"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Claudio Magris “Gli sbagliati”
apparso la prima volta sul Corriere della Sera
del 3 febbraio 1975.
Dittatore mite e bonario, Cesare cercò di perdonare e di graziare i propri avversari politici, ma fece strangolare Vercingetorige. Non si può fargliene colpa, perché non sapeva, e forse non poteva capire, che anche Vercingetorige era un uomo, pur non essendo un romano. Questa difficoltà di riconoscere gli uomini sembra ripresentarsi di continuo. In un recente articolo sul «Corriere» Giuseppe Montalenti si sofferma, nell’ambito della discussione sull’aborto, sui casi nei quali si ha la certezza che la persona concepita sia affetta da minorazioni gravissime e incurabili. Non ho, ovviamente, nulla da obiettare alle precise argomentazioni scientifiche di Montalenti, che fa un elenco dettagliato delle malformazioni accertabili già nelle primissime fasi dell’esistenza di un individuo. Mi sembra tuttavia sorprendente il tono col quale vengono presentati questi casi clinici, i conflitti di coscienza che essi instaurano e la tragedia che essi rappresentano. Montalenti parla della nascita di un «individuo gravemente tarato» come di una «iattura, talvolta per l’individuo stesso, sempre per i genitori e gli altri familiari, nonché per la comunità, alla quale in ultima analisi risalgono le responsabilità morali e materiali della cura e del mantenimento di questi individui incapaci di provvedere a se stessi e bisognosi di cure» (i corsivi sono miei).
Dopo aver notato come la «selezione naturale» provveda spesso ad eliminare, nel caso di aborti spontanei, gli «individui sbagliati», soggiunge: «Quindi, provvedendo all’eliminazione di altri individui sbagliati, casualmente sfuggiti alla selezione, non si fa altro che completare, perfezionare un processo naturale». Dunque, la soppressione di un minorato non appare più il gesto disperato di chi ritiene, a torto o a ragione, di risparmiargli una vita di dolore, non è una tragica decisione dettata dall’amore per quell’individuo e attuata per il suo e solo per il suo interesse; non è l’eutanasia, che la legge non può ammettere per gli arbitri pratici cui essa potrebbe dar luogo ma che merita rispetto e sospensione di giudizio morale per la sofferenza che coinvolge chi l’accetta. L’individuo sbagliato, cioè il minorato, il focomelico, il malato mentale e così via, nell’amplissimo ventaglio di menomazioni e inferiorità nel quale i cosiddetti sani relegano tutti coloro cui essi negano la dignità umana, riceve o no il diritto di esistere non in base alla preoccupazione per la sua sorte, bensì alla preoccupazione per i fastidi e gli oneri arrecati alla società: spese, necessità di mutare situazioni sociali e istituzioni pedagogiche e così via.
Nessun commento:
Posta un commento