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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

venerdì 31 gennaio 2025

In India con Pier Paolo Pasolini - Serata a soggetto a cura di Romano Costa - Rai, terzo programma radiofonico, trasmesso il 22 marzo 1968, alle ore 21

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



In India con Pier Paolo Pasolini
Serata a soggetto a cura di Romano Costa

Rai, terzo programma radiofonico

trasmesso il 22 marzo 1968

alle ore 21

La trascrizione è tratta da:

Interviste, scritti, testimonianze

PASOLINI SCONOSCIUTO

Interviste, scritti, testimonianze

a cura di Fabio Francione 

Edizioni Falsopiano


Legenda delle sigle:

Operatore Tv (OP)

Pier Paolo Pasolini (PPP)

Ninetto Davoli (ND)

Traduttore (T)

Voce della Troupe (VT)

Romano Costa (RC)

Accompagnatore (A)

Intervistato (INT)


Il programma di questa sera, un montaggio libero di voci e ambienti indiani ha due protagonisti: Pier Paolo Pasolini e l’India; singolare autore in “nagra”, il registratore professionale portatile perfetto. Il “nagra” ha fatto tutto da sé; riproposte da lui sono le musiche dei templi di Jaipur, le voci dei bambini di Rishikesh, le opinioni dei contadini sul problema demografico, quello degli operai sull’industria, l’urbanizzazione e la coscienza di classe, il giudizio degli industriali italiani in India sulle maestranze indigene, i “si gira” di Pier Paolo Pasolini. Infine i pareri sul problema della lingua e delle caste. Chi ha curato il programma di suo ha messo soltanto una lunga pazienza per scegliere 50 minuti di India su oltre 300 minuti registrati dal “nagra”.


RC. Pier Paolo, senti, ma dov’è che adesso andiamo? Un miglio a piedi su per il Gange, arriviamo in Cina!

PPP. Sto facendo dei sopralluoghi per un film, non ho mai fatto documentari in tutta la mia vita e non saprei neanche farli, quindi l’unico modo per farli è fare questi sopralluoghi che sono una specie di traccia, di filo conduttore nella scelta delle inquadrature, nella scelta delle piccole sequenze ecc…

mercoledì 29 gennaio 2025

Discorso parlato su Pasolini "corsaro", di Gianni Scalia. "Salvo Imprevisti", numero speciale dedicato a Pasolini, a. III n. 1 (7), 1976

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Discorso parlato su Pasolini "corsaro"

di Gianni Scalia

"Salvo Imprevisti", numero speciale dedicato a Pasolini, 

anno III, numero 1 (7), 1976

sì, è pagina 32. 38

(© Trascrizione dal cartaceo curata da Bruno Esposito)


Ora che è morto, si può parlare delle "idee" di Pasolini? Le idee erano il suo corpo, la sua esistenza, la sua presenza nella vita, nella società. Per lui erano una prova, la prova. So bene: molti, forse "tutti", consideriamo le sue idee datate, o paradossali, o inattuali. Inutili, per essere "agite". Ormai siamo nella condizione di una scelta e di una decisione estrema. Lo credo sempre più: "o socialismo o barbarie". Tertium non datur. O meglio, il tertium è la scelta e la decisione estrema. Non si può sospenderla, differirla, spostarla. Non è possibile compromesso. Con il compromesso si perde. Si tratta di sapere quale socialismo. Forse, il significato (se è ancora possibile adoperare questa parola nel "mondo" dei segni) di quello che Pasolini ha scritto negli ultimi due anni è tutto qui: qual è il senso della vita in questa vita non vivibile? Una dichiarazione o professione di fede; no, non di fede o di speranza, come diceva, ma di carità. Una domanda di carità. ("Vi basta, compagni, questa vita? diceva un poeta, socialista, e suicida). E la domanda di carità di Pasolini era una domanda "propria", del suo corpo, della sua mens; di ciascuno e di tutti. Nel capitale totale, nell'economia politica della vita, è ancora possibile distinguere tra pubblico e privato, teorico e pratico, esistenziale e mentale, materiale e "coscienziale"? Di ciascuno e di tutti? L'ideologia è "praticamente vera". La "coscienza" è conoscenza e dolore: mente che pensa come corpo che soffre, e desidera: quotidianità che si ribella, trasgressione che si "normalizza"...