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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

domenica 3 gennaio 2021

Pier Paolo Pasolini, 1961 - Il cinema di poesia

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone, 1961, Angelo Pennoni / © Reporters Associati - Roma


Biografia breve, 1961

Il cinema di poesia di Pier Paolo Pasolini

(Biografia breve, curata da Bruno Esposito)


...Ci incamminiamo lungo la strada che porta alla città lontana, che giace ai nostri piedi (siamo su un’altura) tra ricami fitti di nebbie azzurrine e di luci quasi liquide. Ma facciamo solo pochi passi per la strada, tra gli atroci arbusti, che qualcosa di orrendo accade vicino a noi, nella penombra: un ringhio disperato, una corsa rantolante: sono degli sciacalli.
Torniamo subito indietro, con la coda fra le gambe. Il cuoco, in una delle casupole luccicanti accanto al bungalow, ci sta preparando la cena: vedo che gli occhi di Moravia brillano di rassegnato sospetto e di rinnovata speranza... In un‘aria leopardiana, dei bambinelli stanno giocando davanti alla casa dei loro genitori: uno piccolo piccolo è dentro una casetta, e viene ben presto ritirato. L’altro, più grandino, ci guarda con tutta la sua dolcezza.
Lì, intorno c’è anche una capra, coi caprettini ancora lattanti, e un cane, e un pappagalletto in una gabbia appesa ai rami del banjan davanti alla casa. Moravia non nasconde la sua viva simpatia per uno dei capretti, che salta intorno vivamente, chiamando la madre: «ma, ma...» Vorrebbe acchiapparlo per fargli una delle sue carezze: ma quello scappa. Allora il bambino lo rincorre, e torna verso di noi col capretto tra le braccia. Il capretto è bianco bianco, il bambino nero nero: e hanno tutti e due la stessa dolcissima pupilla... (27)
Il 16 gennaio 1961, Pasolini e Moravia sono raggiunti da Elsa Morante, in India, dove si trovano come inviati, rispettivamente, per "Il Giorno" e il "Corriere della sera", ad un convegno per la commemorazione del centenario della nascita di Tagore che si tiene a Mumbai.
Di seguito alcuni art. di Pasolini apparsi su "Il Giorno":
  • Uomini vestiti di asciugamani (26 febbraio 1961)
  • Non conoscono l’allegria (4 marzo 1961) 
  • Il santone sembrava un capoufficio (9 marzo 1961) 
  • È un mondo, un oceano o un inferno? (11 marzo 1961) 
  • Un popolo che esce da ombre atroci (16 marzo 1961) 
  • Il rogo di morti sul fiume sacro (23 marzo 1961)

 




Pubblica: 

Accattone, Garzanti - Milano 1961.

La religione del mio tempo, Garzanti - Milano 1961. 

"La religione del mio tempo esprime la crisi degli anni sessanta... La sirena neo-capitalistica da una parte, la desistenza rivoluzionaria dall'altra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. Quando l'azione politica si attenua, o si fa incerta, allora si prova o la voglia dell'evasione, del sogno ('Africa, unica mia alternativa') o una insorgenza moralistica (la mia irritazione contro certa ipocrisia delle sinistre: per cui si tende ad attenuare, classicisticamente la realta': si chiama 'errore del passato', eufemisticamente, la tragedia staliniana ecc.)".(28)

Sempre nello stesso anno, collabora a diversi lavori per il cinema:
  • 1961 La ragazza in vetrina
  • 1961 La ragazza con la valigia 
  • 1961 La canta delle marane 


 


Ad aprile inizia le riprese di Accattone, che verrà presentato in settembre, al festival di Venezia:
In Accattone ho voluto rappresentare la degradazione e l’umile condizione umana di un personaggio che vive nel fango e nella polvere delle borgate di Roma. Io sentivo, sapevo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, qualcosa di religioso in senso vago e generale della parola, e allora questo aggettivo, «sacro», l’ho aggiunto con la musica. Ho detto, cioè, che la degradazione di Accattone è, sì, una degradazione in qualche modo sacra, e Bach mi è servito a far capire ai vasti pubblici queste mie intenzioni...(29)
In autunno lavora alla sceneggiatura del film Mamma Roma e intanto prosegue l'accanimento giudiziario nei suoi confronti:

Processo Vece

Denuncia Antonio Vece. Antonio Vece, un maestro elementare di Avellino sporge denuncia presso la polizia giudiziaria di Roma contro Pasolini. Dichiara di essere stato avvicinato da Pasolini, di essere salito sulla sua Giulietta, di essere stato portato in aperta campagna, minacciato, malmenato e derubato di un capitolo di un suo romanzo. Due giorni dopo, al commissariato di polizia di Centocelle, confessa di aver inventato ogni cosa. Viene denunciato per simulazione di reato, che sarà archiviata in data 2 dicembre 1965.(30)
25.10.61 Denuncia da parte di Vece Antonio.
27.10.61 Ritrattazione di Vece. Denuncia contro di lui da parte della polizia per calunnia.
04.01.62 Processo per calunnia di Vece. Notifica della citazione in qualità di parte lesa davanti al P.M. di Roma.
05.01.62 Processo Vece. Presentazione spontanea e interrogatorio davanti al P.M.
11.01.63 Processo Vece. Notifica della citazione a comparire come parte lesa davanti al tribunale di Roma.
08.03.63 Processo vece. I udienza. Costituzione di parte civile.
20.03.63 Processo Vece. Notifica della citazione in qualità di parte lesa davanti al tribunale di Roma.
22.03.63 Processo Vece. II udienza e sentenza.
12.11.63 Processo Vece. Notifica del decreto di citazione a comparire, in qualità di parte civile, davanti alla corte di appello di Roma.
26.02.64 Processo Vece. Udienza di corte d'appello.
03.04.64 Processo Vece. Notifica del decreto di citazione a comparire, in qualità di parte civile, davanti alla corte d'appello di Roma.
07.10.64 Processo Vece. Sentenza della corte d'appello.

Fatti del Circeo


 Fatti del Circeo. Il commesso di un bar a S. Felice Circeo, sostiene che uno sconosciuto, dopo aver bevuto una Coca-Cola e dopo aver fatto molte domande, avrebbe indossato un paio di guanti neri, inserito nella pistola un proiettile d'oro e cercato di rapinarlo dell''incasso della giornata.

Il barista cerca di reagire e colpisce con un coltello la mano del rapinatore, che fugge. Il giorno successivo il barista vede passare per strada una Giulietta, in cui riconosce il suo rapinatore: prende il numero di targa e fa una denuncia ai carabinieri. In quella Giulietta c'è Pier Paolo Pasolini. I carabinieri di Roma perquisiscono l'abitazione e la macchina di Pasolini in cerca della pistola. Pasolini ammette di essere entrato nel bar, di aver bevuto una Coca-Cola, di aver fatto alcune domande, ma di essersi poi diretto a S. Felice Circeo, dove stava lavorando alla sceneggiatura di Mamma Roma. La sua versione non convince e viene rinviato a giudizio.
I giornali della sinistra e quelli moderati difendono Pasolini contro l'assurda accusa, mentre i giornali di destra attaccano, come al solito, senza mezze misure lo scrittore.
Il processo si apre a Latina. L'avvocato difensore di Pasolini, il democristiano Carnelutti, viene sospettato dai giornali di essere l'amante dello scrittore. Pasolini viene condannato a quindici giorni di reclusione, più cinque per porto abusivo di armi da fuoco e diecimila lire per mancata denuncia della pistola, con la condizionale. I difensori presentano immediatamente appello. Il 13 luglio 1963 la corte d'appello di Roma dichiara di non doversi procedere contro Pasolini per estinzione del reato intervenuta per amnistia. L'avvocato di Pasolini, Berlingieri, ricorre in cassazione per ottenere l'assoluzione con formula piena, ma ottiene solo un'assoluzione per mancanza di prove.(32)
18.11.61 Fatti del Circeo (rapina). Denuncia di De Santis Benedetto.
19.11.61 Fatti del Circeo. Denuncia di De Santis Bernardino.
22.11.61 Fatti del Circeo. Due interrogatori davanti ai carabinieri (nucleo di polizia giudiziaria di Roma).
22.11.61 Fatti del Circeo. Perquisizione domiciliare.
22.12.61 Fatti del Circeo. Notifica della costituzione di parte civile di De Santis Bernardino.
25.01.62 Fatti del Circeo. Citazione davanti al giudice istruttore di Latina per un confronto con Bernardino De Santis.
27.01.62 Fatti del Circeo. Confronto cono Bernardino De Santis davanti al G.I. di Latina.
28.02.62 Fatti del Circeo. Notifica di un mandato di comparizione davanti al giudice istruttore di Roma (per rogatoria).
09.03.62 Fatti del Circeo. Interrogatorio davanti al G.I. di Roma.
17.04.62 Fatti del Circeo. Sentenza di rinvio a giudizio.
07.06.62 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti al tribunale Latina.
03.07.62 Fatti del Circeo. Udienza davanti al tribunale di Latina e sentenza.
07.07.62 Fatti del Circeo. Notifica della dichiarazione d'appello del pubblico ministero contro la sentenza del tribunale di Latina.
25.07.62 Fatti del Circeo. Notifica della dichiarazione d'appello del procuratore generale contro la sentenza del tribunale di Latina.
09.10.62 Fatti del Circeo. Notifica dell'avviso del deposito della sentenza di I grado.
15.01.63 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte di appello di Roma.
06.04.63 Fatti del Circeo. Udienza in corte di appello.
09.05.63 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte di appello di Roma.
12.07.63 Fatti del Circeo. Udienza di corta d'appello e sentenza.
16.07.63 Fatti del Circeo. Notifica della dichiarazione di ricorso per cassazione del procuratore generale.
12.11.63 Fatti del Circeo. Notifica dell'estratto contumaciale della sentenza di II grado.
01.03.65 Fatti del Circeo. La corte di cassazione annulla la sentenza della corte d'appello di Roma e rinvia gli atti per il nuovo giudizio.
09.06.67 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti la corte d'appello di Roma.
06.07.67 Fatti del Circeo. I udienza in corte d'appello. Rinvio a nuovo ruolo.
27.11.67 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione davanti alla corte d'appello di Roma.
09.06.67 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Roma.
06.07.67 Fatti del Circeo. I udienza di corte d'appello. Rinvio a nuovo ruolo.
27.11.67 Fatti del Circeo. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Roma.
19.12.67 Fatti del Circeo. II udienza e sentenza della corte d'appello.
27.12.67 Fatti del Circeo. Notifica del ricorso per cassazione del procuratore generale contro la sentenza.
01.06.68 Fatti del Circeo. Notifica dell'estratto contumaciale della sentenza di II grado.
28.12.68 Fatti del Circeo. Notifica dell'ordinanza di inammissibilità dei ricorsi in cassazione contro la sentenza di II grado.



Note:

27) P.P.Pasolini, L'odore dell'India, Longanesi, Milano, 1962

28) Pier Paolo Pasolini - da un articolo su Vie Nuove del 16 novembre 1961 - raccolta nel volume Le belle bandiere - Editori Riuniti. 29) P.P. Pasolini, BIANCO E NERO, Anno XXVIII n. 3-4, Roma, marzo/aprile 1967

29) P.P. Pasolini, BIANCO E NERO, Anno XXVIII n. 3-4, Roma, marzo/aprile 1967

30)PASOLINI IN TRIBUNALE - Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma.

31) ibid.

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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Pier Paolo Pasolini, 1960 - Gli occhi di Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Biografia breve, 1960

Gli occhi di Pasolini

(Biografia breve, curata da Bruno Esposito)

"Come sempre, la signora Macciocchi ha vinto. Sto lavorando a tre sceneggiature, sto preparando un film di cui sarò regista, sto correggendo le bozze di un volume di saggi di seicento pagine, sto organizzando un romanzo su cui, in definitiva, punto ormai tutto, sto scrivendo versi e articoli, secondo le intermittenze e le ossessioni della vocazione e del mestiere: non ho tempo neanche di respirare, come si dice. E sono alle soglie dell’esaurimento: perché a tutto questo bisogna aggiungere la lotta continua, quotidiana, contro l’offensiva dei fascisti e dei clericali, e, infine, buona ultima, in questo elenco, ma prima, in realtà, la vita che devo pur vivere, in tutta la sua contraddittoria estensione e complicazione: altrimenti, oltre tutto, su che cosa lavorerei?"... (18)



1960, Pasolini inizia la sua collaborazione su Vie nuove, che durerà fino al settembre 1965.


DIALOGHI CON I LETTORI
su «Vie Nuove»


1960
 
PASTERNAK E LA IRRAZIONALITÀ
LA VITA MONDANA
IL RISVEGLIO DEI GIOVANI
UN SISTEMA PER STUDIARE
REALISMO E NEOPURISMO
IL FORTINO NEL DESERTO
IL DISCO DI «VIE NUOVE» SULL’ECCIDIO DI REGGIO EMILIA
UN MONUMENTO A D'ANNUNZIO

1961

IL PENSIERO FILOSOFICO IN RUSSIA
IL CENSORE E «L’ARIALDA»
MORAVIA E ANTONIONI
UN FILM SULLA RESISTENZA
LE RAGIONI DELLA PIETÀ
LE MOSTRUOSITÀ DELLA CENSURA
QUALUNQUISMO CATTOLICO
POSTILLA PERSONALE
ACCATTONE E TOMMASINO
LA VIGENTE INGIUSTIZIA
MIO FRATELLO
DANNUNZIANI IN PANTOFOLE
DEVO BATTEZZARE MIO FIGLIO?
LA BARBARIE DEL RAZZISMO
IL SETTARISMO RENDE DISUMANI
ANALFABETA FINO A 21 ANNI
DOSTOEWSKIJ E VICTOR HUGO
UNA FORZA DI PACE
POESIA, CINEMA, POLITICA
UNA POLEMICA SU POLITICA E POESIA
SALINARI: RISPOSTA E REPLICA
MARXISMO E RELIGIOSITÀ
FASCISMO COME DROGA
BERNARDINO, FRATELLO DI BENEDETTO

1962

SINCERITÀ E ALTRO
L’AVVENTURA DI OGNUNO
L’IDEA DI ESSERE UN PRIVILEGIATO
SCOPERTA DI TOMMASINO
RASSEGNAZIONE E NON-VIOLENZA
COME UN INCUBO DELL’INFANZIA
LA SOFFERENZA E L’ORRORE
UN GIUDIZIO SU CASSOLA
FASCISTI: PADRI E FIGLI
RISPOSTA AD UN «INSODDISFATTO»

1964

DOPO UN ANNO
CHI PUÒ SCANDALIZZARSI
I PROBLEMI SUL TAPPETO
IL «VANGELO» E IL COLLOQUIO
LA DONNA-GUIDA
ESPRESSIVITÀ CONTRO STRUMENTALITÀ
UN PROBLEMA PER TUTTI
TEOLOGIA DI RITORNO

1965

DIFENDO «DESERTO ROSSO»
RINNOVARSI DAI «FANTASMI»
LA LINGUA TECNOLOGICA
CONTESTAZIONE LINGUISTICA
L’ITALIANO «ORALE» E GLI ATTORI
VIAGGIO IN MAROCCO
LE RAGIONI DI UN NON AMORE
RIADATTIAMO IL MIRINO
PESSIMISMO DI SINISTRA
CORAGGIO COLLETTIVO
PECULATO IDEOLOGICO?
CULTURA DOPO L’«IMPEGNO»
UN ALTRO CONGEDO
LA FIGURA DELLO SCRITTORE



Sempre nel 1960, Pasolini pubblica: 

  • Passione e ideologia(19), 
  • La poesia popolare italiana(20), 
  • Donne di Roma(21), 
  • Roma 1950(22),  
  • Sonetto primaverile(23) 





 

Adulto? Mai - mai, come l'esistenza che non matura - resta sempre acerba di splendido giorno in splendido giorno -io non posso che restare fedele alla stupenda monotonia del mistero. Ecco perché, nella felicità, non mi sono mai abbandonato - ecco perché nell'ansia delle mie colpe non ho mai provato un rimorso vero. Pari, sempre pari con l'inespresso, all'origine di quello che io sono. 
(Roma 1950)
Il 16 gennaio 1960, Laura Betti porta in scena uno spettacolo, Giro a vuoto(24), in cui recita testi scritti anche da P.P.Pasolini. Il romanzo "Una vita violenta" viene denunciato alla magistratura, la quale, archivia il procedimento. Il 15 gennaio 1960, Pasolini consegna a Vittorio Gassman, la sua traduzione dell' Orestiade di Eschilo:

"Ho cominciato a tradurre l'Orestiade su richiesta di Gassman, il che significa del tutto impreparato. È vero che la richiesta di Gassman mi è stata fatta in seguito alla notizia che io stavo traducendo Virgilio - e il giro un po' si chiude: ma Virgilio non è Eschilo e il latino non è il greco. 

Ad ogni modo ho cominciato subito con entusiasmo dalla bibliografia. Ma cosa potevo fare, se avevo davanti a me, per la traduzione, solo pochi mesi, e per di più con sacrileghi abbinamenti a due tre sceneggiature consecutive? Allora non mi è restato che seguire il mio profondo, avido, vorace istinto, contro il quale, come il solito, stavo cominciando pazientemente a combattere - dalla bibliografia... Mi sono gettato sul testo, a divorarmelo come una belva, in pace: un cane sull'osso, uno stupendo osso carico di carne magra, stretto tra le zampe, a proteggerlo, contro un infimo campo visivo."(25)

Sempre nello stesso anno, collabora a diversi lavori per il cinema: 

LA DOLCE VITA

Regia di Federico Fellini
Soggetto: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli
Sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi, Pier Paolo Pasolini (non accreditato: scene LVIII, LIX, LX, LXXIX, LXXXVI)
Il bell'Antonio
 
Regia:Mauro Bolognini
Soggetto: dal romanzo di Vitaliano Brancati. Sceneggiatura: P.P.P., Gino Visentini, Mauro Bolognini. 

La giornata balorda
Regia:Mauro Bolognini
Soggetto: P.P.P. e Alberto Moravia (da Racconti romani e Nuovi racconti romani) Sceneggiatura: P.P.P., Alberto Moravia, Marco Visconti. 
La lunga notte del '43.
Regia: Folrestano Vancini
Soggetto: Giorgio Bassani (Dal suo racconto Una Notte del '43).
Sceneggiatura: Ennio De concini, P.P.P., Florestano Vancini.
Il carro armato dell'8 settembre. 
Regia: Gianni Puccini 
Sceneggiatura: Bruno Baratti, Elio Bartolini, Goffredo Parise, P.P.P., Guido questi. 
Stendali  
Cortometraggio
Regia di Cecilia Mangini
Sceneggitura: Cecilia Mangini
Testo e traduzione: Pier Paolo Pasolini

Recita una piccola parte nel film di Carlo Lizzani, Il gobbo. 

Pasolini ha in mente di fare un film tutto suo: "La commare secca", che poi accantona e scrive il soggetto di Accattone, che inizialmente si chiamava "Stella" come riporta la cartella dattiloscritta depositata presso il Gabinetto Vieusseux, di Firenze. Con l'aiuto di Bolognini, il suo Accattone trova un produttore, Alfredo Bini.


In luglio, i drammatici giorni del governo Tambroni: il 
7 luglio a  Reggio Emilia, durante una manifestazione contro le cariche dei carabinieri a Roma sono uccisi dalla polizia: 
  • Lauro Farioli operaio di 22 anni; 
  • Ovidio Franchi, operaio di 19 anni; 
  • Marino Serri, pastore di 41 anni; 
  • Afro Tondelli, operaio di 36 anni; 
  • Emilio Reverberi, operaio di 39 anni. 
Vengono sparati 182 colpi di mitra, 14 di moschetto e 39 di pistola.


La croce uncinata
Da molte notti, ogni notte,
passo sotto questo tempio, tardi,
nel silenzio dell'aria
del Tevere, tra rovine scomposte.
Non c'è più intorno nessuno, allo scirocco
che spira e cade, fioco tra le pietre:
forse ancora una donna, laggiù, e dietro
il bar di Ponte Garibaldi, due tre poveri
ladri, in cerca di dormire, chissà dove. Ma qui, nessuno: passo veloce,
rotto da una notte tutta ansia e amore:
non ho più niente nel cuore
e non ho più sguardo negli occhi.
Eppure, quest'immagine, col passare delle notti,
si fa sempre più grande, più vicina:
ecco lo spigolo, liberty, contro la turchina
distesa del Tevere: ed ecco i poliziotti
che piantonano il tempio, tozzi e assorti.
Li vedo appena, coi loro cappotti
grigiastri, contro un albero secco,
contro i bui scorci del ghetto:
e colgo una breve luce, negli occhi
umiliati dal loro goffo sonno di giovinotti:
una accecata stanchezza che vede nemici
in ognuno, un veleno di dolori antichi,
un odio di servi: restano indietro,
soli come lo scirocco che vortica tra le pietre.
Una vergogna, triste come la notte
che regna su Roma, regna sul mondo.
Il cuore non vi resiste: risponde
con una lacrima, che subito ringhiotte.
Troppe lacrime, ancora non piante, lottano,
oltre questi umilianti quindici anni,
dentro le nostre dimentiche anime:
il dolore è ormai troppo simile al rancore,
neanche la sua purezza ci consola.
Troppe lacrime: a coloro che verranno
al mondo, per molto tempo ancora
questa vergogna farà arido il cuore.
Aprile 1960.

“Sotto questa poesia, ho voluto apporre, ben chiara e circostanziata, la data – aprile 1960 –: cosa che di solito non faccio mai: anche perché le mie poesie restano in laboratorio tanto tempo, che in realtà finiscono con l'essere scritte e riscritte varie volte, e la loro data di solito abbraccia un'annata o due di lavoro. […] In questo caso la data l'ho messa bene in vista solo per dare alla poesia una giustificazione politica: volevo cioè ricordare al lettore che aprile non è luglio, che la formazione del governo Tambroni non è la cacciata del governo Tambroni, e che la spocchia dei neofascisti non è la sconfitta dei neofascisti. L'indignazione politica contenuta in questi versi può sembrare un poco pessimista e dolorosa: ma lo credo! Niente, in quel momento in cui li ho scritti – lo scorso aprile – autorizzava ad avere una specifica: la speranza di un sollievo immediato almeno dalla vergogna del "revival" fascista. Se riscrivessi ora sullo stesso argomento non potrei non tenere conto, certamente, del significato di questa estate politica: del fatto cioè che quella mia indignazione, che io credevo ristretta a pochi memori, è invece condivisa da una grande maggioranza di italiani, tra cui soprattutto, i giovani: quelli di Genova, quelli di Reggio, quelli di Roma, quelli di Palermo. Ciò non significa che mi abbandonerei a un facile ottimismo: questo mai. Né credo potrei mai cancellare in me l'impressione che quello che hanno fatto i fascisti e i nazisti nel mondo è stato così disumano, da presentarsi come una piaga di non facile guarigione nel corpo dell'intera umanità. […]” (26)


Il 31 dicembre Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia, inviati rispettivamente da "Il Giorno" e dal "Corriere della sera" partono per l'India.

Intanto l'accanimento giudiziario nei suoi confronti, inizia ad assumere la forma di una vera persecuzione: 

Querela del Comune di Cutro


17.11.59 Presentazione di una querela per diffamazione da parte del comune di Cutro.
18.02.60 Querela del comune di Cutro. Inizio delle indagini preliminari da parte della procura di Milano.
02.03.60 Querela del comune di Cutro. Notifica del decreto di citazione per l'udienza davanti al tribunale di Milano.
21.03.60 Querela del comune di Cutro. I udienza. Rinvio a nuovo ruolo.
23.04.62 Remissione della querela sporta del sindaco del comune di Cutro.
26.04.62 Querela del comune di Cutro. Il tribunale di Milano pronuncia sentenza di non doversi procedere.
06.07.62 Querela del comune di Cutro. Notifica dell'estratto contumaciale della sentenza del tribunale di Milano.

Una vita violenta


09.02.60 Processo contro una vita violenta. Il procuratore della repubblica di Milano conferisce ad Alessandro Cutolo l'incarico di svolgere una relazione critica estetica sul libro.
09.03.60 Processo contro Una vita violenta. Deposito della perizia di Cutolo.
14.03.63 Processo Una vita violenta. Decreto di archiviazione del giudice istruttore di Milano.

Fatti di via Panico


29.06.60 Fatti di via Panico. Fermo per interrogatorio al commissariato.
30.06.60 Fatti di via Panico. Denuncia della polizia diretta al procuratore della repubblica di Roma.
02.07.60 Fatti di via Panico. Notifica di una convocazione davanti al procuratore delle repubblica per il giorno 04.07.60.
04.07.60 Fatti di via Panico. Interrogatorio davanti al P.M.
22.03.61 Fatti di via Panico. Notifica del decreto di citazione in giudizio davanti al tribunale di Roma.
20.04.61 Fatti di via Panico. I udienza. Rinvio a nuovo ruolo.
06.06.61 Fatti di via Panico. Notifica di un nuovo decrerto di citazione.
01.07.61 Fatti di via Panico. II udienza. Rinvio a nuovo ruolo.
30.09.61 Fatti di via Panico. Notifica di decreto di citazione.
15.11.61 Fatti di via Panico. III udienza.
16.11.61 Fatti di via Panico. Sentenza di I grado e appello dei difensori (Avv. Roscioni e Berlingieri) contro la sentenza.
05.12.61 Fatti di via Panico. Notifica della dichiarazione di appello del procuratore generale contro la sentenza di I grado.
18.12.61 Fatti di via Panico. Notifica dell'avviso di deposito della sentenza di I grado.
13.10.62 Fatti di via Panico. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Roma.
30.01.63 Fatti di via Panico. Udienza di corte d'appello e rinvio a nuovo giudizio.
10.04.63 Fatti di via Panico. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte di appello di Roma.
05.07.63 Fatti di via Panico. Udienza di corte d'appello.
14.03.64 Fatti di via Panico. Notifica dell'estratto contumaciale della sentenza di II grado.


Fatti di Anzio


10.07.60 Fatti di Anzio (corruzione di minore). Denuncia di due giornalisti.
11.07.60 Fatti di Anzio. Denuncia del padre di una delle due presunte parti lese.
12.07.60 Fatti di Anzio. Denuncia del padre dell'altra delle presunte parti lese e rapporto denuncia dei carabinieri al procuratore della repubblica di Velletri.
14.07.60 Fatti di Anzio. Il P.M. di Velletri invia gli atti a Roma per eventuale riunione con il processo per i fatti di via Panico.
18.07.60 Fatti di Anzio. Il P.M. di Roma restituisce gli atti a Velletri.
05.08.60 Fatti di Anzio. Il P.M. di Velletri invia gli atti al pretore di Anzio.
14.12.60 Fatti di Anzio. Il pretore dichiara di non doversi procedere perché non si ravvisano estremi di reato.


16.11.60 Denuncia contro il film Una giornata balorda.


Note:

18) Vie nuove, n. 22, 28 maggio 1960

19) Passione e ideologia (1948-1958),Garzanti, Milano, 1960, 1977. 

20) La poesia popolare italiana, Garzanti, Milano, 1960. 

21)Donne di Roma, Il Saggiatore, Milano, 1960 (Introduzione di Alberto Moravia. Sette storie di Pier Paolo Pasolini. 104 fotografie di Sam Waagenaar). 

22)Roma 1950, diario, All'insegna del pesce d'oro,  Milano,1960. 

23) Sonetto primaverile(1953), All'insegna del pesce d'oro, Milano, 1960. 

24) Giro a vuoto, le canzoni di Laura Betti, (autori vari), Scheiwiller, Milano, 1960. 

25) "Lettera del traduttore", per il XVI Ciclo di Rappresentazioni Classiche del 1960.

26) Pasolini in “Vie Nuove”, Roma, 29 ottobre 1960. 

 Segue  


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Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

Pier Paolo Pasolini, gli anni 50 e le borgate romane

"ERETICO e CORSARO"


Pasolini, breve biografia 
curata da Bruno Esposito
Gli anni 50 
le borgate romane
   
Arrivammo a Roma, 
aiutati da un mio dolce zio, 
che mi ha dato un po’ del suo sangue: 
io vivevo come può vivere un condannato a morte 
sempre con quel pensiero come una cosa addosso, 
– disonore, disoccupazione, miseria. 
Mia madre si ridusse per qualche tempo a fare la serva. 
E io non guarirò mai più di questo male. 
Perché io sono un piccolo borghese, e non so sorridere... come Mozart... 
In un film – che ho chiamato «Uccellacci e uccellini» – 
ho tentato è vero l’opera buffa, suprema ambizione di uno scrittore, 
– ma ci sono riuscito solo in parte, 
perché io sono un piccolo borghese 
e tendo a drammatizzare tutto.(10) 
Pier Paolo Pasolini il 28 gennaio 1950, dopo lo scandalo di Ramuscello, insieme alla madre, prende dalla stazione di Casarsa il rapido diretto a Roma.
In quella fredda notte di gennaio,

«sotto la coltre di neve che copriva tutto il Friuli» (11),

«il rapido della decisione più importante della sua vita» lo conduce in una terra «che non è la sua», «sorda ad ogni ingenua attesa».

“Era un periodo tremendo della mia vita. Giunto a Roma dalla lontana campagna friulana: disoccupato per molti anni; ignorato da tutti; divorato dal terrore interno di non essere come la vita voleva; occupato a lavorare accanitamente a studi pesanti e complicati; incapace di scrivere se non ripetendomi in un mondo ch’era cambiato. Non vorrei mai rinascere per non rivivere quei due o tre anni” (12)
"Nei primi mesi del '50 ero a Roma, con mia madre: mio padre sarebbe venuto anche lui, quasi due anni dopo, e da Piazza Costaguti saremmo andati a abitare a Ponte Mammolo; già nel '50 avevo cominciato a scrivere le prime pagine di Ragazzi di vita. Ero disoccupato, ridotto in condizioni di vera disperazione: avrei potuto anche morirne. Poi con l'aiuto del poeta in dialetto abruzzese Vittorio Clemente trovai un posto di insegnante in una scuola privata di Ciampino, a venticinque mila lire al mese".(13)
La Meglio Gioventù, con dedica di Pasolini
Biblioteca centrale Roma

Cerca lavoro come generico a Cinecittà, corregge bozze e vende i suoi libri alle bancarelle rionali. Con l'aiuto del poeta abruzzese Vittorio Clemente trova lavoro come insegnante in una scuola di Ciampino. 
Nel 1952 viene pubblicata "Poesia dialettale del Novecento", un lavoro frutto della collaborazione con Mario Dell'Arco, con una recensione di Eugenio Montale.

Pasolini e Biagio Marin, Il Piccolo 29 giugno 2016

Caro Marin,

(scusi il pezzo di carta su cui le scrivo, ma mi sono trovato improvvisamente sprovvisto di carta ad hoc, e non mi va di scendere dal tabaccaio). La sua lettera mi è riuscita assai cara, e mi ha commosso. Per quanto sta in me, la incito a non disperare: i critici verranno, e intanto stia certo che la sua è una delle più delicate poesie del Novecento dialettale.

Lei lavori sulla linea di "Minudagia", che dovrà essere la sezione centrale della sua ideale antologia di poesia, contrapposta alla non-poesia che è coloristico-ambientale. Spero molto che la mia Antologia (che dovrebbe uscire entro Natale) le sia di conforto e di sprone.

Quanto a "Il Belli" (così si chiamerà la nostra rivistina) è bimensile: come vede, quindi, il sacrificio finanziario non è poi gravissimo. Inoltre lei, lì a Grado o a Trieste, può procurarsi qualche abbonamento (e tenere per sé - senza magari bisogno di dirlo agli abbonati - i soldi: così faremo anche noi, avendo ciascuno diritto a una ventina di copie. Quanto alla distribuzione gratuita di copie a intenditori, specialisti, critici e in genere letterati - un trecento, circa - ci penseremo Dell'Arco e io).
Intanto risponda subito (il più brevemente possibile) alle domande di questa inchiestina che le accludo: e mi mandi qualche "minudagia".

Tanti cordiali saluti dal suo
Pier Paolo Pasolini
(Lettera dattiloscritta di Pasolini all’amico  poeta Biagio Marin datata Roma 1 dicembre 1952 - pubblicata su “Il Piccolo” del 29 giugno 2016 )

Collabora a "Paragone", 
una rivista di Anna Banti e Roberto Longhi ed entra a far parte della sezione letteraria del giornale radio, accanto a Carlo Emilio Gadda, Leone Piccioni e Giulio Cattaneo. 
Nel 1954 Pasolini abbandona l'insegnamento e trova casa a Monteverde Vecchio. Pubblica il volume di poesie dialettali “La meglio gioventù”, con dedica al critico Gianfranco Contini. L’opera comprende componimenti in friulano, scritti da Pasolini tra 1942 e 1953. 
[...] 
"Núvuli negri tal foghèr 
thàculi blanci in tal thièl 
a eri la pòura e el piathèr 
de amà la falth e el martièl. 
Mi eri un pithu de sèdese ani 
con un cuòr rugio e pothale 
cui vuoj coma rosi rovani 
e i ciavièj coma chej de me mare. 
Scuminthievi a dujà a li bali, 
a ondi i rith, a balà de fiesta. 
Scarpi scuri! ciamesi clari! 
dovenetha, tiara foresta!" 
[...] 
Nuvole nere sul focolare 
macchie bianche nel cielo 
erano la paura e il piacere 
di amare la falce e il martello. 
Io ero un ragazzo di sedici anni 
con un cuore ruvido e disordinato 
con gli occhi come rose roventi 
e i capelli come quelli di mia madre. 
Cominciavo a giocare alle carte 
a ungere i ricci, a ballare di festa. 
Scarpe scure, camicia chiara, 
giovinezza, terra straniera! 
[…] (14)
Officina, numero 1, maggio 1955

Sempre nel 1954, collabora alla sceneggiatura del film di Mario Soldati,
La donna del fiume.

Il canto popolare, con dedica di Pasolini a Elsa Morante
Biblioteca centrale Roma

Nel 1955, insieme a Francesco Leonetti e Roberto Roversi, fonda a Bologna la rivista critica «Officina», che vede anche la collaborazione di Gianni Scalia, Angelo Romanò, Franco Fortini; pubblica testi, oltre che dei redattori e collaboratori, anche di tanti altri intellettuali, tra cui: Bertolucci, Gadda, Caproni, Luzi, Bassani, Volponi, Penna, Pagliarani, Erba, Ungaretti, Calvino, Rebora. La rivista bolognese è divisa in quattro sezioni: 
  • “La nostra storia” che ospita saggi su scrittori e movimenti letterari; 
  • “Testi e allegati”, dove vengono pubblicati testi di vari scrittori; 
  • “La cultura italiana” che contiene, in alcuni numeri della rivista, saggi; 
  • “Appendice” con testi in prosa, spesso a puntate.

Sempre nel 1955, partecipa alla sceneggiatura de “Il prigioniero della montagna”, regia di Luis Trenker e pubblica il romanzo “Ragazzi di vita”. 

Il 21 luglio del 1955 la presidenza del Consiglio dei ministri invia alla procura della repubblica, ufficio stampa di Milano, la seguente segnalazione: 

"Per gli eventuali procedimenti di competenza, si segnala l'acclusa pubblicazione ‘Ragazzi di vita’ di Pier Paolo Pasolini, editore Aldo Garzanti, Milano. Nella pubblicazione si riscontra carattere pornografico. 
Il capo del servizio." 

"Io non ho inteso fare un romanzo nel senso classico della parola, ho voluto soltanto scrivere un libro. Il libro è una testimonianza della vita da me vissuta per due anni in un rione a Roma. Ho voluto fare un documentario. La parlata in dialetto romanesco riportata nel romanzo è stata un'esigenza stilistica. Quando antropomorfizzo la cagna ho voluto dire che molte volte i ragazzi purtroppo conducono la vita come animali. Nel titolo Ragazzi di vita ho inteso dire ragazzi di malavita. Nel descrivere i tre ragazzi che fanno il bisogno materiale ho voluto richiamare quel pretesto che ogni ragazzo sorpreso a rubare negli orti mette in ballo, e cioè era andato solo per un bisogno. Nei dialoghi riportati ragiono con la stessa mentalità dei ragazzi che sono i protagonisti del romanzo; anche nei discorsi indiretti, pur essendo io a parlare, cerco di pensare con la mentalità dei ragazzi e riporto in modo indiretto le battute dei ragazzi. Intendevo proprio presentare con perfetto verismo una delle zone più desolate di Roma."(15)

Vengono assolti ”perchè il fatto non costituisce reato" e il libro, ritirato dalle librerie per un anno, viene dissequestrato. Inizia una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti. Le accuse, tante e al limite del grottesco, vanno da: favoreggiamento, rissa, furto, rapina a mano armata ecc... 
Nel 1956, con la regia di Ermanno Olmi e testo e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, viene prodotto il documentario “Manon finestra 2”. 
Stringe amicizia con Alberto Moravia, Elsa Morante e, successivamente, anche con Laura Betti.

Nel febbraio del 56 esce su “Nuovi Argomenti”, da pagina 72 a pagina 82, in anticipo rispetto alla raccolta poetica che reca lo stesso titolo, il poemetto "Le ceneri di Gramsci 
 
Nel 1957 Pasolini, insieme a Sergio Citti, collabora al film di Fellini, “Le notti di Cabiria”, come consulente ai dialoghi romaneschi. Collabora alla sceneggiatura di “Marisa la civetta” (regia di Mauro Bolognini) e alla sceneggiatura del documentario di Ermanno Olmi, “Grigio”. 




...non è che le sue poesie mi "piacciano": è che (come nelle “Ceneri di Gramsci”)ci trovo da discutere, magari da smontarle pezzo per pezzo, da dimostrare che è tutto sbagliato. Ma è questa la poesia di cui abbiamo bisogno: una poesia che si possa discutere, che tocchi le contraddizioni del mondo in cui ci muoviamo, che faccia venire preoccupazioni nuove, anche che irriti, che rompa le scatole!...
Italo Calvino

Sempre nel 1957, pubblica la raccolta di poesie “Le ceneri di Gramsci” da Garzanti. 
In molti accusano Pasolini di populismo, tra gli altri, Alberto Asor Rosa: 

"E' da osservare, innanzi tutto, che il populismo pasoliniano fa ora un altro passo innanzi verso una coerente completezza. Se la fase dei primi poemetti aveva rappresentato per lo scrittore il passaggio da un populismo istintivo a un populismo cosciente, ora il populismo comincia a caricarsi di un preciso significato politico. Dietro l'ideologia del populismo si profila la presenza di una cultura, che si fa garante e in un certo senso testimone oggettiva, storica, della visione pasoliniana di popolo. Si fanno i nomi di Croce e Gobetti, quasi a testimoniare la comparsa di una dimensione morale; si fa, soprattutto, il nome di Gramsci, e dietro o in Gramsci s'individua la funzione attiva, rivoluzionaria, di un'ideologia marxista".(16) 

Alle accuse di populismo cosi' Pasolini risponde su Vie Nuove: 

"[....] Salinari mi chiama, senza mezzi termini, senza appello, 'populista'. Ebbene, se egli usa questo termine nel senso in cui lo usa Lenin, in una concreta situazione storica, per definire un concreto movimento storico (quello che vedeva la rivoluzione come un prodotto delle classi contadine, al di fuori della guida delle aristocrazie operaie), rifiuto naturalmente di essere definito 'populista'. Sarei un imbecille se pensassi che la Rivoluzione si puo' fare a Melissa, senza Modena. Ma se Salinari usa il termine populista, nel senso che ormai la parola ha preso correntemente, cioe' nel senso di 'marxista che ama il popolo di un amore preesistente al marxismo, o in parte al di fuori di esso', allora potrei anche accettare tale definizione"(17).
Il treno di Casarsa (1957) fu edito nella rivista “FMR” nel 1984 e poi ripreso, nella rivista L’Espresso del 1985, con il titolo: La vita è un treno.

1958: Partecipa alla sceneggiatura di Giovani mariti (regia di Mauro Bolognini); collabora al cortometraggio Il mago di Mario Gallo, ed anche al cortometraggio Ignoti alla città, di Cecilia Mangini. 
Muore Carlo Alberto Pasolini, malato di cirrosi epatica e pubblica L’usignolo della Chiesa cattolica.

L'usignolo della Chiesa cattolica, con dedica di Pasolini a Elsa Morante
Biblioteca centrale Roma

Il 1959 lo vede impegnato in alcune collaborazioni per il cinema: Morte di un amico, per la regia di Franco Rossi; Le notti dei teddy boys, regia di Leopoldo Savona (non accreditato); La notte brava, Regia di Mauro Bolognini. 
In giugno dello stesso anno si trasferisce in via Giacinto Carini, nell'edificio dove abita anche il poeta Attilio Bertolucci e realizza, per il mensile "Successo, un viaggio- reportage, in tre puntate, La lunga strada di sabbia. Traduce per la compagnia teatrale di Vittorio Gassman, l'Orestiade di Eschilo e pubblica Una vita violenta. 

Qui siamo di fronte a un curioso equivoco (dove beninteso non entra la perizia dell'artista) che probabilmente è legato a una ragione sociale: non è un mondo organizzato, quello che Pasolini vuole restituire, è un mondo senza argini, dove gli uomini sono ridotti alla essenzialità biologica: il loro problema non è quello di esistere, ma di sopravvivere. Per forza di cose è un mondo chiuso, bloccato, senza soluzioni: di qui il meccanismo delle ripetizioni, del linguaggio che lo scrittore fotografa in maniera faticosa al lampo del dialetto, di qui quell'aria di ossessione che .soffoca. Probabilmente Pasolini ha dato in questo senso tutto quello che poteva dare, direi che la sua triste epopea del miserabile (.quell'uomo che in letteratura ha il suo albero genealogico, da Vallès a Rictus, da Valcra a Baroja, da Celine a Pallet) si chiude a questo punto. E, del resto, chissà che anche in quel mondo di ombre, di larve, non ci siano materie diverse, storie più definite, insomma qualcosa che non ci costringa sempre a vergognarci di noi. Pasolini lo sa dal suo Tommaso Puzzilli che butta la vita per salvare una povera donna. 
Carlo Bo (18)

Bruno Esposito 



Note: 

10) Poeta delle Ceneri - Poesie disperse II pubblicata su "Nuovi argomenti", luglio-dicembre 1980, a cura di Enzo Siciliano e ora in: Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie, vol. I, Garzanti, Milano 1993 

11) Il treno di Casarsa, in «FMR», n. 28, novembre 1984; ora in P. P. PASOLINI, Romanzi e racconti 1946-1961, tomo I, Mondadori, Milano 1998, p. 1437. 

12) “il treno di Casarsa”, da Un paese di temporali e di primule 

13) "Profilo autobiografico" in Ritratti su misura di scrittori italiani, a cura di E.F. Accrocca, Venezia 1960) 

14) El testament Coran, La meglio gioventù (Sansone, 1954) 

15) Deposizione di Pasolini del 4 luglio 1956 - processo a Ragazzi di vita. 

16) Alberto Asor Rosa - Scrittori e popolo - il populismo nella letteratura italiana contemporanea - Einaudi 

17) Pier Paolo Pasolini - da un articolo su Vie Nuove del 9 novembre 1961 intitolato "una polemica su politica e poesia", raccolto in Le belle bandiere - Editori Riuniti 

18)Il "fango" di Pasolini, Recensione di Carlo Bo a "Una vita violenta" - LA STAMPA ,Anno 93, Num. 162 , Giovedì 9 Luglio 1959
  

 Segue  



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