"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
La traduzione dell'Orestiade di Eschilo
su richiesta di Vittorio Gassman
(Seconda parte: Dall' « Agamennone » )
Il Contemporaneo
numero 24
anno III
aprile 1960
da pag. 42 a pag. 69
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
Sommario:
Prima Parte - Lettera del traduttore
Seconda Parte - Dall' « Agamennone »
Terza Parte - Dalle « Coefore »
Dall' « Agamennone »
(Cassandra resta muta,
fissando l'immagine di
Apollo dio delle strade)
CASSANDRA
Ah, no, no, no!
Apollo, Apollo!
CAPO CORO
Apollo? Perché lo chiami cosi piangendo?
Non è lui il dio dei tristi lamenti!
CASSANDRA
Ah, no, no, no!
Apollo, Apollo!
CAPO CORO
Povera blasfema, ancora invoca un dio
che è ben lontano dai canti di dolore!
CASSANDRA
Apollo, Apollo,
dio della strada! Tu mi perdi!
È la seconda volta, che mi perdi!
CAPO CORO
Che cosa fa? La profezia delle sue sventure?
Ancora soffia in lei schiava lo spirito divino?
CASSANDRA
Apollo, Apollo,
dio della strada! Tu mi perdi!
Per che strada mi porti? A quale casa?
CAPO CORO
In quella di Atreo... Se non lo sai ancora
io te lo dico, puoi esserne persuasa...
CASSANDRA
Ah,
casa sacrilega, covo di ogni colpa, dove
sangue fraterno cola, si mozzano teste,
mattatoio umano caldo di sangue!
CAPO CORO
Ha l'olfatto d'un cane, questa straniera:
come segue la pista che la porta al sangue!
CASSANDRA
Ah,
sono chiari i presagi! Questi
bambini che urlano sotto il coltello,
questo padre che ne mangia la carne!
CAPO CORO
Conosciamo la tua virtù d'indovina:
ma qui, d'indovini, non sappiamo che farne!
CASSANDRA
No, no! Che cosa si prepara?
Che dolore si prepara ancora
dentro questa casa, dolore
inumano, insopportabile
a chi tocca,
senza rimedio!
CAPO CORO
Ciò che predice non so: ma so quanto
c'è sotto: tutta la città l'ha in bocca...
CASSANDRA
Ah, maledetta, niente ti arresta!
Tu lavi lo sposo, colui che divide
con te il letto, e — come dire la fine? —
la fine viene, presto:
una mano si alza, un'altra
mano si alza, per ferire...
CAPO CORO
Non la seguo più: ora agli enigmi
succedono oscuri oracoli. Non la capisco!
CASSANDRA
Ah, non posso! Che cosa scorgo!
Una giostra d'inferno! È lei,
la compagna del letto, l'infernale
madre che assassina... Vieni
a urlare, coro che urli
agli assassinii, vieni
a danzare urlando!
CAPO CORO
Perché chiami le Erinni a questa casa?
Tu cominci davvero a farmi spavento...
Nel mio cuore s'ingorga una corrente
d'agonia, come quella del ferito,
che accompagna l'ultima luce della vita,
quando la morte scende su di lui.
CASSANDRA
Attento! Attento! Sta lontano
da lei! Ha preso le corna del toro,
nere, stringendole tra i veli:
colpisce, e lui... Lui cade,
sotto la vasca piena... Ecco,
il trabocchetto sanguinoso,
rifinito ad arte!
CAPO CORO
Non sono uno che ha esperienza di oracoli,
ma a queste parole sento sapore di morte...
Mai una volta la bocca dei profeti
annuncia fatti lieti! Per mezzo del dolore
la loro arte impone un terrore religioso
perché il suo intimo senso sia capito.
CASSANDRA
Ah, infelice!
Mia vita pietosa! È il mio dolore
che urlo, svuotando il cratere!
Per quale strada mi hai portata qui?
Dove, Dio, se non a morire anch'io?
CAPO CORO
Tu sei pazza, qualche forza celeste ti scuote,
se tu canti su te una canzone cosi amara!
Sei come l'usignolo che canta disperato,
sempre lo stesso verso, senza requie,
sempre uguale, nel suo cuore che canta
una vita seminata di solo dolore!
CASSANDRA
No, no! Non sono
l'usignolo, io, gli hanno donato
un corpo alato, gli dei,
un dolce vivere gli tocca:
e a me tocca la mannaia che uccide!
CAPO CORO
Da dove prendi il senso di questi mali
atroci accumulati dagli dei,
che tu poi oscuramente esprimi,
urlando come intorno ai cadaveri?
Da dove prendi le tue nere profezie?
CASSANDRA
Ah, nozze, nozze di Paride,
che ci avete tutti perduti!
Ah, Scamandro, acqua della mia patria
Sono cresciuta sulle tue rive,
nutrita da te... Ma ora
solo sulle rive del Cocito, dell'Acheronte,
echeggeranno i miei poveri gridi!
CAPO CORO
Si, è fin troppo chiaro, questo oracolo!
Lo r:mrebbe capire un bambino...
Mi angoscia, come un morso a sangue,
il tuo triste destino,
mentre ti sento piangere,
per una pena che è anche la mia...
CASSANDRA
Ah, misera, misera mia città,
finita per sempre!
Misere ecatombi in cui mio padre,
per salvarci, immolava a migliaia
i buoi delle nostre campagne!
Non è servito a niente!
La città ha avuto quello che doveva avere.
E io qui, morente, sulla polvere.
CAPO CORO
Parole oscure su parole oscure:
qualche dio forse ti ha colpita,
sul capo, e, come automa, ti fa
cantare questi canti
di dolore mortale:
non so come finirà.
(Cassandra discende
dal carro)
CASSANDRA
Ma ora, il mio oracolo non andrà pili velato,
come una giovinetta che si sposa...
Come un vento che soffia al primo sole,
si espanderà, farà rinfrangere contro la sua luce
l'onda di un dolore più disperato ancora.
Non vi parlerò pili, allora, oscuramente.
Voi potete dirlo, intanto: ho rintracciato,
come un cane, una pista dl antichi delitti...
In questa casa si è insediato un coro.
intonato e straziante, che canta la morte:
e ha bevuto, per cantare meglio, l'allegra
compagnia, rinserrata qua dentro: di sangue
s'è ubriacato, il coro delle Erinni...
In fondo a questa casa, esse cantano il canto
della prima colpa... ricordano un letto
fraterno orrendamente contaminato.„
Dite, ho colpito il bersaglio, o l'ho mancato?
Sono una visionaria che va di casa in casa?
Potresti giurarlo, di non aver mai sentito
le antiche stragi di questa famiglia?
CAPO CORO
La certezza del giuramento più certo
non potrebbe mai essere un rimedio. Eppure
ammiro come tu, nata in un'altra terra,
straniera a questa lingua, sai di questa casa
come chi qui è nato c qui risiede.
CASSANDRA
É Apollo che mi ha dato questa forza!
CAPO CORO
È un dio: e ha potuto innamorarsi di te?
CASSANDRA
Mi avresti fatta arrossire, una volta!
CAPO CORO
Ah, chi non è delicato nei giorni felici?
CASSANDRA
Si, egli lottava per avermi, ardente d'amore...
CAPO CORO
Ed è finita, come sempre, che ti ha avuta...
CASSANDRA
Prima mi promisi: poi non mantenni la parola.
CAPO CORO
Eri già allora posseduta dal suo spirito?
CASSANDRA
Già da allora predicevo martiri alla mia patria.
CAPO CORO
E come si è vendicato il dio tradito?
CASSANDRA
Non facendo credere mai a ciò che io dico…
CAPO CORO
E noi, invece, dobbiamo crederti fin troppo!
CASSANDRA
Aiuto, aiuto!
di nuovo l'angoscia divina in me
fa vorticare la sua tempesta di voci!
Guardate questi ragazzi seduti
davanti al palazzo, ombre di sogno:
si, sono i figli massacrati dai parenti,
le mani colme di carne, portano in pasto
le loro interiora, le loro viscere,
a un padre che se le porta alla bocca...
Ve lo dico: c'è uno di cui qualcuno vuole
la vendetta, un leone — ma un leone pavido
nella casa, accucciato sul letto, che aspetta
che ritorni il padrone: padrone anche mio,
se mi trascina nelle catene della schiava.
E il capo della flotta, il distruttore di Troia,
non sa cosa l'atroce cagna, la cui voce
non fa che ridire una gioia ch'è morte,
gli prepara in nome delle vecchie colpe.
È dannata. Femmina assassina del maschio,
solo qualche mostro— Scilla, con le sue
due teste, terrore dei naviganti — forse
porrebbe prestarle il nome che si merita,
madre infuriata, uscita dall'inferno, in guerra
contro tutti i suoi! Ah, il grido di trionfo,
ch'essa ha lanciato, come sul nemico morto!
E doveva essere gioia per un felice ritorno!
Che mi crediate o non mi crediate, che importa?
Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore,
vedrai che ho detto soltanto la verità.
CAPO CORO
Tu hai parlato del banchetto di Tieste,
preparato con la carne dei suoi figli.
Ho capito, e ho tremato. Che paura
sentire intera la verità, senza veste.
Quanto al resto, io sono ancora fuori strada.
CASSANDRA
lo dico che tu vedrai la morte di Agamennone.
CAPO CORO
Taci, infelice! Non ti voglio neanche sentire...
CASSANDRA
E nessuno potrà impedire i mali che prevedo.
CAPO CORO
Se accadranno! Ma ci proteggono gli dei.
CASSANDRA
Tu preghi: ed essi preparano la strage.
CAPO CORO
Ma chi è quell'uomo che compie questa infamia?
CASSANDRA
No, non hai guardato in fondo ai miei velami.
CAPO CORO
Ma non vedo il perché, il perché di questa morte!
CASSANDRA
Eppure io parlo la tua lingua con te!
CAPO CORO
Anche Apollo: ma le sue parole sono oscure.
CASSANDRA
Aiuto! Cos'è questo fuoco? Viene su me!
Apollo, Apollo! No! Abbi pieta di me!
È lei, la leonessa con due piedi,
che ha dormito col lupo mentre era via
il leone, è lei, che mi dà la morte!
Nel bicchiere dove essa versa il veleno,
vuol mischiare la sua vendetta e la mia paga;
vuole, arrotando il coltello contro il marito,
punirlo di morte per avermi portata con sé!
Ma ora perché farmi anche ridere alle spalle?
con questo scettro e queste sacre sciarpe
che mi svolazzano intorno al collo?
Via, vi butto via, prima d'essere morta!
(Spezza lo scettro: poi si
strappa di dosso le bende)
E voi, maledette, ch'io mi conforti un poco
vedendovi nel fango! Andate a far bella un'altra!
Ecco! È Apollo stesso che mi spoglia, qui,
del manto dei profeti: ma mi ha vista bene,
a lungo, sotto questi panni, derisa da tutti,
amici e nemici, da tutti, e inutilmente!
Ho dovuto sentirmi trattare come una mendica,
che va di porta in porta a leggere il futuro,
come una povera visionaria affamata.
E ora che il dio profeta, per cui fui profeta,
mi ha portata, lui stesso, qui a morire,
non un altare, mi attende, nel palazzo paterno,
ma un ceppo che, sgozzata, arrosserò di sangue.
Eppure gli dei non lasceranno impunita
la mia morte: no, verrà qualcuno a ricordarci,
un figlio nato per uccidere una madre
e far vendetta della morte di un padre.
Dopo aver vagato in esilio, lontano da qui,
tornerà a porre questo fastigio all'edificio
di delitti costruito dalla sua famiglia.
Il gemito di suo padre in agonia lo guiderà.
Ma perché, giunta al luogo del destino, mi dispero?
Se, dopo aver visto distrutta la mia città,
ora vedo i suoi distruttori, per volere divino,
finire nel medesimo modo? Coraggio!
Non devo farmi pietà, devo subire la morte:
cosi gli dei compiono un grande giuramento.
A queste porte io saluto le porte dell'Inferno:
e m'auguro, ora, soltanto un colpo ben dato,
che, senza strazio, nell'ingorgo del sangue
che dolcemente uccide, mi chiuda gli occhi.
CAPO CORO
O troppo infelice, e, insieme, troppo sapiente!
Quante cose ci hai detto! Ma se davvero
tu sai dove la morte ti aspetta, perché,
come un vitellino, vai mite all'altare?
CASSANDRA
Niente mi può salvare: cosa conta un minuto?
CAPO CORO
L'ultimo minuto della vita è senza pari...
CASSANDRA
Il mio giorno è venuto: non mi serve fuggire.
CAPO CORO
Il tuo coraggio rivela un grande spirito.
CASSANDRA
Ecco parole che si dicono solo a chi muore.
CAPO CORO
Morire con gloria è pure una grazia del cielo.
CASSANDRA
Ah, pietà di te, padre, e dei tuoi figli!
(Si avvolge la testa, e si muove verso il
palazzo. Ma, d'improvviso, si ferma e si
ritrae)
CAPO CORO
E adesso? Perché torni indietro impaurita?
CASSANDRA
No! No!
CAPO CORO
Perché gridi? Che angoscia ancora senti in cuore?
CASSANDRA
Questa casa è tutta bagnata di sangue...
CAPO CORO
Si, ma di pecore immolate all'altare...
CASSANDRA
È come il fiato che esce da una tomba.
CAPO CORO
No, non è profumo di incenso che tu senti!
CASSANDRA
Via, andiamo a piangere, dentro la casa,
su me, su Agamennone. La nostra vita è finita.
Ah, stranieri...
no, non guardatemi come un uccello che grida
spaurito tra gli alberi: voglio soltanto
che dopo morta, voi siate i miei testimoni
il giorno in cui per il mio sangue di donna
altro sangue di donna scorrerà, e per il sangue
d'un uomo, ucciso dalla sposa, scorrerà
altro sangue di uomo. Questo è il dono
ch'io chiedo ai miei ospiti prima di morire.
CAPO CORO
Quanta pietà mi fa questa tua morte, che tu sai.
CASSANDRA
Ancora una sola parola... No, non voglio cantare
da me la mia veglia funebre! Al sole,
alla sua luce suprema, rivolgo questa preghiera:
Proteggi chi verrà a vendicare il mio padrone,
e il colpevole, nell'atto di scontare la colpa,
sconti anche quella d'aver ucciso questa schiava
la cui morte gli è costata cosi poco.
CAPO CORO
Ah povera sorte degli uomini! La loro gioia
è immagine dipinta: viene il dolore,
un colpo di spugna, e tutto è cancellato.
È questo che ne fa insopportabile il pensiero.
CORO
Non c'è uomo che s'accontenti mai
di una vita felice: nessuno
che ci rinunci, nessuno che, schermendosi,
dica: Ecco 0ra non chiedo di più
Quest'uomo da Dio ha avuto la grazia
di vincere Troia, e ora, sempre
protetto da Dio, ritorna. Eppure,
se deve pagare il sangue
dei padri, morendo a causa
di tanti morti, e causando altri morti,
chi di noi potrà mai dire
d'esser nato a una vita da non piangere?
AGAMENNONE
Mi hanno ferito! Aiuto, Sto morendo!
CAPO CORO
Tacete, laggiù qualcuno grida, in agonia...
AGAMENNONE
Aiuto, aiuto! Mi colpiscono ancora!
CAPO CORO
Chi grida è il nostro re, tutto è finito.
Gente, riuniamoci, in concilio, l'ora è grave.
CORO
Io, per me, penso che dobbiamo subito
chiamare i cittadini, urlando per le strade.
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