiature, sto preparando un film di cui sarò regista, sto correggendo le bozze di un volume di saggi di seicento pagine, sto organizzando un romanzo su cui, in definitiva, punto ormai tutto, sto scrivendo versi e articoli, secondo le intermittenze e le ossessioni della vocazione e del mestiere: non ho tempo neanche di respirare, come si dice. E sono alle soglie dell’esaurimento: perché a tutto questo bisogna aggiungere la lotta continua, quotidiana, contro l’offensiva dei fascisti e dei clericali, e, infine, buona ultima, in questo elenco, ma prima, in realtà, la vita che devo pur vivere, in tutta la sua contraddittoria estensione e complicazione: altrimenti, oltre tutto, su che cosa lavorerei?

Pier Paolo Pasolini, L'odio razziale - Tempo, 20 agosto 1968, pag. 20

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Pier Paolo Pasolini
L'odio razziale

Tempo

20 agosto 1968

pag. 20

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Un odio difficile da immaginare


Nei "Cani del Sinai" (De Donato editore) Fortini fa, nel corpo del suo discorso personale e non molto limpido, sulla guerra tra Israele e gli arabi, una osservazione: nel futuro il razzismo aumenterà di intensità e di frequenza, anziché diminuire: e ciò a causa della pressione di un potere, che essendo meno visibile e personale, non sarà però meno schiacciante: anzi, sarà così schiacciante, da frantumare e polverizzare la collettività che fa da tessuto connettivo al processo di produzione e consumo; tale polverizzazione della società in tante forme diverse, ugualmente oppresse, farà appunto moltiplicare il razzismo, perché tutte le piccole parti separate, in cui si frantumerà il mondo schiacciato, si odieranno razzialmente fra loro.

É un odio razziale difficile da immaginare.