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venerdì 27 dicembre 2024

Conferenza stampa di Pier Paolo Pasolini al termine di "Salò o le 120 giornate di Sodoma" - Teatro 15 di Cinecittà, 9 maggio 1975

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Conferenza stampa di Pier Paolo Pasolini al termine di "Salò o le 120 giornate di Sodoma"
" Registrazione video di "Teatro 15 di Cinecittà, 9 maggio 1975"





©Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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Pasolini, De Sade e l’universo dei consumi - Gideon Bachmann, il 2 maggio 1975 intervista Pasolini - Il cinema in forma di poesia, a cura di L. De Giusti, Cinemazero, Pordenone 1979

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© Archivio Cinemazero, Pordenone; © Foto: Deborah Imogen Beer

 Pasolini, De Sade e l’universo dei consumi

Gideon Bachmann, il 2 maggio 1975 intervista Pasolini

Il cinema in forma di poesia

a cura di L. De Giusti, Cinemazero

Pordenone 1979



Questo film è un allegoria? e di che cosa?

Sì, lo è; però non è un vero e proprio apologo, come era Teorema, ad esempio. Stavolta il sesso ha una funzione metaforica, e quindi il film non è una favola ma una grande metafora, almeno nelle mie intenzioni. Come dicevo in quella specie di autocritica sul «Corriere della Sera», il sesso questa volta è la metafora del rapporto tra il potere e chi è sottoposto al potere.

Pasolini, Il potere e la morte - Intervista per la Televisione della Svizzera italiana, 29 aprile 1975

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Pasolini,  Il potere e la morte

Intervista per la Televisione della Svizzera italiana

29 aprile 1975


Qual è il significato attuale di questo film su Salò?

Oltre che un film sull’anarchia del potere, questo film vuole essere anche un film sull’inesistenza della storia, cioè la storia così com’è vista dalla cultura eurocentrica (il razionalismo e l’empirismo occidentale da una parte, il marxismo dall’altra) nel film vuole essere dimostrata come inesistente.

mercoledì 25 dicembre 2024

Pasolini porta Sade a Salò tra i repubblichini, David Grieco intervista Pasolini sul set del suo film - L'Unità, domenica 19 gennaio 1975

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L'Unità, domenica 19 gennaio 1975 pag. 9


Pasolini porta Sade a Salò tra i repubblichini

David Grieco intervista Pasolini sul set del suo film

 L'Unità, domenica 19 gennaio 1975

pag. 9

( Trascrizione dal cartaceo curata da ©Bruno Esposito )  


Incontro con lo scrittore-regista

La collaborazione per le edizioni italiane di « Trash » di Morrissey e di «Sweel Movie» di Makavejev Fra tre settimane il primo giro di manovella per la versione cinematografica delle « 120 giornale di Sodoma » - Intanto sta completando un romanzo-fiume

« E' molto importante i morti debbono essere "riciclati". trasformati in cibo e quindi mangiati » 

Cosi sentenzia con tono grave l'eclettico regista Dusan Makavejev, di passaggio a Roma per presentare il suo più recente film Swect Movie, visto nella primavera scorsa alla «Quinzaine des réalisateurs » del Festival di Cannes II quarantatreenne cineasta di Belgrado, al suo quinto lungometraggio — ricordiamo L'uomo non è un uccello (1963), Un affare di cuore (1967). Verginità indifesa (1968) e W. R.: i misteri dell'organismo (1971) — ha incontrato i giornalisti romani a casa di Pier Paolo Pasolini, il quale ha curato, insieme con Dacia Marainl, l'adattamento italiano di Swect Movie (letteralmente «Dolce film»).

Pier Paolo Pasolini, poesia L'usignolo - L'usignolo della Chiesa Cattolica

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Pier Paolo Pasolini
L'usignolo

L'usignolo della Chiesa Cattolica

«Io non sono la luce...»
San Giovanni, Vangelo


I

STRANIERO
Salute, giovinetto. Cosa fai appoggiato al fresco rastrello?

GIOVINETTO
Salute, straniero, dietro di me Casarsa coi campi smarriti e i vecchi muri.

STRANIERO
Sei povero o signore? che nome hai?

GIOVINETTO
Ho vent’anni, vado nel campo a servire il mio padrone.

STRANIERO
Qual è la vostra bellezza?

GIOVINETTO
Il Vallo e il Bosco con le rogge d’argento.

STRANIERO
E non avete mai feste?

GIOVINETTO
Le Domeniche son feste piene di canti!

STRANIERO
Che triste paese!

GIOVINETTO
Donne mie, vecchi della mia infanzia, che dolce allegria i giorni della Settimana Santa!

STRANIERO
Non avete corpi dentro lo scuro vestito?

GIOVINETTO
Campana dell’Ave, campana dell’Angelus.

STRANIERO
Sentite sempre la voce del cielo?

GIOVINETTO
No. L’uomo ha le carte, il vino e le ragazze.

STRANIERO
Ah, vedo che sono ombre i vostri anni!

GIOVINETTO
L’alba schiarisce i paesucci cristiani, prega il giovane e va a zappare nel campo.

STRANIERO
Felice te! Io sono lontano dal mio paese.

GIOVINETTO
E che cosa hai trovato per la tua strada?

STRANIERO
Questa conchiglia, giovinetto!

GIOVINETTO
Oh, lascia che vi posi sopra l’orecchio!

STRANIERO
Attento, è un suono di dolore...

GIOVINETTO
No! Io vi sento battere Rosario, cantare ragazzi, e sospirare mia madre nel campo.

martedì 24 dicembre 2024

Pier Paolo Pasolini, La crocifissione - L'usignolo della Chiesa Cattolica

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Pier Paolo Pasolini
La crocifissione

L'usignolo della Chiesa Cattolica


       «Ma noi predichiamo Cristo crocifisso: 

       scandalo pe’ Giudei, stoltezza pe’ Gentili.»

       Paolo, Lettera ai Corinti


Tutte le piaghe sono al sole

ed Egli muore sotto gli occhi

di tutti: perfino la madre

sotto il petto, il ventre, i ginocchi,

guarda il Suo corpo patire.

L’alba e il vespro Gli fanno luce

sulle braccia aperte e l’Aprile

intenerisce il Suo esibire

la morte a sguardi che Lo bruciano.

domenica 22 dicembre 2024

Pier Paolo Pasolini, Accattone - La vigilia. Il 4 ottobre, 1961

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Pier Paolo Pasolini
 Accattone - La vigilia

Il 4 ottobre, 1961

 (Pier Paolo Pasolini, La vigilia - Accattone, Edizioni FM, Roma 1961)


       Mi sono alzato tardi, come al solito, verso le undici. So che oggi è un giorno, come si dice?, decisivo. L’ansia mi fa star male: proprio fisicamente. Il cuore mi batte, mi si rovescia lo stomaco. Sento, nella faccia, dolermi certi punti, in cui si annida la vecchiaia: la fronte, gli zigomi sotto gli occhi, la testa dietro le orecchie.

       Mi metto al lavoro. Come un principiante. L’aver ripreso in mano un dramma che avevo scritto nel 1944, e rimasto sempre incompleto, è un fatto che ha in questo momento un significato particolare: non so se è consolazione o disperazione. Rileggendolo, ieri sera, sono entrato in uno stato di nervi che credo provi solo chi è alle soglie dell’esaurimento. Le idee che mi si erano presentate, per completarlo e correggerlo (sedici anni dopo che era stato scritto!) non mi lasciavano in pace un istante: correvano dentro di me come torrenti, come scariche. Avevano qualcosa di radioso e inebbriante, è vero: era la vecchia «joy» che si ridestava. Ma nel tempo stesso mi sfinivano, mi facevano star male come avessi la febbre. A cena, dal Pastarellaro, con Moravia, la Morante, la Adriana Asti (che dovrebbe avere poi una parte importante nel dramma), Parise, mia madre e altri amici, non riuscivo a parlare, né quasi a ascoltare: ero tutto rivoltato in dentro: verso quelle idee radiose, che mi attraversavano dalla testa ai piedi.

Pier Paolo Pasolini e il cinema. Brevi note su alcuni registi.

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Pier Paolo Pasolini e il cinema.
Brevi note su alcuni registi

Pasolini è stato un semiologo dilettante che si è occupato del linguaggio cinematografico, oltre ad essere un recensore di film propri e altrui.

Per lui il cinema riproduce la realtà, perché le sequenze cinematografiche scelgono alcuni tra gli infiniti oggetti della realtà, pure quando devono evocare situazioni del passato.

Il cinema è soggettivo quando l'autore sceglie le immagini secondo la sua personale visione ideologica e poetica della realtà, o oggettivo quando l'autore prende le immagini dalla realtà così come sono, senza l'intervento della propria ideologia, oppure si tratta di immagini divenute convenzionali perché rivestite di un determinato significato sulla base di una tradizione cinematografica precedente .

MAMMA ROMA - DIARIO AL REGISTRATORE di Pier Paolo Pasolini - 1962

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@Angelo Novi - Marcel Carné con Pier Paolo Pasolini e Anna Magnani in visita sul set


MAMMA ROMA
 DIARIO AL REGISTRATORE 
di Pier Paolo Pasolini

1962


       3 maggio 1962, ore 9

       Ricordo che anche l’anno scorso quando dovevo fare Accattone – e pareva non dovessi più farlo – ho passato delle notti insonni, le sole della mia vita, perché, di solito, io dormo intensamente per nove ore di seguito con dei sogni spesso bellissimi. Invece in quel periodo ho fatto dei sogni terribili. Sognavo nel cuore della notte – avendo coscienza di essere nel cuore della notte – il sole, un sole radioso e stupendo, che era tanto più macabro quanto più era radioso. Perché era, appunto, un sole sognato nella notte, nel cuore della notte. Quel sole colpiva delle facce, o, meglio, dei «primi piani», degli amici di Accattone, al Ciriola, sul Tevere, con i profili delle statue bianche del Ponte degli Angeli. Nel fondo della notte, una luce ardente biancheggiava sulle facce degli amici di Accattone – Peppe il Folle, il Tedesco, Piede d’Oro – con un biancore che aveva qualcosa di mortuario, di funereo – il biancore che hanno le ossa dissepolte abbandonate in un pomeriggio d’estate, con la polvere. E questo senso di funereo che c’era nel sole, che pure era stupendo, era dovuto al fatto che quelle inquadrature erano, per me, irrealizzabili, mi erano impedite dalle circostanze.

Dalla nebbia escono i teddy boys di Pier Paolo Pasolini - Il Manifesto del 7 febbraio 1996

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Immagine - Repubblica 6 aprile 2008


Dalla nebbia escono i teddy boys di Pier Paolo Pasolini

Il Manifesto del 7 febbraio 1996
ALBERTO PICCININI

I L "CONTESSA", il "Rospo", "Mosè", il "Gimkana", Toni detto "Elvis", "Rospo" che della banda di teddy boys è il capo, il suo fratellino Cino. Milano si ricostruisce. E' tutta grattacieli, fabbriche, neon, juke box, macerie e... Adriano Celentano. Una notte di capodanno di fine anni Cinquanta, in un turbinare di motociclette e macchine rubate, i ragazzi della ghenga festeggiano a modo loro. Fanno passare un brutto quarto d'ora a una coppietta - cummenda e segretaria - sopresa a far l'amore in macchina, in un prato. Rubano i gioielli che addobbano la madonnina di una chiesa di campagna, e li regalano ad una barbona di passaggio. Vanno a trovare un amico maggiordomo in una villa di signori, e lì si strafogano di polenta. Rapiscono tre signore impellicciate e le costringono ad un orgia spaccona e ubriaca. Ballano il rock'n'roll in un night dove si esibisce Laura Betti. Caricano in macchina un omosessuale di passaggio, per spogliarlo e poi picchiarlo. Infine, uno di loro muore, colpito da un proiettile involontariamente sparato da Cino, il fratellino.

Pier Paolo Pasolini - «Ho cambiato idea per farla cambiare» ­«II Giorno», 22 agosto 1968

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Pier Paolo Pasolini
«Ho cambiato idea per farla cambiare»

­«II Giorno», 22 agosto 1968

Caro Chiarini,

dopo aver scritto su queste stesse colonne del «Gior­no» le ragioni per cui ho deciso di mandare al tuo Festi­val il mio film dissentendo così con l’Anac e tutte le altre formazioni culturali e politiche che si erano allineate nel contestarlo, oggi succede un fatto nuovo e inaspettato (anche a me stesso): non mando più il mio film al Festi­val di Venezia così come era ufficialmente — e sia pure fortunosamente e con grande e imperterrita passione da parte tua — istituito. Che cos’è successo, che mi ha fatto prendere una diversa decisione?

E qual è questa diversa decisione?

Rispondo prima alla seconda domanda. Io mando il mio film a Venezia attraverso l’Associazione autori cine­matografici (Anac) anziché attraverso la normale orga­nizzazione da te diretta: questo significa che aderisco alla «occupazione di lavoro», decisa di comune accordo con l'Anac, della Mostra del Cinema: occupazione di lavoro durante la quale saranno proiettati i film (da te invitati) e verrà elaborato il nuovo regolamento della Mostra.