"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
"Ah, ciò che tu vuoi sapere, giovinetto..."
Il cavaliere della valle solitaria
di Bernardo Bertolucci
Ah, ciò che tu vuoi sapere, giovinetto,
finirà non chiesto, si perderà non detto.
Non posso iniziare questo breve ricordo senza citare gli ultimi due versi della poesia intitolata A un ragazzo che Pasolini scrisse nel 1956-57. Il giovinetto ero io e le parole di Pier Paolo, rilette oggi, risuonano come un’affettuosa, malinconica profezia. Negli anni della nostra amicizia il significato di quei versi aveva subito varie mutazioni, accompagnando l’evoluzione del nostro rapporto, di cui avevo finito per diventare il cuore segreto, il logo, il motto. Due versi che, nell’affascinante e pericoloso terrain vague dell’inesprimibilità tra due amici di età diversa, venivano di volta in volta bisbigliati, urlati, rinfacciati, rivendicati, manipolati, secondo i bisogni in progress della nostra complicità. Fino a sfiorare l’inquietante scambio dei ruoli tra “il giovinetto”, che vuole sapere ma non riesce a chiedere, e “il poeta”, che sa ma non riesce a dire.