"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Parlo con la
Madonnina a Milano
Gabriella Sica
Gabriella Sica sarà alla Libreria
Popolare di via Tadino per un incontro, intitolato “Parlo con la
madonnina a Milano” sul suo ultimo libro, Cara Europa che ci
guardi 1915-2015 (Cooper). Con lei ci sarà Margherita Caruso, la
madonnina del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.
Ho
conosciuto Margherita Caruso a Milano, dove da anni risiede. La sua
presenza mi ha commosso: la piccola madonnina di Pasolini! Coetanee
più o meno, ci siamo trovate in totale sintonia, a parlare di
Pasolini. E dovendo parlare del mio libro, avendo proprio in quelle
ore parlato al telefono con lei di alcuni temi pasoliniani vivissimi
ancora oggi, come il saccheggio dell’ambiente e del paesaggio che
l’uomo ha consumato in questi ultimi cinquanta anni e
l’omologazione culturale della società italiana, temi cari a lei
quanto a me, ho sovrapposto nella mia mente i due fatti, il mio libro
e quella telefonata. E ho pensato con un salto che non era un azzardo
pensare a lei come interlocutrice alla Libreria popolare di via
Tadino, lei come Margherita Caruso e lei come la madonnina di
Pasolini. La ricordavo come tutti con quell’aria triste e assorta,
e quel viso che senza troppi ornamenti poteva essere un viso di Piero
della Francesca, ripassato dalla matita di un contadino disegnatore,
nel momento apicale della nascita di una madre ancora bambina. Ed era
lì vicino a me, in carne e ossa. E poi a Milano tutti o quasi
parlano con la madonnina dorata, lassù sulla guglia maggiore del
duomo, tanto più a maggio, il mese mariano. E a me era venuta in
mente anche la madonna del libro di Botticelli al Museo di Brera.
Delicata e morbida, si china su un libro, forse un libro d’ore.
Ecco ci vorrebbe un aiuto divino per il libro, ho pensato tra il
faceto e lo scherzoso. In un paese in cui non c’è, per fortuna
(visto le peculiarità del nostro paese), alcun aiuto statale alla
cultura, in cui domina lo spaesamento e la legge del profitto, la
convenienza non può accordarsi con l’eventuale qualità di un
libro. L’idea mi è piaciuta, ho cominciato di getto a scrivere una
poesia che comincia appunto così: “Parlo con la madonnina a
Milano” e ho continuato, incurante del fatto che si potesse davvero
fare qualche cosa di concreto. Intanto io avevo scritto la mia
poesia, e mi bastava, l’idea era già una piccola poesia, ma c’è
voluto poco perché diventasse anche un fatto. Chissà di cosa si
parlerà, magari non del mio libro europeo. Trascrivo qui di seguito
un brano da una conversazione avuta con lei, sedute su una panchina
da cui si vedeva il duomo e la grande piazza di Milano.
“Aveva quell’aria
timida che faceva sembrare, a chi si complimentava con lui, la
timidezza semplicemente voglia di scappare. Era un
fotomoltiplicatore di quanto vedeva di umile diagnosi e prognosi (ho
un linguaggio da chimico quale sono). E io come ero? Triste e gelosa
di mia sorella. Avevo gli occhi grandi, i lineamenti regolari ma non
mi vedevo bella. Non so perché sono stata scelta da Pasolini, ero
una ragazza qualsiasi, allora ero una ragazza di fede che poi ho
perso nel ’68. Era l’inizio della primavera del ’64. Stavo con
un gruppo di ragazze (amiche e c’erano anche mia sorella e mia
cugina), era la passeggiata della domenica e ci stavamo salutando.
Era la vita semplice di quel tempo a Crotone, dove lui nel ’59
aveva avuto un premio e poi era venuto per Comizi d’amore.
Un ragazzo mi guardava dal finestrino di un’auto. Erano in due,
accanto a lui c’era Bini, il produttore del film. Pasolini me lo
ritrovo davanti, mi chiede: ‘Mi conosci? Sono Pasolini, sono uno
scrittore e giornalista, vorresti partecipare a un film?’. Parlò
poi con mio padre, che mi accompagnò nei set vicino a Roma, alla
Solfatara e a Lavinio, poi a Matera. I soldi che ho avuto servirono a
comprare a mia madre la lavatrice e il frigorifero. ‘In questa
ragazza ho moltiplicato il mistero che c’è in tante ragazze’ ha
poi detto Pasolini di me, che era gentilissimo e un uomo dalla penna
bellissima. Una grandezza quella di Pasolini, una vera grandezza”.
Gabriella Sica,8 maggio 2016