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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

martedì 20 maggio 2014

Pier Paolo Pasolini - L'ideologia - La collaborazione al "Setaccio". L'adesione al Partito comunista italiano

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pier Paolo Pasolini
L'ideologia

.
Poeta delle ceneri.
La collaborazione al "Setaccio".
L'adesione al Partito comunista italiano

di Angela Molteni e Massimiliano Valente

.. .

Poeta delle ceneri

Come sono diventato marxista?
Ebbene… andavo tra fiorellini candidi e azzurrini di primavera,
quelli che nascono subito dopo le primule,
– e poco prima che le acacie si carichino di fiori,
odorosi come carne umana, che si decompone al calore sublime
della più bella stagione –
e scrivevo sulle rive di piccoli stagni
che laggiù, nel paese di mia madre, con uno di quei nomi
intraducibili si dicono “fonde”,
coi ragazzi figli dei contadini
che facevano il loro bagno innocente
(perché erano impassibili di fronte alla loro vita
mentre io li credevo consapevoli di ciò che erano)
scrivevo le poesie dell'”Usignolo della Chiesa Cattolica”;
questo avveniva nel '43:
nel '45 “fu tutt'un'altra cosa”.
Quei figli di contadini, divenuto un poco più grandi,
si erano messi un giorno un fazzoletto rosso al collo
ed erano marciati
verso il centro mandamentale, con le sue porte
e i suoi palazzetti veneziani.
Fu così che io seppi ch'erano braccianti,
e che dunque c'erano i padroni.
Fui dalla parte dei braccianti, e lessi Marx.
[…]
(Da Pier Paolo Pasolini, 
Poeta delle Ceneri in Bestemmia - 
Poesie disperse II
.
.
1942. La collaborazione al "Setaccio"

Già quando aveva vent'anni, nel 1942, Pasolini collaborò alla redazione della rivista "Il Setaccio", nata nell'ambito della "Gil" dell'Università di Bologna (durante il regime fascista, l'associazione studentesca allora istituita nelle università), vi sono i primi segni di un antifascismo sia pure naïf e volto per il momento solamente agli aspetti culturali di una opposizione al potere costituito (se i "moderni" sostenitori di un'assurda appartenenza del poeta a una ideologia di destra non confidassero, per le loro asserzioni, fondamentalmente su una diffusa "ignoranza" dei più - com'è d'altronde costume di chi fa dell'inganno e dello stravolgimento della storia la propria bandiera -, probabilmente non avremmo mai letto certe loro dichiarazioni tanto lontane dalla verità).
I primi scritti di Pasolini che apparvero sul "Setaccio" furono una poesia in dialetto friulano e un articolo, I giovani, l'attesa, nel quale, partendo dalle proprie esperienze, Pasolini rivendicava quale diritto dei giovani poeti, uno dei quali lui era, la massima libertà di espressione. Vi era poi un ulteriore motivo di "trasgressione", costituito dall'uso di un dialetto, nei confronti di un regime che osteggiava proprio l'uso delle "lingue barbare" esclusivamente in favore di una "lingua nazionale": fin dal primo numero, infatti, Pasolini pubblicò poesie in friulano; la prima era intitolata Fantasie di mia madre:


    Fì, cumò l'è domènie,
    l'è dut un susurâ:
    ma il mè vis 'a l'è còme
    silènsi tal sigâ. Par lis fràs-cis lontànis
    'i sint Cenci ciantâ:
    quànt che ic 'a era vif
    – in tal dì dai afàns.
    Ah, nini, tal mè vis,
    'a s'ingrùmin i agns.
    (Figlio, oggi è domenica, / è tutto un sussurrare: / ma, il mio viso, è come / il silenzio nelle grida.Per le frasche lontane, / sento Cenci cantare: / quando egli era vivo / – nel giorno degli affanni.Ah, fanciullo, nel mio viso / si raggrumano gli anni.)


    (P.P. Pasolini, Bestemmia, Poesie disperse I, Garzanti, Milano 1993)

Il suo amico casarsese Cesare Bortotto, anch'egli collaboratore al "Setaccio", ha scritto di Pasolini: "Il suo antifascismo viscerale e culturale era una nota ricorrente nei suoi discorsi; a volte era il tono caricaturale e grottesco (riferito agli aspetti esteriori del gerarchismo fascista) comune a molta gioventù studentesca".
Dopo la deposizione di Mussolini e la caduta del fascismo, Pasolini scrive all'amico-poeta Luciano Serra:
"L'Italia ha bisogno di rifarsi completamente, ab imo, e per questo ha bisogno, ma estremo, di noi, che nella spaventosa ineducazione di tutta la gioventù ex-fascista, siamo una minoranza discretamente preparata. E io, in questo, ti accuso […] perché, nella tua lettera, non un accenno di sapore politico, non un commento di dolore o di gioia per l'avvento della libertà. E pensare che per me, invece, anche per la mia singolare ed intimissima esperienza poetica, questi giorni sono di una portata immensa. La libertà è un nuovo orizzonte, che fantasticavo, desideravo sì, ma che ora, nella sua acerbissima attuazione, rivela aspetti così impensati e commoventi, che io mi sento come ridivenuto fanciullo. Ho sentito in me qualcosa di nuovo sorgere e affermarsi, con un'imprevista importanza: l'uomo politico che il fascismo aveva abusivamente soffocato, senza che io ne avessi la coscienza".


L'adesione al Partito comunista italiano

Al Nord Italia, dopo l'8 settembre 1943, vi erano ancora i tedeschi e proseguiva la lotta di Resistenza. Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo, si era unito ai partigiani, nella zona del Friuli al confine con la Slovenia, e aveva aderito al Partito d'Azione.
Guido morirà il 12 febbraio 1945, ucciso da partigiani garibaldini passati sotto il comando di partigiani sloveni, che intendevano annettersi i territori friulani. La notizia della sua morte arriverà a Pier Paolo Pasolini solo nel maggio del '45.
In Pasolini - nella sua situazione di intellettuale che si sta formando su Gramsci, e soprattutto per la sua "vicinanza" al mondo contadino che conosceva così bene - matura l'idea di aderire al Partito comunista italiano. Non costituisce per lui motivo di ripensamento il ricordo della morte del fratello poiché è convinto che tale morte sia stata un evento eccezionale: e d'altronde il comunismo gli appare l'unico "in grado di fornire una nuova cultura 'vera', una cultura che sia moralità e interpretazione intera dell'esistenza".
Si iscriverà al Pci nel 1948; diventerà segretario della sezione comunista di San Giovanni. E in quello stesso anno sarà anche insegnante alla scuola media di Valvasone.
L'estate del 1949 trascorre "tra una bruttezza estrema (padre paranoico, madre straziante, vita stenta in una scuola, vita di gente stupida e perfida, odio politico e congiura del silenzio) e un'estrema felicità" - come lo stesso Pasolini scrive.
È un periodo nel quale il poeta riceve, pur senza dargli alcun peso, vaghe minacce e ricatti provenienti dall'ambiente politico della Democrazia cristiana. Narra tra l'altro il cugino, Nico Naldini, nel suo Pasolini, una vita: "Nota bene che già tre mesi prima dell'accaduto, un prelato molto importante di Udine aveva fatto dire a Pier Paolo che se non avesse smesso la sua attività politica, avrebbe fatto di tutto per rovinarlo, intenzioni poi confermateci da un deputato democristiano mio amico.[…] Non potete immaginare la propaganda che si è fatta in Friuli e il dolore di tutti noi".
L'"accaduto", in breve, è questo: nell'ottobre di quell'anno, Pasolini viene denunciato per corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico (nel dicembre del 1950 verrà assolto). Il 28 ottobre i giornali pubblicano la notizia (su indicazioni della Dc di Udine) e il giorno dopo l'"Unità" esce con un trafiletto inviato dalla Federazione del Pci di Udine, che nel frattempo ha decretato l'espulsione di Pasolini dal partito: "Prendiamo spunto dai fatti che hanno determinato un grave provvedimento disciplinare a carico del poeta Pasolini per denunciare ancora una volta le deleterie influenze di certe correnti ideologiche e filosofiche dei vari Gide, Sartre, di altrettanto decadenti poeti e letterati, che si vogliono atteggiare a progressisti, ma che in realtà raccolgono i più deleteri aspetti della degenerazione borghese".
Pasolini scrive tra l'altro alla Federazione di Udine: "Malgrado voi, resto e resterò comunista, nel senso più autentico di questa parola".




Tratto da Pagine Corsare di Angela Molteni



Curatore, Bruno Esposito

Collaborano alla creazione di queste pagine corsare:

Carlo Picca
Mario Pozzi
Alessandro Barbato
Maria Vittoria Chiarelli
Giovanna Caterina Salice
Simona Zecchi

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