"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Ero io la maestra di Pier paolo Pasolini
La donna che ha ispirato «Atti impuri», il racconto autobiografico di Pier Paolo Pasolini, esiste. La Dina dello scrittore friulano è viva ma ha un altro nome. Si chiama Pina, Pina Kalc . E nata ad Opicina, frazione carsica del comune di Trieste, ed ora risiede in Jugoslavia, a Fiume, dove nel 1977 è andata in pensione dopo aver fatto parte per un trentennio dell'orchestra del locale teatro Ivan Zajc.
Pina Kalc — diplomatasi nel 1936 in violino a Trieste — si trasferì a Maribor dove insegnò per alcuni anni alla scuoia di musica suonando nell'orchestra dell'Opera e nella Filarmonica.
Allo scoppio della guerra ì nazisti invasero la Stiria e Pina si trasferì in Friuli, a Casarsa della Delizia. È qui che conobbe Pasolini. La storia è stata ora raccontata dalla stessa anziana musicista che, rompendo un lungo silenzio, ha voluto finalmente parlare in un'intervista al periodico della minoranza italiana di Fiume dei suoi rapporti con lo scrittore, presentandoli nel loro giusto quadro, cancellando tutte le impressioni inesatte su un rapporto di amicizia breve quanto intenso tra la «maestra» e l'allievo.
«Eravamo ambedue giovani — ricorda la Kalc — ci accomunava l'amore per la musica e la poesia e fra noi due nacque subito una affettuosa amicizia che si andò via via trasformando in un fecondo sodalizio artistico, interrotto solo nel 1945 quando mi unii alla Orchestra filarmonica triestina che stava per trasferirsi in blocco in Jugoslavia».
Molti sono gli elementi che rendono possibile un accostamento fra la Kalc e la Dina del racconto pasoliniano: le lezioni di violino, le suonate di Bach, ma, afferma la donna,
«io nego categoricamente di essere Dina. Ed aggiunge: Desidero anzi sgombrare il campo da eventuali equivoci che potrebbero sorgere dall'identificazione completa della protagonista pasoliniana con la mia persona».
Secondo la Kalc Dina è un personaggio romanzesco, inesistente e "Atti impuri", pur essendo un racconto autobiografico, è assai poco veritiero...
Io ho amato Pier Paolo, gli ho sempre voluto bene, anche quando non eravamo più vicini, ma il mio è sempre stato unicamente un sentimento fraterno, mentre la Dina del libro è e una ragazza disperatamente innamorata di lui, che soffre per non essere corrisposta e che non potrà mai esserlo a causa delle particolari tendenze sessuali della persona amata, che lei però non afferra».
l comune amore per la musica è stato il vero motivo della Singolare amicizia tra Pina Kalc e Pasolini. Pier Paolo, che "da bambino aveva studiato violino, volle approfittare dell'incontro per approfondire la conoscenza dello strumento.
Pina divenne così la sua «maestra» anche se — come ricorda ora la donna —
«in verità le nostre non furono mai lezioni di tipo tradizionale, bensì qualcosa di confidenziale, informale, senza impegni e programmi precisi».
Pasolini imparò abbastanza da eseguire con la «maestra» dei duetti, ma «mai tanto quanto io speravo». Secondo la donna Pasolini «era ben superiore in altri campi e il suo fu più un giocare con il violino che altro. Si stancava subito e diceva:
Ma dai, Pina lasci perdere.
Prenda lei il violino e suoni Bach.
Mi esegua Siciliano».
Pasolini imparò a conoscere Bach al punto di amarlo e dedicargli due originalissimi scritti che la Kalc conserva e che a tutt'oggi sono inediti: uno «Studio sullo stile di Bach» ed un'analisi del «Siciliano», che è il terzo tempo della suonata n°1 in Sol minore. - Durante la sua permanenza a Casarsa Pina Kalc diresse un coro giovanile sorto per idea di Pasolini che «era un precursore— ebbe una straordinaria capacità di intuizione anche in campo musicale» e conobbe anche Giovanna Bemporad — all'epoca ancora studentessa, ma già brava poetessa —. ma non le risulta che Pier Paolo fosse innamorato di lei come si è detto:
«penso che la loro fu solo un'affettuosa amicizia ».
Ma quella che ha colpito particolarmente Pina Kalc è stata la personalità della madre dello scrittore:
«tra i due vi fu un rapporto molto più intenso di quello che può esserlo uno naturale tra madre e figlio; così singolare da apparire, a momenti, morboso. Sono convinta infatti che la eccessiva adorazione e considerazione della madre gli sarebbero state comunque d'impedimento a scegliersi una .compagna della vita».
Quando Pier Paolo morì, la signora Susanna soffrì moltissimo e non venne mai a sapere la tragica verità sulla sua scomparsa. La donna durante la guerra era stata fortemente provata dalla morte di Guido, il secondogenito. Racconta ancora la Kalc: Ricordo le sue sofferenze e il suo dolore quando Guido si unì ai partigiani della brigata "Osoppo".
Aveva solo diciotto anni e lei aveva una tremenda paura, quasi un presentimento, che gli potesse succedere qualcosa.
Fui anzi proprio io ad accompagnarla sulla montagna affinché potesse rivederlo. Camminammo per lunghe ore, alla fine lo trovammo. L'incontro fu commovente e brevissimo, quasi fulmineo ed anche l'ultimo, subito dopo. Guido cadde vittima di una resa di conti tra formazioni partigiane».
Finita la guerra Pasolini e la Kalc si separarono per non rivedersi mai più. le loro strade divergevano. Non ebbero più nessun contatto diretto, né personale, né epistolare. «Comunicavamo — confida l'anziana violinista — solo attraverso sua madre, della quale rimasi grande amica fino alla sua morte avvenuta alcuni anni fa. Lo ho comunque sempre ricordato con piacere e gratitudine per tutto ciò che ho imparato da lui*.
Silvano Goruppi
L'UNITÀ / GIOVEDÌ 10 GENNAIO 1985
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