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mercoledì 18 giugno 2025

Pasolini e l’Africa degli anni ’60 - scritto da Peter Kammerer | 1 Marzo 2014

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

© Immagine: archivio Dacia Maraini - tutti i diritti riservati

Pasolini e l’Africa degli anni ’60

 scritto da Peter Kammerer

1 Marzo 2014


Questo contributo riprende i commenti a due antologie di testi pasoliniani, pubblicate in Germania nel 2012, riguardanti l’Africa((Peter Kammerer (a cura di): Pier Paolo Pasolini. Reisen in 1001 Nacht, Hamburg, Corso Verlag 2011. Peter Kammerer (a cura di): Pier Paolo Pasolini. Afrika, letzte Hoffnung, Hamburg, Corso Verlag 2012. In Italia è uscito già nel 2010 il volume fondamentale di Giovanna Trento, Pasolini e l’Africa. L’Africa di Pasolini, Mimesis Edizioni, Milano 2010.)). La traduzione dal tedesco è di Monica Tombolato.

Identificazioni africane

Nel 1958 Pasolini scrive una serie di epigrammi raccolti sotto il titolo Umiliato e offeso che segnano il drammatico passaggio dalle speranze de’ Le ceneri di Gramsci alla crisi degli anni sessanta raccontata nelle poesie de’ La religione del mio tempo. Uno di questi epigrammi porta il titolo Alla Francia((In: La religione del mio tempo, in: Meridiani, Poesie I pag. 1007)) in cui Pasolini esprime “la lieta sorpresa” di una sua somiglianza con Sekou Touré, il primo presidente di una Guinea indipendente. Il poeta vede il proprio naso persino “schiacciato”, una caratteristica fisica interpretata normalmente in modo razzista. Come i poeti neri della Resistenza negra anche Pasolini reinterpreta e converte il segno di inferiorità razziale in segno di solidarietà e di rinascita((Si veda La Resistenza Negra, introduzione all’antologia Letteratura negra. I poeti, prefazione di Pier Paolo Pasolini, a cura di Mario De Andrade, Editori Riuniti, Roma 1961, in: Meridiani, Saggi sulla Letteratura e sull’Arte II, pagg. 2344 – 2355)).

Pier Paolo Pasolini, Bandung capitale di mezza Italia - Vie nuove, n. 30, 29 luglio 1961, pag. 22

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
Bandung capitale di mezza Italia

Vie nuove

n. 30

29 luglio 1961

pag. 22

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Egregio Pasolini, la lettura di «Vie nuove» mi ha dato la possibilità di conoscere veramente Lei e il suo modo di pensare – così pieno di umanità e comprensione –. Mi sono ricreduto di quello che pensavo di Lei in precedenza, dopo aver letto «Vita violenta», libro in cui metteva a nudo la vita nelle sezioni del Partito comunista, quella misera dei poveri e quella degli invertiti. Perché, mi domandavo, questo giovane scrittore rivolge la sua indagine al nostro ambiente, prende per protagonista povera gente quando avrebbe potuto con più efficacia scrivere della dolce vita dell’alta borghesia di ogni paese? Ora, le domando le ragioni per cui ha scritto cose poco piacevoli riguardo la povera gente. Lei conosce la vita che noi conduciamo, la stanchezza del lavoro. La miseria che ci vieta ogni possibilità. Lei sa che i grossi borghesi spendono fior di milioni per una «mantenuta» ma non concedono 10 lire d’aumento all’operaio. I luoghi frequentati dai «vitelloni» non sono alla portata dei poveri, l’inversione sessuale è molto diffusa nelle classi alte. Noi abbiamo duramente combattuto 10 anni fa contro i licenziamenti alla Breda: avrebbe dovuto vedere com’eravamo fieri della solidarietà degli intellettuali, dei quali abbiamo bisogno per trovare la giusta strada. Rispettosi saluti. 

Giuseppe Cosmo