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mercoledì 30 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini, La traduzione dell'Orestiade di Eschilo, su richiesta di Vittorio Gassman (Seconda parte: Dall' « Agamennone » ) - Il Contemporaneo, numero 24, anno III, aprile 1960

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
La traduzione dell'Orestiade di Eschilo
su richiesta di Vittorio Gassman 


(Seconda parte: Dall' « Agamennone » )

Il Contemporaneo

numero 24

anno III

aprile 1960

da pag. 42 a pag. 69

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Sommario:

Prima Parte - Lettera del traduttore

Seconda Parte - Dall' « Agamennone »

Terza Parte Dalle « Coefore » 



Dall' « Agamennone » 


(Cassandra resta muta, 
fissando l'immagine di 
Apollo dio delle strade) 

CASSANDRA 

Ah, no, no, no! 
Apollo, Apollo! 

CAPO CORO 

Apollo? Perché lo chiami cosi piangendo? 
Non è lui il dio dei tristi lamenti! 

CASSANDRA 

Ah, no, no, no! 
Apollo, Apollo! 

CAPO CORO 

Povera blasfema, ancora invoca un dio 
che è ben lontano dai canti di dolore! 

CASSANDRA 

Apollo, Apollo, 
dio della strada! Tu mi perdi! 
È la seconda volta, che mi perdi! 

CAPO CORO
 
Che cosa fa? La profezia delle sue sventure? 
Ancora soffia in lei schiava lo spirito divino? 
CASSANDRA 

Apollo, Apollo,
dio della strada! Tu mi perdi! 
Per che strada mi porti? A quale casa? 

CAPO CORO 

In quella di Atreo... Se non lo sai ancora 
io te lo dico, puoi esserne persuasa... 

CASSANDRA 

Ah,
casa sacrilega, covo di ogni colpa, dove 
sangue fraterno cola, si mozzano teste, 
mattatoio umano caldo di sangue! 

CAPO CORO 

Ha l'olfatto d'un cane, questa straniera: 
come segue la pista che la porta al sangue! 

CASSANDRA 

Ah,
sono chiari i presagi! Questi 
bambini che urlano sotto il coltello, 
questo padre che ne mangia la carne!
 
CAPO CORO 

Conosciamo la tua virtù d'indovina: 
ma qui, d'indovini, non sappiamo che farne! 

CASSANDRA 

No, no! Che cosa si prepara? 
Che dolore si prepara ancora 
dentro questa casa, dolore 
inumano, insopportabile 
a chi tocca, 
senza rimedio! 

CAPO CORO 

Ciò che predice non so: ma so quanto 
c'è sotto: tutta la città l'ha in bocca... 

CASSANDRA 

Ah, maledetta, niente ti arresta! 
Tu lavi lo sposo, colui che divide 
con te il letto, e — come dire la fine? — 
la fine viene, presto: 
una mano si alza, un'altra 
mano si alza, per ferire... 

CAPO CORO 

Non la seguo più: ora agli enigmi 
succedono oscuri oracoli. Non la capisco! 

CASSANDRA 

Ah, non posso! Che cosa scorgo! 
Una giostra d'inferno! È lei, 
la compagna del letto, l'infernale 
madre che assassina... Vieni 
a urlare, coro che urli 
agli assassinii, vieni 
a danzare urlando! 

CAPO CORO 

Perché chiami le Erinni a questa casa? 
Tu cominci davvero a farmi spavento... 
Nel mio cuore s'ingorga una corrente 
d'agonia, come quella del ferito, 
che accompagna l'ultima luce della vita, 
quando la morte scende su di lui. 

CASSANDRA 

Attento! Attento! Sta lontano 
da lei! Ha preso le corna del toro, 
nere, stringendole tra i veli: 
colpisce, e lui... Lui cade, 
sotto la vasca piena... Ecco, 
il trabocchetto sanguinoso, 
rifinito ad arte! 

CAPO CORO 

Non sono uno che ha esperienza di oracoli, 
ma a queste parole sento sapore di morte... 
Mai una volta la bocca dei profeti 
annuncia fatti lieti! Per mezzo del dolore 
la loro arte impone un terrore religioso 
perché il suo intimo senso sia capito. 

CASSANDRA 

Ah, infelice! 
Mia vita pietosa! È il mio dolore 
che urlo, svuotando il cratere! 
Per quale strada mi hai portata qui? 
Dove, Dio, se non a morire anch'io? 

CAPO CORO 

Tu sei pazza, qualche forza celeste ti scuote, 
se tu canti su te una canzone cosi amara! 
Sei come l'usignolo che canta disperato, 
sempre lo stesso verso, senza requie, 
sempre uguale, nel suo cuore che canta 
una vita seminata di solo dolore! 

CASSANDRA 

No, no! Non sono 
l'usignolo, io, gli hanno donato 
un corpo alato, gli dei, 
un dolce vivere gli tocca: 
e a me tocca la mannaia che uccide! 

CAPO CORO 

Da dove prendi il senso di questi mali 
atroci accumulati dagli dei, 
che tu poi oscuramente esprimi, 
urlando come intorno ai cadaveri? 
Da dove prendi le tue nere profezie? 

CASSANDRA 

Ah, nozze, nozze di Paride, 
che ci avete tutti perduti! 
Ah, Scamandro, acqua della mia patria 
Sono cresciuta sulle tue rive, 
nutrita da te... Ma ora 
solo sulle rive del Cocito, dell'Acheronte, 
echeggeranno i miei poveri gridi! 

CAPO CORO 

Si, è fin troppo chiaro, questo oracolo! 
Lo r:mrebbe capire un bambino... 
Mi angoscia, come un morso a sangue, 
il tuo triste destino, 
mentre ti sento piangere, 
per una pena che è anche la mia... 

CASSANDRA 

Ah, misera, misera mia città, 
finita per sempre! 
Misere ecatombi in cui mio padre, 
per salvarci, immolava a migliaia 
i buoi delle nostre campagne! 
Non è servito a niente! 
La città ha avuto quello che doveva avere. 
E io qui, morente, sulla polvere. 

CAPO CORO 

Parole oscure su parole oscure: 
qualche dio forse ti ha colpita, 
sul capo, e, come automa, ti fa 
cantare questi canti 
di dolore mortale: 
non so come finirà. 

(Cassandra discende 
dal carro) 

CASSANDRA 

Ma ora, il mio oracolo non andrà pili velato, 
come una giovinetta che si sposa... 
Come un vento che soffia al primo sole, 
si espanderà, farà rinfrangere contro la sua luce 
l'onda di un dolore più disperato ancora. 
Non vi parlerò pili, allora, oscuramente. 
Voi potete dirlo, intanto: ho rintracciato, 
come un cane, una pista dl antichi delitti... 
In questa casa si è insediato un coro. 
intonato e straziante, che canta la morte: 
e ha bevuto, per cantare meglio, l'allegra 
compagnia, rinserrata qua dentro: di sangue 
s'è ubriacato, il coro delle Erinni... 
In fondo a questa casa, esse cantano il canto 
della prima colpa... ricordano un letto 
fraterno orrendamente contaminato.„ 
Dite, ho colpito il bersaglio, o l'ho mancato? 
Sono una visionaria che va di casa in casa? 
Potresti giurarlo, di non aver mai sentito 
le antiche stragi di questa famiglia?
 
CAPO CORO 

La certezza del giuramento più certo 
non potrebbe mai essere un rimedio. Eppure 
ammiro come tu, nata in un'altra terra, 
straniera a questa lingua, sai di questa casa 
come chi qui è nato c qui risiede. 

CASSANDRA 

É Apollo che mi ha dato questa forza! 

CAPO CORO 

È un dio: e ha potuto innamorarsi di te? 

CASSANDRA 

Mi avresti fatta arrossire, una volta! 

CAPO CORO 

Ah, chi non è delicato nei giorni felici? 

CASSANDRA 

Si, egli lottava per avermi, ardente d'amore... 

CAPO CORO 

Ed è finita, come sempre, che ti ha avuta... 

CASSANDRA 

Prima mi promisi: poi non mantenni la parola. 

CAPO CORO 

Eri già allora posseduta dal suo spirito? 

CASSANDRA
 
Già da allora predicevo martiri alla mia patria. 

CAPO CORO 

E come si è vendicato il dio tradito? 

CASSANDRA 

Non facendo credere mai a ciò che io dico…
 
CAPO CORO 

E noi, invece, dobbiamo crederti fin troppo! 

CASSANDRA 

Aiuto, aiuto! 
di nuovo l'angoscia divina in me 
fa vorticare la sua tempesta di voci! 
Guardate questi ragazzi seduti 
davanti al palazzo, ombre di sogno: 
si, sono i figli massacrati dai parenti, 
le mani colme di carne, portano in pasto 
le loro interiora, le loro viscere, 
a un padre che se le porta alla bocca... 
Ve lo dico: c'è uno di cui qualcuno vuole 
la vendetta, un leone — ma un leone pavido 
nella casa, accucciato sul letto, che aspetta 
che ritorni il padrone: padrone anche mio, 
se mi trascina nelle catene della schiava. 
E il capo della flotta, il distruttore di Troia, 
non sa cosa l'atroce cagna, la cui voce 
non fa che ridire una gioia ch'è morte, 
gli prepara in nome delle vecchie colpe. 
È dannata. Femmina assassina del maschio, 
solo qualche mostro— Scilla, con le sue 
due teste, terrore dei naviganti — forse 
porrebbe prestarle il nome che si merita, 
madre infuriata, uscita dall'inferno, in guerra 
contro tutti i suoi! Ah, il grido di trionfo, 
ch'essa ha lanciato, come sul nemico morto! 
E doveva essere gioia per un felice ritorno! 
Che mi crediate o non mi crediate, che importa? 
Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore, 
vedrai che ho detto soltanto la verità. 

CAPO CORO
 
Tu hai parlato del banchetto di Tieste, 
preparato con la carne dei suoi figli. 
Ho capito, e ho tremato. Che paura 
sentire intera la verità, senza veste. 
Quanto al resto, io sono ancora fuori strada. 

CASSANDRA 

lo dico che tu vedrai la morte di Agamennone. 

CAPO CORO 

Taci, infelice! Non ti voglio neanche sentire... 

CASSANDRA 

E nessuno potrà impedire i mali che prevedo.
 
CAPO CORO 

Se accadranno! Ma ci proteggono gli dei. 

CASSANDRA 

Tu preghi: ed essi preparano la strage. 

CAPO CORO 

Ma chi è quell'uomo che compie questa infamia? 

CASSANDRA 

No, non hai guardato in fondo ai miei velami. 

CAPO CORO 

Ma non vedo il perché, il perché di questa morte! 

CASSANDRA 

Eppure io parlo la tua lingua con te! 

CAPO CORO
 
Anche Apollo: ma le sue parole sono oscure. 

CASSANDRA 

Aiuto! Cos'è questo fuoco? Viene su me! 
Apollo, Apollo! No! Abbi pieta di me! 
È lei, la leonessa con due piedi, 
che ha dormito col lupo mentre era via 
il leone, è lei, che mi dà la morte! 
Nel bicchiere dove essa versa il veleno, 
vuol mischiare la sua vendetta e la mia paga; 
vuole, arrotando il coltello contro il marito, 
punirlo di morte per avermi portata con sé! 
Ma ora perché farmi anche ridere alle spalle? 
con questo scettro e queste sacre sciarpe 
che mi svolazzano intorno al collo? 
Via, vi butto via, prima d'essere morta! 

(Spezza lo scettro: poi si 
strappa di dosso le bende) 

E voi, maledette, ch'io mi conforti un poco 
vedendovi nel fango! Andate a far bella un'altra! 
Ecco! È Apollo stesso che mi spoglia, qui, 
del manto dei profeti: ma mi ha vista bene, 
a lungo, sotto questi panni, derisa da tutti, 
amici e nemici, da tutti, e inutilmente! 
Ho dovuto sentirmi trattare come una mendica, 
che va di porta in porta a leggere il futuro, 
come una povera visionaria affamata. 
E ora che il dio profeta, per cui fui profeta, 
mi ha portata, lui stesso, qui a morire, 
non un altare, mi attende, nel palazzo paterno, 
ma un ceppo che, sgozzata, arrosserò di sangue. 
Eppure gli dei non lasceranno impunita 
la mia morte: no, verrà qualcuno a ricordarci, 
un figlio nato per uccidere una madre 
e far vendetta della morte di un padre. 
Dopo aver vagato in esilio, lontano da qui, 
tornerà a porre questo fastigio all'edificio 
di delitti costruito dalla sua famiglia. 
Il gemito di suo padre in agonia lo guiderà. 
Ma perché, giunta al luogo del destino, mi dispero? 
Se, dopo aver visto distrutta la mia città, 
ora vedo i suoi distruttori, per volere divino, 
finire nel medesimo modo? Coraggio! 
Non devo farmi pietà, devo subire la morte: 
cosi gli dei compiono un grande giuramento. 
A queste porte io saluto le porte dell'Inferno: 
e m'auguro, ora, soltanto un colpo ben dato, 
che, senza strazio, nell'ingorgo del sangue 
che dolcemente uccide, mi chiuda gli occhi. 

CAPO CORO 

O troppo infelice, e, insieme, troppo sapiente! 
Quante cose ci hai detto! Ma se davvero 
tu sai dove la morte ti aspetta, perché, 
come un vitellino, vai mite all'altare? 

CASSANDRA 

Niente mi può salvare: cosa conta un minuto? 

CAPO CORO 

L'ultimo minuto della vita è senza pari... 

CASSANDRA 

Il mio giorno è venuto: non mi serve fuggire. 

CAPO CORO 

Il tuo coraggio rivela un grande spirito. 

CASSANDRA 

Ecco parole che si dicono solo a chi muore. 

CAPO CORO 

Morire con gloria è pure una grazia del cielo. 

CASSANDRA 

Ah, pietà di te, padre, e dei tuoi figli! 

(Si avvolge la testa, e si muove verso il 
palazzo. Ma, d'improvviso, si ferma e si 
ritrae) 

CAPO CORO 

E adesso? Perché torni indietro impaurita? 

CASSANDRA 

No! No!

CAPO CORO 

Perché gridi? Che angoscia ancora senti in cuore? 

CASSANDRA 

Questa casa è tutta bagnata di sangue... 

CAPO CORO 

Si, ma di pecore immolate all'altare... 

CASSANDRA 

È come il fiato che esce da una tomba. 

CAPO CORO 

No, non è profumo di incenso che tu senti! 

CASSANDRA 

Via, andiamo a piangere, dentro la casa, 
su me, su Agamennone. La nostra vita è finita. 
Ah, stranieri... 
no, non guardatemi come un uccello che grida 
spaurito tra gli alberi: voglio soltanto 
che dopo morta, voi siate i miei testimoni 
il giorno in cui per il mio sangue di donna 
altro sangue di donna scorrerà, e per il sangue 
d'un uomo, ucciso dalla sposa, scorrerà 
altro sangue di uomo. Questo è il dono 
ch'io chiedo ai miei ospiti prima di morire. 

CAPO CORO 

Quanta pietà mi fa questa tua morte, che tu sai. 

CASSANDRA 

Ancora una sola parola... No, non voglio cantare 
da me la mia veglia funebre! Al sole, 
alla sua luce suprema, rivolgo questa preghiera: 
Proteggi chi verrà a vendicare il mio padrone, 
e il colpevole, nell'atto di scontare la colpa, 
sconti anche quella d'aver ucciso questa schiava 
la cui morte gli è costata cosi poco. 

CAPO CORO 

Ah povera sorte degli uomini! La loro gioia 
è immagine dipinta: viene il dolore, 
un colpo di spugna, e tutto è cancellato. 
È questo che ne fa insopportabile il pensiero. 

CORO 

Non c'è uomo che s'accontenti mai 
di una vita felice: nessuno 
che ci rinunci, nessuno che, schermendosi, 
dica: Ecco 0ra non chiedo di più 
Quest'uomo da Dio ha avuto la grazia 
di vincere Troia, e ora, sempre 
protetto da Dio, ritorna. Eppure, 
se deve pagare il sangue 
dei padri, morendo a causa 
di tanti morti, e causando altri morti, 
chi di noi potrà mai dire 
d'esser nato a una vita da non piangere? 

AGAMENNONE 

Mi hanno ferito! Aiuto, Sto morendo! 

CAPO CORO 

Tacete, laggiù qualcuno grida, in agonia... 

AGAMENNONE 

Aiuto, aiuto! Mi colpiscono ancora! 

CAPO CORO 

Chi grida è il nostro re, tutto è finito. 
Gente, riuniamoci, in concilio, l'ora è grave. 

CORO 

Io, per me, penso che dobbiamo subito 
chiamare i cittadini, urlando per le strade.




@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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