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lunedì 4 agosto 2025

Pier Paolo Pasolini, Tranquilla polemica sullo Zorutti - Libertà, mercoledi 16 ottobre 1946, pag. 3

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Tranquilla polemica sullo Zorutti

Libertà

mercoledi 16 ottobre 1946 

pag. 3

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Egregio Provini, la ringrazio per l’occasione che Lei mi offre di riprendere un mio saltuario discorso sullo Zorutti, discorso che io rimando da circa un anno non per pigrizia ma per un senso sempre presente della irrisolvibilità delle cose umane. Da queste parole Lei capirà subito che non mi presento (malgrado il titolo) sotto un aspetto polemico (ma Lei non mi ha forse umiliato abbastanza classificandomi tra le «migliori promesse nostrane»?); perciò, per prima cosa, non difenderò ma giustificherò la durezza della mia Lettera dal Friuli, che lei non è certamente l’unico a criticare. Non ho inviato questa lettera di mia spontanea volontà, ma mi è stata richiesta dalla redazione della «Fiera», e ciò è già abbastanza indicativo sul mio stato d’animo nello scriverla. Non la reputavo necessaria, e quindi ho cercato di essere del tutto imparziale, e per imparzialità non intendo mancanza di passione, anzi, un prevalere cosciente della passione. Io (lo dico perché qualcuno potrebbe dubitarlo) amo il Friuli; ma trovo per questo amore delle ragioni del tutto impreviste. Le faccio il nome di due di queste ragioni: la mia fanciullezza; l’Eden linguistico che mi si è dischiuso ai margini dell’italiano.

Pier Paolo Pasolini, Evasione nella lettura erotica - Vie nuove, numero 26, 25 giugno 1960, pag. 6

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
Evasione nella lettura erotica

Vie nuove
numero 26
25 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )

Da qualche tempo abbiamo una produzione letteraria a sfondo prettamente sessuale, con un linguaggio crudo e senza reticenze. La questione che si pone è questa: sono le tendenze o le preferenze dei lettori a determinare questo stato di cose o, viceversa è la nuova letteratura che tende a influenzare in modo più o meno allettante, il pubblico dei lettori? Gestisco a Catania una delle più frequentate librerie ed è impressionante, per me, che i titoli più richiesti siano, ad esempio: «Il riposo del guerriero», «Lolita», «I cugini», «I peccatori di Peyton», «Donne pericolose», ecc. Anche i suoi Una vita violenta e Ragazzi di vita hanno riscosso un grande successo, a mio parere, per le stesse ragioni. 

Nuccio Costa – Catania

La cosa è abbastanza semplice, mi sembra. L’enorme maggioranza dei lettori appartiene alla media e piccola borghesia (i grossi agrari e i grossi industriali non leggono, in genere; gli operai non hanno soldi per comprare libri, e devono arrangiarsi coi prestiti o nelle biblioteche). Ora la media e piccola borghesia italiana è in piena fase neo-capitalistica: un certo benessere e una profonda involuzione intellettuale e ideologica. Tipico fatto di questi stati di involuzione è l’evasione. E nella evasione ha sempre avuto gran posto la letteratura erotica. (Tengo a precisare che non ho letto nessuno dei libri che lei elenca: tranne Lolita, che mi sembra un prodotto molto notevole. Quanto ai miei libri, il caso è diverso: lì forse, ad attrarre il lettore «evasivo», è la libertà di linguaggio, non l’argomento erotico, che non c’è).

Pier Paolo Pasolini 

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Pier Paolo Pasolini, Un problema morale - Vie nuove, numero 26, 25 giugno 1960, pag. 6

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Pier Paolo Pasolini
Un problema morale

Vie nuove
numero 26
25 giugno 1960
pag. 6

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


L’attuale società è profondamente ammalata di sessofobia, esistono cioè degli invalicabili «tabù» per tutto ciò che concerne l’amore non spiritualmente inteso, e questo soprattutto per l’influenza della morale cattolica. Quel che non posso capire, anche se non del tutto scusare, sono le ragioni per cui la stampa che si batte per l’emancipazione delle classi lavoratrici non affronta sufficientemente questo problema e, quando lo fa, risente, in parte, della ipocrita morale corrente. E neanche posso spiegarmi bene, anche per mancanza di documentazione, quel ritorno ad una forma di puritanesimo che si nota – lo documentano le lettere pubblicate tempo addietro da «Nuova Generazione» – nei giovani sovietici. 

Paolo Boccaletti – Modena

Le sue impressioni sono giuste. C’è della pruderie, nella stampa comunista italiana: delle volte, certi articoli dell’«Unità» sembrano scritti con l’angoscia proibizionistica di una vecchia zitella. E anche «Vie nuove» (diciamolo brutalmente) non scherza… Ma la cosa si spiega benissimo: alle origini della scelta marxista di un borghese (e borghesi di origine sono, naturalmente, anche parte dei dirigenti comunisti) c’è un irrazionale impeto morale. E questa moralità, spesso indignata – di sacrosanta indignazione – informa di sé tutto il successivo comportamento. Il problema sessuale – cui lei accenna – non è, evidentemente, un problema morale: ma, poiché la piccola borghesia cattolica è abituata, ipocritamente, a considerarlo tale, tale lo considera anche il dirigente medio comunista, come, direi, per inerzia. Infatti, la questione non è mai stata impostata a chiare lettere: dato che si tratta di una questione secondaria. Ci sono questioni più importanti da affrontare e risolvere. Ciononostante un’operazione irrazionalità, da parte dei marxisti, sarebbe auspicabile: essi, infatti, identificando l’irrazionalità con l’irrazionalità del decadentismo, la ignorano. Ma l’irrazionalità (in cui si iscrive il problema sessuale) è una categoria dell’animo umano: ed è quindi un problema sempre attuale e urgente.

Pier Paolo Pasolini 

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