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mercoledì 30 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini, La traduzione dell'Orestiade di Eschilo, su richiesta di Vittorio Gassman (Prima parte: Lettera del traduttore) - Il Contemporaneo, numero 24, anno III, aprile 1960

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
La traduzione dell'Orestiade di Eschilo
su richiesta di Vittorio Gassman 


(Prima parte: Lettera del traduttore)

Il Contemporaneo

numero 24

anno III

aprile 1960

da pag. 42 a pag. 69  

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Sommario:

Prima ParteLettera del traduttore

Seconda ParteDall' « Agamennone »

Terza ParteDalle « Coefore » 


Per gli spettacoli classici che ogni due anni si danno al teatro Greco di Siracusa, Pier Paolo Pasolini ha tradotto la trilogia di Eschilo, l'Orestiade. La notizia è già largamente nota, come è noto che la trilogia viene curata e allestita da Vittorio Gassman, il quale scegliendo Pasolini ha compiuto un atto di coraggio e, in certa misura, critico. Noi già formulammo in altre occasioni le nostre riserve sui grandi sforzi organizzativi e finanziari che si compiono per i cosiddetti spettacoli " classici ". Si possono comprendere le ragioni turistiche: splendido paesaggio, teatri antichi, per quanto restaurati, di gran fascino, suggestione spettacolare indubbia. Solo che, a nostro avviso, tanti sforzi, prima di tutto, andrebbero compiuti nei riguardi del teatro nazionale, che langue in una avvilente agonia. Senza contare delle censure, spesso gravissime, che si possono muovere a molte messinscena di classici, dove si va da una mistura di barocco grossolano, o di estetismo d'accatto, alla faciloneria e all'improvvisazione, che si basa su traduzioni comunque raffazzonate, o su trascrizioni onuste di retorica e di vecchiume. Vi son le eccezioni, si capisce. Ma nulla tolgono alla validità del nostro discorso. E alla nostra diffidenza, che riguarda anche l'iniziativa di Gassman. Comprendiamo tutte le ragioni che l'hanno convinto ad accettare la rappresentazione di Eschilo, e le apprezziamo. Non v'è dubbio però che lo preferiamo impegnato, con tutti i rischi che tale impegno comporta, su testi come l'Adelchi: la tragedia greca ha collaudi d'ogni tipo. Ma, a nostro avviso, un elemento Io riscatta apriori, ed è la traduzione di Pasolini. Delle tre tragedie, pubblichiamo qui sotto, in anteprima, la versione di due brani tratti da Agamennone e da Le Coefore, i primi due tempi della trilogia. Si tratta, per l'Agamennone, della tremenda profezia della prigioniera Cassandra, prima dell'atroce delitto ai Clitennestra; e per Le Coefore della scena finale, della vendetta del figlio di Agamennone, Oreste. Come ognuno vedrà, siamo dinanzi a un testo poetico (mi riferisco ai versi di Pasolini) di grande intensità e modernità. Nulla del contorto parafrasare di molte versioni; spedito e preciso; attento alla costanza tragica, alla tensione, all'urto dei prossimi eventi. Non è il caso di avviare ora un ennesimo discorso sul tradurre. A nostro giudizio, vi è qui una salutare lezione di versione moderna (e proprio perciò più precisamente storicizzata e filologica), che, oltretutto, potrà grandemente aiutare la fatica degli attori, impegnati in una rappresentazione che rischia troppo spesso di aver sapore d'archeologia o di mero estetismo. 

Pier Paolo Pasolini, La traduzione dell'Orestiade di Eschilo, su richiesta di Vittorio Gassman (Terza parte: Dalle « Coefore » ) - Il Contemporaneo, numero 24, anno III, aprile 1960

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
La traduzione dell'Orestiade di Eschilo
su richiesta di Vittorio Gassman

 
(Terza parte: Dalle « Coefore »)

Il Contemporaneo

numero 24

anno III

aprile 1960

da pag. 42 a pag. 69

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Sommario:

Prima Parte - Lettera del traduttore

Seconda Parte - Dall' « Agamennone »

Terza Parte Dalle « Coefore » 



Dalle « Coefore » 


CORO 

Che cosa si compie? Come finisce, qui dentro? 
Andiamo via! La lotta si conclude, 
non vogliamo mostrarci complici dell'omicidio! 


(Il Coro si ritira. Esce un servo, corre 
verso la porta del gineceo, bussando disperatamente) 

SERVO 

Aiuto, aiuto! Egisto è colpito a morte! 
Aiuto! Aiuto! Il nostro re non è più! 
Aprite la porta, aprite presto la porta, 
aprite le stanze delle donne. Ah, un uomo giovane, 
nel fiore delle forze, occorrerebbe adesso! 
Eppure neanche lui potrebbe far nulla per chi muore! 
Ascoltate, ascoltate! 
Grido ai sordi, a chi dorme, in folle pace, 
e non mi sente! Dov'è Clitennestra? Cosa fa? 
Io vedo il suo collo, dovunque sia, che cade 
su un rasoio, e rotola a terra: la giustizia lo vuole!
 
(Clitennestra esce dalle 
stanze delle donne)

Pier Paolo Pasolini, La traduzione dell'Orestiade di Eschilo, su richiesta di Vittorio Gassman (Seconda parte: Dall' « Agamennone » ) - Il Contemporaneo, numero 24, anno III, aprile 1960

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
La traduzione dell'Orestiade di Eschilo
su richiesta di Vittorio Gassman 


(Seconda parte: Dall' « Agamennone » )

Il Contemporaneo

numero 24

anno III

aprile 1960

da pag. 42 a pag. 69

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Sommario:

Prima Parte - Lettera del traduttore

Seconda Parte - Dall' « Agamennone »

Terza Parte Dalle « Coefore » 



Dall' « Agamennone » 


(Cassandra resta muta, 
fissando l'immagine di 
Apollo dio delle strade) 

CASSANDRA 

Ah, no, no, no! 
Apollo, Apollo! 

CAPO CORO 

Apollo? Perché lo chiami cosi piangendo? 
Non è lui il dio dei tristi lamenti! 

CASSANDRA 

Ah, no, no, no! 
Apollo, Apollo! 

CAPO CORO 

Povera blasfema, ancora invoca un dio 
che è ben lontano dai canti di dolore! 

CASSANDRA 

Apollo, Apollo, 
dio della strada! Tu mi perdi! 
È la seconda volta, che mi perdi! 

CAPO CORO
 
Che cosa fa? La profezia delle sue sventure? 
Ancora soffia in lei schiava lo spirito divino? 

martedì 29 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini, L'isola di Arturo (di Elsa Morante) - Vie nuove, numero 50, 21 dicembre 1957, pag. 31

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Pier Paolo Pasolini
L'isola di Arturo
(di Elsa Morante)



Vie nuove

numero 50

21 dicembre 1957

pag. 31

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Pier Paolo Pasolini inizia con questa recensione a «L'isola di Arturo» di Elsa Morante la già annunciata rubrica di critica letteraria su «Vie Nuove». Pasolini non ha più bisogno di presentazione per i nostri lettori. Autore di saggi, romanzi e poesie, vincitore dell'ultimo premio Viareggio con «Le ceneri di Gramsci », Pasolini ha già collaborato in più di una occasione al nostro settimanale. La sua rubrica apparirà da ora in poi regolarmente nelle nostre pagine.


( in realtà, la rubrica si interromperà già al successivo intervento (Il Pasticciaccio di Gadda - Vie nuove,  18 gennaio 1958 ) ). 



Un critico che tre o quattro anni fa avesse cercato di prevedere lo svolgimento della narrativa italiana fino a oggi, e, per assurdo, fosse stato in possesso dei mezzi più sicuri, da quelli storiografici a quelli statistici, per farlo, non avrebbe potuto in nessun modo preventivare la comparsa del nuovo romanzo di Elsa Morante (al di fuori, naturalmente, della storia interna della scrittrice), L'isola di Arturo (Einaudi, 1957 , e Premio Strega di quest'anno). 

lunedì 28 luglio 2025

Pasolini, poesia di sinistra e di destra - Libertà, 15 giugno 1946, pag. 3

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pasolini
poesia di sinistra e di destra

Libertà

15 giugno 1946

pag. 3 

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Il titolo non rappresenta solo un gioco letterario, ma, richiamandosi a due termini della politica, allude alla tendenza di introdurre la poesia in un campo non certamente poetico. A suggerirmene l'idea è stato uno degli innumerevoli quotidiani romani, letto a Roma alcuni mesi or sono; ma certamente non avrei alimentato per tanto tempo questa idea dentro di me, se il clima intorno non le fosse stato favorevole. Vedi l'inchiesta dapprima indetta da un giornale francese (a cui han risposto fra gli altri, Braque, Breton ecc.) ed ora ripresa dalla «Fiera letteraria»; vedi le insistenti polemiche per un'arte sociale pubblicate su «Politecnico» ed altri fogli di sinistra; vedi ancora sulla «Fiera letteraria» un interessante Estremismo e letteratura di Moravia; vedi il febbrile dialogo tra intellettuali comunisti e cattolici (Vittorini, Bo, Solmi in «Politecnico», «Uomo», «Costume»); vedi... 

domenica 27 luglio 2025

La morte di Guido, una poesia di Pier Paolo Pasolini, pubblicata il 10 febbraio 1946 sul quotidiano Libertà, a pag. 3

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
La morte
di Guido

Libertà

10 febbraio 1946

pag. 3

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

(XVI)
CORI


In ogni tua umile cosa

le vesti, i diari, i ritratti...

non leggiamo più la tua vita?

No, la tua giovinezza

non lampeggia per noi chinata

sulla terra dell'orto,

nè splendono i tuoi lievi capelli.

Fu un vento incredibile a soffiare

sul tuo mondo, su te

e vi ha tutto sconvolto.

Libertà, fu la tua bocca ridente,

Libertà, la tua fronte squallida,

Libertà, le tue spalle leggere.

Indi il vento è caduto.

Fu il tuo gioco, fanciullo,

per cui noi attendiamo

d'essere morti,

null'altro,

in questa estranea terra

(XX)

Qui in Italia

le nubi possono ora solcare il cielo

e il vento muovere gli alberi

e l’Isonzo e gli altri fumi correre al mare.

Nella dolce Italia

possono: gli uccelli cantare sui rami,

esser verdi le foglie,

e gridare i fanciulli,

Può il sole accecare le acque.

e la pioggia cadere

e, sui monti sbiancare la neve.

Tu non puoi essere.

Tu che ci hai dato la neve,

e la pioggia e la luce,

e i venti e le nubi.

(XXI)

Gridiamo: « Italia »

Gridiamo forte: « Italia »

che ne odano i monti

e le valli,

e tuoni nelle orecchie: « Italia »

C'è un fanciullo,

un candido morto,

che vive in quel grido.

Pier Paolo Pasolini


NOTA. Guido Pasolini (Ermes) è morto il 2 febbraio 1945. Con una generosità irriducibile, dedicò tutto l'ultimo anno della sua vita alla lotta per la libertà. Fu ucciso, insieme a bolla ed Enea, martire non ancora ventenne.



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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lunedì 21 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini: «Crisi», con la C maiuscola - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini: «Crisi», con la C maiuscola

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 

Pier Paolo Pasolini: l’arte è un fatto storico - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini: l’arte è un fatto storico

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 


Durante una conversazione,  un mio amico m’ha detto che il poeta o lo scrittore è sempre partitico, cioè legato ad una particolare concezione del mondo e ad un certo gruppo sociale, il che si estrinsecherebbe nel contenuto delle sue opere, nella maniera di interpretare la realtà. Cioè lo scrittore non sarebbe mai obiettivo. Lei non crede che invece lo scrittore dovrebbe restare fuori dai contrasti ideologici e sociali?

 Attilio Blasetti – Palermo

Caro Pasolini, Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma... - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Caro Pasolini
Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma...

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 


Credo che non leggerò più nulla che rechi la Sua firma se prima non avrò capito i motivi, la necessità e il senso della abdicazione alla lingua che mostrano le Sue opere in prosa e soprattutto l’ultima. Perché – mi chiedo – se Lei vuole rappresentare la vita «vera» di certe (larghe e fondamentali) zone della società italiana, deve necessariamente adoperare il loro peggiore linguaggio? Soltanto perché è il più vero? Certo in Una vita violenta ci sono addentellati interessantissimi di una nuova «lingua scritta», ma restano
adombrati dal prevalente uso di quel linguaggio «particolare». 

Pier Paolo Pasolini: Per quel che riguarda il futuro sono molto pessimista - Vie nuove, numero 25, 18 giugno 1960, pag. 6

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Per quel che riguarda il futuro sono molto pessimista

Vie nuove
numero 25
18 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Con questo numero di « Vie Nuove », Pier Paolo Pasolini inizia il suo colloquio con i lettori. In questo primo incontro con i suoi interlocutori, egli ha scelto tra le numerose lettere pervenute quelle che gli sottopongono quesiti sulla letteratura contemporanea, l'impegno politico degli scrittori, i problemi della lingua. Nel limite del possibile, Pasolini intende rispondere, su ogni numero di Vie Nuove ad un gruppo omogeneo di domande. 



In una recente trasmissione televisiva, il tema era quello dell’impegno degli intellettuali francesi nella vita politica e sociale. Da questa premessa – e trascuro la tendenziosità della trasmissione – si giungeva alla prevalente conclusione che l’impegno si dispiegava a favore della Democrazia cristiana (Mauriac) e di De Gaulle (Malraux). La questione cui ti chiedo risposta è questa: se questo impegno è avvertito – ed in quale misura – dagli intellettuali italiani. 

S. T. – Livorno

domenica 20 luglio 2025

Una bellissima intervista ad Anna Magnani: Una contro tutti - Marina Maffei, sul set di Mamma Roma - Noi Donne, numero 19, 13 maggio 1962, pag. da 38 a 41

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Una bellissima intervista ad Anna Magnani: 
Una contro tutti
Marina Maffei, sul set di Mamma Roma

Noi Donne
numero 19
13 maggio 1962
pag. da 38 a 41

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

 




E' tornata davanti alla macchina da presa con l'entusiasmo di una debuttante. Nel film di Pier Paolo Pasolini crea un personaggio nuovo e audace, quello di una donna sola, in lotta contro l'indifferenza di un'intera città. 

« Mamma Roma è un personaggio nuovo, una donna che ha delle ambizioni piccolo borghesi, sproporzionate al mondo in cui ha vissuto. E' un personaggio bellissimo, una parte che mi fa sognare!». 

Con queste poche, precise, parole Anna Magnani spiega il motivo che l'ha convinta a tornare di nuovo davanti alla macchina da presa, dopo due anni di inattività. Produttori italiani e stranieri, registi famosi, per due anni l'hanno corteggiata, lusingata, offrendole contratti in bianco, ma Anna Magnani aveva sempre rifiutato ogni offerta. E se ne stava nel suo appartamento sui tetti di Palazzo Altieri, dal quale si vede mezza Roma, o nella sua villa al Circeo aspettando l'occasione buona, la parte che la « facesse sognare»: glie l'ha offerta Pier Paolo Pasolini con il film Mamma Roma. 
Per la verità tutto era cominciato a Venezia la scorsa estate, durante il Festival. Sullo schermo del Palazzo del cinema si proiettava Accattone, davanti ad un pubblico attento di critici, di giornalisti, di attori, ma anche di curiosi, di gente che voleva vedere, e non senza qualche prevenzione, il film dello scrittore che, tutto ad un tratto, si era messo a fare il regista. E c'era anche lei fra il pubblico, Anna Magnani. 
Dicevano che fosse venuta a Venezia apposta per vedere II brigante di Castellani, regista al quale è legata da grande amicizia fin dai tempi in cui girarono insieme Nella città l'inferno, e per vedere appunto il film di Pasolini. E forse anche lei era un pò prevenuta. 
L'avevo vista entrare nella sala: pantaloni verdi e camicetta a quadrucci dello stesso olore, scarmigliata; il volto pallido assolutamente  privo di trucco spiccava fra i visetti dipinti e abbronzati delle ragazze venute a Venezia per far colpo su registi e produttori, facendoli diventare di colpo scialbi e insignificanti. 
II film, com'è noto, ottenne un grande successo, anche se non mancarono i dissensi e le polemiche, e fra coloro che alla fine della proiezione applaudivano con maggior calore, c'era anche lei, Anna Magnani. Fu così presa da quel film, dalla sua drammatica realtà, che subito disse al produttore Alfredo Bini: 

«Mi devi far fare un film con Pier Paolo!»