"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
POESIA, CINEMA, POLITICA
Vie Nuove, n. 42, 28 ottobre 1961
Caro signor Pasolini, ho capito quanto lei dice su D’Annunzio e, in linea di massima, condivido le sue opinioni. Tutta quella caterva di parole sia pure infilate con un certo virtuosismo, mi è stata ostica sempre e pesante. Magnifico è quanto lei dice: «fascismo e poesia non possono mai coincidere». Perché la poesia è amore fra gli umani. Nel fascismo invece, tale nobile sentimento è sconosciuto. Mi dica: le piace il Pascoli? A me, sì. Un po’ troppo rassegnato ma dignitoso, umano. Sul «Paese», poi, ho letto la recensione delle sue ultime poesie. Le hanno fatto l'appunto di «decadente». Io non ho letto le sue poesie (coi quattro soldi della pensione riesce sempre più difficile comperarsi qualche libro), ma dai brani riportati su «Vie Nuove», l’accusa non mi pare giusta. Ho visto La giornata balorda e l’ho apprezzato. Il problema però è un altro: le cose che quel film dice le sanno anche coloro che fingono di ignorarle. Passo all’ultimo argomento. Lei, una volta, mi ha dato un dispiacere, criticando Stalin. Io non mi sono mai creata dei feticci, so che Stalin era soltanto un uomo e, come tale, poté sbagliare. Anzi, avrà certamente sbagliato ma ciò che di positivo ha fatto quell’uomo ha avuto un peso rilevante nella storia contemporanea.