"Le pagine corsare " dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
PROFONDO NERO
Ospite a Potpourri, Martina Di Matteo, autrice insieme ad altri degli undici capitoli del quaderno monografico "Pasolini profondo nero".
"La mole di dati e notizie che hanno costruito, senza mai darle un senso, la storia dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini, ha sinora i tratti di una sola certezza: quella notte fu arrestato un ragazzo, un minorenne, rimasto per la storia giudiziaria l'unico responsabile della morte di Pier Paolo Pasolini".
Comincia la ricostruzione di cosa avvenne nella notte tra il 1° e il 2 novembre 19875. Dalla teoria del complotto all'esistenza di un'altra auto sul luogo del delitto fino a ipotesi di coinvolgimenti nella "lotta di potere" legata al suo ultimo romanzo uscito postumo, "Petrolio", Pasolini sapeva qualcosa di scomodo oppure è morto come altri sostengono per la sua vita sregolata. Dove la verità? Ecco le ultime novità sul caso ancora irrisolto e fitto soprattutto di personaggi dell'attualità italiana, fino alle ultime dichiarazioni di questi giorni.
"Le pagine corsare " dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
«Io so.
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere.
Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile».
Pier Paolo Pasolini (dal "Corriere della Sera", 14 novembre 1974)
Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922. Seguì il padre, che era militare di carriera, nei suoi trasferimenti. Frequentò però il liceo e l'università a Bologna, dove ebbe maestri Contini e Longhi e frequentò Leonetti e Roversi, e dove si laureò in Lettere con una tesi sul linguaggio del Pascoli, nel 1945. Trascorreva le estati a Casarsa, nel Friuli, luogo d'origine della madre; e là si era rifugiato dopo I'8 settembre 1943, per sottrarsi alla chiamata di leva. In friulano compose i suoi primi versi, "Poesie a Casarsa" (1942), poi editi con altri testi friulani in "La meglio gioventù" (1958). Nel 1945 ebbe la notizia che il fratello Guido era stato ucciso in un conflitto a fuoco fra due gruppi partigiani di diverso orientamento politico. Nel 1947 si iscrisse al Partito Comunista. Avviatosi alla carriera dell'insegnamento, vicino a Casarsa, venne allontanato dall'insegnamento e poi anche espulso dal PCI in seguito a un oscuro episodio di omosessualità che sfociò in un processo per corruzione di minori. È questo il primo di una lunga serie di processi (oltre 30) che diedero a Pasolini la coscienza della propria diversità e ne segnarono il destino (e anche il ruolo pubblico, che egli si ritagliò) di emarginato e ribelle.
In seguito allo scandalo nel 1949 dovette lasciare Casarsa, assieme alla madre (i rapporti con il padre si erano già deteriorati), e si trasferì a Roma, stabilendosi dapprima in una borgata e vivendo di lezioni private e dell'insegnamento in una scuola privata. La scoperta del mondo del sottoproletariato romano gli ispirò - oltre ad alcuni dei versi contenuti nelle "Ceneri di Gramsci" (1957) e nella "Religione del mio tempo" (1961), che seguivano quelli dell' "Usignuolo della Chiesa cattolica" - soprattutto i romanzi "Ragazzi di vita" (1955) e "Una vita violenta" (1959), che fecero scandalo, ma lo avviarono al successo letterario. Con gli antichi compagni d'università Leonetti e Roversi fondò e diresse, dal 1955 al 1959, la rivista «Officina», che vide fra i collaboratori Fortini, Volponi e altri importanti critici e letterati militanti.
Cominciava intanto la sua attività nell'ambito del mondo cinematografico: collaborò ad alcune sceneggiature (anche per le "Notti di Cabiria" di Fellini), quindi a partire dal 1961 diresse numerosissimi film, da "Accattone" a "Uccellacci e uccellini", da "Edipo re" a "Teorema", da "Medea" al "Decameron". Molti di questi film fecero scandalo, come i romanzi, e in qualche caso costarono a Pasolini processi e condanne. Negli anni Sessanta pubblicò "ll sogno di una cosa" (un romanzo scritto nel 1949), scrisse alcune tragedie, altri versi ("Poesia in forma di rosa", 1964; "Trasumanar e organizzar", 1971) e svolse un'ìntensa attività di critico militante su vari giornali e riviste (fra l'altro diresse con Moravia e Carocci «Nuovi Argomenti»), attività che, dopo la raccolta "Passione e ideologia" (1960), sfociò in numerosi volumi, in parte usciti postumi: da "Empirismo eretico" (1972) e "Scritti corsari" (1975) a "Descrizioni di descrizioni" (1979). Morì assassinato a Ostia in circostanze oscure nel 1975.