"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Biblioteca nazionale centrale - Roma |
Poesia nella scuola
Pasolini, Pier Paolo
28 settembre 1951
tratto da "Popolo di Roma"
Biblioteca nazionale centrale - Roma
La poesia nella scuola ha una funzione ben chiara e precisa, anche se generalmente la si giudica con molta approssimazione attribuendole dati meramente culturali o sentimentali.
Biblioteca nazionale centrale - Roma |
Se dunque da questo esame per esclusione risultano già almeno in parte i valori da scoprire nella lettura di un testo di poesia nella scuola, che sono valori soprattutto propedeutici (un testo diviene una monade in cui si concretano e trovano una forte vita fantastica, vasti e essenziali motivi culturali e psicologici) è chiaro che si vuol dare intanto allo studio della poesia un carattere critico, almeno in nuce, In termini pedagogici questo studio è strettamente complementare a quella della grammatica e della sintassi, a parte la maggiore altezza dell’ esercizio. Ecco allora che può chiarirsi la funzione della poesia nella scuola come coscienza linguistica, come iniziazione all’inventio, dopo il chiarimento grammaticale, sintattico e fraseologico dell’istituzione linguistica, dell’inventum.
Ma se si tien conto che a ogni approfondimento sentimentale, a ogni scoperta interiore, corrisponde un approfondimento e una scoperta linguistica, «e viceversa., si vedrà quale ulteriore importanza può avere una poesia il cui funzionamento sia così inteso, quando giunga a mettere in movimento il meccanismo mentale che conduce dalla introspezìone alla espressione, e quindi dall’espressione all’introspezione. Ecco un preciso compito pedagogico, addirittura profilattico nell’ordine d'ella salute sentimentale, quando il risultato sia una presa di coscienza e un superamento dall’istinto e dell’abitudine, che conducono il ragazzo ad accorgersi di sè.
Ma che testi poetici saranno di lettura consigliabile in una scuola media? La risposta è semplice se si pensa che devono essere soprattutto insegnamenti di lingue, esempi di metafora, di trascrizione e d’invenzione: ecco dunque che quei testi saranno da scegliersi tra quelli dei poeti viventi, che usano una lingua viva non solo come lessìco ma proprio come concezione dell’uso espressivo e come scelte dei sentimenti da esprimersi in una tonalità che è per definizione attuale.
L’insegnamento della poesia è dunque assai indicativo dall’angolo visuale strettamente didattico specialmente se si inserisce la questione nel giro della problematica proposta con insistenza e passione dagli «attivisti»; anzi è proprio nell’esaminare in termini didattici le caratteristiche di una lettera di poesia che la tradizione autoritaristica e l’innovazione attivistica (il metodo «europeo » e il metodo «americano », secondo le generalizzazione del Foerster) mettono in luce i loro dati profondi.
E’ ben pacifico infatti che il commento di una poesia letta a ragazzi di dodici anni rischi di divenire la cosa più assurda e innaturale del mondo, se inteso e effettuato secondo un qualsiasi principio d’autorità (sia filologico che estetico, o grammaticale e moralistico); che, didatticamente, divenga imposizione. Ma è anche pacifico che un ragazzo di dodici anni non è in grado di partecipare attivisticamente (cioè con un intervento diretto di qualche efficacia o con quei mezzi che certa scuola attivistica superficiale offre gratuitamente e ingenuamente) alla traduzione di una poesia in termini logici e in parafrasi equivalenti. E’ allora equo che l’insegnante ricorra a un clemente principio d’autorità (che potrebbe essere: necessità della poesia come il più alto mezzo di comunicazione in una società e come il più certo modo di chiarificazione), e che nello stesso tempo susciti nell’allievo quella curiosità e quella passione che, naturalmente, eliminino la. fatica di un’attenzione << passiva >>
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