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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

martedì 28 dicembre 2021

1968 CHE COSA SONO LE NUVOLE?

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


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1968 CHE COSA SONO LE NUVOLE?

(3° episodio di CAPRICCIO ALL’ITALIANA)


Regia
di Pier Paolo Pasolini (aiuto regia: Sergio Citti)
Produzione:Dino De Laurentiis Cin.
Distribuzione: Euro International Film
Soggetto e sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Tonino Delli Colli
Musica: Domenico Modugno («Così sono le nuvole»)
Fra gli interpreti: Totò, Ninetto Davoli, Laura Betti, Adriana Asti, Franco
Franchi, Ciccio Ingrassia, Francesco Leonetti, Domenico Modugno

USCITA NELLE SALE:

13 aprile 1968: Bari, Cinema Impero; 
14 giugno 1968: Roma: Cinema Paris, Reale, Ritz.

STORIA:

Film girato fra marzo e aprile 1967; nei teatri di posa di Cinecittà; esterni nei dintorni di Roma. Terzo episodio del film Capriccio all’italiana. 

Gli altri sono: 

Il mostro della domenica di Steno; 
Perché di Bolognini; 
Viaggio di lavoro di Pino Zac; 
La bambinaia di Monicelli; 
La gelosa di Bolognini.

TRAMA:

In un teatro, dinanzi a un pubblico popolare, viene messa in scena una versione in chiave comica dell’Otello: i personaggi sono attori-marionette: Totò rappresenta Jago, Ninetto Davoli è Otello. Jago mette in atto nei confronti di Otello il falso tradimento di
Desdemona con Cassio: Otello riceve da Jago un fazzoletto avuto con l’inganno da Desdemona e che lo stesso Jago utilizza come prova dell’infedeltà della donna, suscitando la gelosia e le smanie di vendetta di Otello. Il pubblico che assiste alla rappresentazione non accetta la conclusione della storia che, come nella tragedia di Shakespeare, prevede l’assassinio di Desdemona da parte di Otello: gli spettatori salgono sul
palcoscenico, uccidono Jago e Otello e portano in trionfo Desdemona e Cassio. I due attori-marionette (Jago e Otello) vengono buttati nel camion della spazzatura, poi nella discarica. Jago e Otello, semisepolti dai rifiuti, vedono sopra di loro il cielo azzurro cosparso di nuvole bianche. “Iiiiih, che so’ quelle”, chiede Otello. “Sono le nuvole”, risponde Jago. “E che so’ le nuvole? Quanto so’ belle! Quanto so’ belle!”, replica Otello.




Tra il Marzo e l’Aprile del 1967, Pasolini, appena tornato dal Marocco, è già al lavoro per la realizzazione del secondo episodio promesso a Dino De Laurentiis. Il film nel quale s’inserisce Che cosa sono le nuvole? è Capriccio all’italiana: ennesimo film della grande produzione di pellicole a episodi che ha caratterizzato quel periodo. Al film prendono parte vari registi di spessore
come: Steno nell’episodio Il mostro della Domenica, Bolognini in Perché e La gelosa, Monicelli ne La bambinaia e Zac in Viaggio di lavoro. Pasolini girò il suo cortometraggio nell’arco di una settimana, utilizzando oltre al duo Totò/Ninetto, attori come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Laura Betti, Adriana Asti e l’amico-scrittore Francesco Leonetti.
Tutto si svolge all’interno di un teatro, prima della messa in scena dell’ Otello di Shakespeare: alle pareti sono affissi i quattro manifesti degli spettacoli in programma, si tratta, in realtà, dei quattro titoli dei progetti di film comici che Pasolini ha in mente in quel periodo che campeggiano su altrettanti capolavori di Velasquez. Sulla locandina che riproduce "Il nano don Diego de
Acedo detto El Primo" è presente il titolo: La terra vista dalla Luna; sulla riproduzione de "Il principe Baltasar Carlos con un nano", il titolo Mandolini (film che avrebbe dovuto contenere una serie di sketch comici interpretati da Totò e Ninetto); e infine, sul manifesto che ritrae il "Filippo IV", il titolo "Le avventure del Re Magio randagio e il suo schiavetto Schiaffo" (che si trasformerà
negli anni successivi nel progetto del "Porno-Teo-Colossal").
Il cartellone de La terra vista dalla luna giace a terra, strappato, a indicare uno spettacolo che ha già avuto luogo. <<Prossimamente>> e <<Domani>> annunciano rispettivamente Mandolini e Re Magio Randagio. Escludendo La terra vista dalla luna nessuno di questi progetti di pellicole comiche fu
realizzato: solo Sergio Citti nel 1996 realizzerà "I Re Magi randagi".
Sul manifesto che indica lo spettacolo di <<Oggi>> ritroviamo su "Las Meninas" del pittore di Siviglia, il titolo Che cosa sono le nuvole?. "Las Meninas" può essere considerata una delle opere più importanti della storia dell’arte proprio per la sua carica innovativa. Essa viene considerata come il primo caso di mise
in abyme (o struttura in abisso), che consiste nel prendere come punto focale dell’ opera la creazione artistica, ovvero la rappresentazione nel suo realizzarsi, nel suo farsi. Quindi notiamo, come l’opera di Velasquez si leghi alla "rappresentazione nella rappresentazione" dell’Otello di Shakespeare che propone Pasolini. Detto questo, ecco la storia del film.
In uno scalcinato teatrino di periferia va in scena l’Otello di Shakespeare recitato dai burattini. L’azione è incentrata sulla gelosia di Otello provocata ad arte dal malvagio Jago, il suo cattivo consigliere. Fuori scena il burattino Otello, che è appena nato (è stato appena costruito) e non conosce ancora il mondo, poco convinto del suo ruolo, chiede spiegazioni al burattino Jago, che gli
risponde: <<Siamo in un sogno dentro un sogno>>. La vicenda si sviluppa in scena come nella tragedia shkespeariana.
Quando Otello, costretto dal suo destino di burattino-attore e dall’odio ce deve per forza recitare, sta per uccidere Desdemona, gli spettatori non trattengono la loro ira e, per salvare la povera fanciulla innocente, saltano sul
palcoscenico e lo ammazzano insieme al malvagio Jago. Nello sgabuzzino-camerino gli altri burattini piangono addolorati la morte dei loro compagni. Arriva l’immondezzaro, carica sul suo camion i due burattini-cadaveri, li trasporta alla discarica e li butta via. Nel mondo reale i due burattini si rendono conto della <<straziante, meravigliosa bellezza del creato!>>
Con Che cosa sono le nuvole?, Pasolini decide di abbandonare definitivamente la trattazione ideologica (seppur in alcuni casi ceda alla tentazione), che già abbondantemente è stata utilizzata in Uccellacci prima e, in toni più sommessi in La terra vista dalla luna poi, lasciandosi andare alla pura creazione poetica.
All’interno dell’episodio i personaggi
svolgono senza dubbio un ruolo importante; i più rappresentativi sono: Jago/Totò, che nel film svolge il ruolo del saggio che aiuta Otello/Ninetto nella ricerca di se stesso nel mondo reale, del senso della sua esistenza e, Otello/Ninetto appunto che, appena creato, è costretto a recitare in una tragedia che non conosce con un copione che non ha mai studiato.
Sembra che sia spinto da una forza sovrannaturale che lo spinge a dire parole e a fare gesti che non condivide e che anzi egli stesso respinge. Ben presto Otello, con l’aiuto di Jago, si rende conto di non vivere nella realtà ma in una rappresentazione di essa in cui tutti gli altri burattini, come lui, sono costretti a svolgere azioni decise da qualcun altro per loro.
Inevitabilmente, vivendo in un "mondo nel mondo", gli stessi protagonisti hanno a che fare con due Dei: un Dio-marionettista che "regge le fila della rappresentazione" e che risponde alle domande con il "forse" e un Dio-autore che, seppur interpretato da Francesco Leonetti (lo stesso che aveva dato voce al corvo di Uccellacci), s’identifica nello stesso Pasolini. Infine vi è
l’immondezzaro (interpretato da Domenico Modugno) Caronte di anime-inanimate traghettate al mondo reale. L’unica maniera per poter assaporare la "straziante meravigliosa bellezza del creato" è quella di morire per poter rinascere, ma solo per pochi attimi, quegli attimi che permettono a Jago e Otello di scoprire le nuvole. "Otello- Iiiiiih, che so’ quelle? Jago- Sono…sono…
le nuvole…Otello- E che so’ le nuvole? Jago- Boh! Otello- Quanto so’ belle! Quanto so’ belle! Jago- Oh, straziante meravigliosa bellezza del creato!"
E poi c’è il pubblico che decide di venir fuori dal suo ruolo e intervenire sulla scena per evitare che la tragedia si compia, regalando alla rappresentazione un finale diverso da quello che Shakespeare aveva pensato. Irrompe sul
palco, impedisce a Otello di uccidere Desdemona, e dopo aver eliminato Jago e Otello, porta in trionfo Cassio. Rileviamo qui una doppia citazione di Pasolini, una riferita alle sceneggiate a cui il pubblico prendeva spesso vivacemente parte e l’altra a Don Chisciotte che, per correre in aiuto del valoroso Don Gaiferos, salì sul palcoscenico per fare strage di burattini.
Pasolini, in questa maniera, ritrae ancora una volta il  pubblico/massa ignorante e inconsapevole che non è in grado di accettare qualsiasi evento esca dai canoni dell’ "etica borghese": questa interpretazione ci permette quindi di rilevare ancora una volta la sua insoddisfazione nei confronti della società, e d’individuare alcuni cenni della sua denuncia alla dilagante
omologazione, già ampiamente trattata in Uccellacci.
Quindi, i personaggi di Che cosa sono le nuvole?, seppur marionette, sono in grado di provare emozioni alla stessa maniera degli esseri umani: hanno paura quando vengono trasportati alla discarica, piangono quando qualcuno di loro muore,rimangono estasiati dalla bellezza del mondo reale. Non hanno
urgenti bisogni fisici come i personaggi delle due pellicole precedenti, ma bisogni morali. Ma se i nostri attori vivono una rappresentazione nella rappresentazione (o in un "sogno nel sogno" come afferma Jago-Totò), se hanno due Dei ai quali rivolgersi, allora vivono una doppia vita e una doppia morte al tempo stesso. Ed è qui che ritroviamo, forse con maggiore
evidenza, la dicotomia vita-morte, già analizzata in La terra vista dalla luna. Lo stesso Pasolini, obbligato a indicare i rapporti che legano i due episodi afferma che, oltre allo stile comico-picareso che contraddistingue entrambi, un punto fondamentale d’incontro è quello che riguarda la definizione de "l’ideologia della morte": <<Quell’ideologia che fa corpo con
l’inesplicabile mistero della vita, di quella disperata vitalità che assume valore e significato solo grazie al mistero del suo avere fine>>. In quest’ottica Pasolini ritrae la vita come un viaggio senza senso e la morte come nascita, come recupero del senso della vita.
Ma c’è un altro aspetto che lega Che cosa sono le nuvole? al cortometraggio precedente, ed è l’utilizzo del colore: la
stranezza cromatica contraddistingue anche quest’ultima opera del regista bolognese. Jago, completamente colorato di verde dimostra la falsità dei personaggi nel loro non essere umani. Sicuramente il colore (utilizzato con la sapienza degli artisti) ha permesso a Pasolini d’incrementare l’espressività dei suoi film.
Per quanto riguarda le musiche utilizzate
nell’episodio c’è da dire che, dopo la collaborazione con Ennio Morricone, che aveva caratterizzato le due pellicole precedenti, in Che cosa sono le nuvole? Pasolini realizza con Modugno una canzone (dallo stesso titolo del film) scritta dal regista bolognese e musicata e interpretata dal cantante polignanese: i due si ritrovano dopo l’esperienza di Uccellacci, quando Modugno aveva
cantato i titoli di testa.
Pasolini dopo questo episodio per i suoi film successivi è pronto a dar vita a una vera e propria rivoluzione linguistica, che avrà inizio con la poetica dell’immagine, <<sciolta dai legami logici, sbilanciata sul versante delle pure emozioni>>. Il suo primo tentativo sarà Edipo Re, film che aveva già cominciato a girare in contemporanea con l’episodio
trattato.
Con Che cosa sono le nuvole? si chiude la trilogia comica di Pasolini nata con Uccellacci e uccellini, consolidatasi con La terra vista dalla luna, e ha fine la collaborazione Pasolini/Totò/Ninetto a causa della morte del secondo che avverrà un mese dopo la fine delle riprese. Totò, quindi, non farà mai in tempo a vedere il suo ultimo lavoro:
<<La morte del burattino Jago si sovrappone a quella del principe dei comici: entrambi abbandonano le assi del palcoscenico, i fili tagliati da una Parca crudele>>. La morte di Totò interrompe, quindi, quel rapporto di collaborazione con Pasolini che finalmente aveva intrapreso i binari giusti. Egli era entusiasta del lavoro che stava svolgendo, proprio perché Pasolini
gli permetteva di recuperare quella comicità dei primordi, quella del clown e del burattino. Alla luce di questo Pasolini abbandona definitivamente l’ambito grottesco-picaresco e, Che cosa sono le nuvole? rimarrà l’ultimo episodio del ciclo comico da egli stesso progettato.


PER UN CINEMA IDEOLOGICO E SURREALE 
a cura di Lorenzo Mirizzi
Fonte:
http://www.antoniodecurtis.org/pier_paolo_pasolini.htm

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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