"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
"Non accetto intimidazioni…". Pasolini inedito
Gideon Bachmann e Pier Paolo Pasolini.
Tratto da:
a cura di Riccardo Costantini
Chiarelettere
Bachmann
Vorrei sapere se lei è conscio, quando gira, di quanto sta producendo e di come ciò poi agirà sullo spettatore.
Pasolini
È sempre imprevedibile. Anche nei momenti di maggiore intimità, cioè quando scrivo dei versi, momenti in cui domino meglio la materia perché sono da solo con una macchina da scrivere, è sempre impossibile prevedere fino in fondo quello che sarà la poesia oggettivamente, al di fuori della mia intenzione, della mia ispirazione, della mia critica. Sia ben chiara una cosa fin dall’inizio: quando faccio cinema è esattamente come se stessi scrivendo dei versi. Purtroppo sono rimasto molto infantile e molto simile a come mia madre ha voluto che fossi quando ero bambino, quindi non riesco mai veramente a credere nella cattiveria, nel male degli altri. Penso sempre al prossimo come se fosse un prossimo che giudichi in pura buona fede. E ogni volta rimango… deluso.
[…]
Bachmann
Il suo lavoro ha sempre provocato grandi polemiche e le ha procurato molti rancori da parte di un largo segmento della popolazione. Immagino ne sia conscio, ma mi chiedo se ogni tanto si rimproveri di aver fatto degli errori o se ritiene sia sempre la società a sbagliare… Mi piacerebbe sapere se queste reazioni del pubblico ostacolino il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Pasolini
A dire il vero, non tutti i settori della vita italiana sono contrari alla mia opera. Lo sono i settori dell’estrema destra, invero molto potenti. Nel fare un lavoro, che si tratti di un romanzo, di poesie o di film, io non posso che preventivare una reazione violenta e contraria così come effettivamente accade. Naturalmente nella mia sincerità non riesco mai a prevenire quanto di feroce, di avverso, c’è nella reazione. Però la prevedo come un fatto ideologico, e avendola prevista evito che interferisca col mio lavoro.
Bachmann
Non è la risposta esatta alla mia domanda. Mi spiego meglio: queste reazioni hanno provocato nel suo intimo un sentimento che influenza il suo lavoro? Per esempio, quando l’abbiamo incontrata a Venezia per la presentazione di Mamma Roma lei in pubblico è stato feroce, anche nei modi, mentre adesso è più calmo, forse perché siamo a Roma nel suo appartamento… Se queste sono domande troppo intime me lo dica… Ma, sa, credo che questa sia la cosa più importante nella sua vita artistica: un poeta può scrivere un poema per sé, ma un poeta polemico, come lei, dipende in una certa maniera da ciò che provoca il poema una volta diventato pubblico…
Pasolini
È un problema molto complesso. Non ho avuto particolari intimidazioni. Prova ne sia un fatto che è successo in tribunale per il film La ricotta. Quando sono stato interrogato, la prima domanda del giudice è stata sulla possibile cattiva interpretazione del mio film. Io ho detto che «sì, si potevano dare delle interpretazioni non giuste, ma in malafede». Questo ha scatenato il pubblico ministero, che si è sentito accusato, e ho rischiato l’arresto in aula. Nel film avevo premesso una dichiarazione in cui prevedevo che la pellicola sarebbe stata interpretata in malafede, e in tribunale l’ho ricordato riconfermando quanto avevo detto. Perciò ho rischiato di essere arrestato. Sono stato meno feroce di quando ho presentato il film a Venezia, però sostanzialmente non sono receduto di un passo, né intendo recedere. Non accetto intimidazioni.
Allo stesso modo, le reazioni scomposte e violente, incivili, di parte del pubblico italiano, non mi hanno turbato.
18 marzo 1963
Fonte:
http://www.illibraio.it/pasolini-ineditogideon-bachmann-260414/
Nessun commento:
Posta un commento