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giovedì 3 luglio 2025

Pier Paolo Pasolini, Lungo le rive dell'Eufrate - Tempo, 3 maggio 1969, pag. 12

"Le pagine corsare " 

dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

© Foto - Pais Rodrigo



Pier Paolo Pasolini
Lungo le rive dell'Eufrate

Tempo, 3 magggio 1969

pag. 12

( Questo scritto di Pasolini, fa parte della rubrica Il Caos - ma nel volume dedicato ai dialoghi ( Il Caos), non lo troverete)

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Il cittadino ubbidiente - per cui la Mecca è a Sud Ovest... - meno male. - vedo dell'azzurro verso Raqqua. - Ah, russi. aristocratici, anzi, carismatici. - Come i cavalieri, laggiù, al loro Krak, - i cui scheletri disorientati, - te cui afflitte, introvertite ossa... - siete invisibili: presenze manifestate dalle opere, - (militari, per essere precisi). - Ma restiamo alle ossa. - Dove sono sparite? - Il grande pomeriggio che domina le erosioni bianche - lo sa, ma non lo dice. La vecchiezza è tanta, - tutto è cosi consumato! - Non si può dire che i siriani - provino per voi un grande attaccamento: - ma i militari si, loro. Teste rapate come oltre il Sauro. - Hanno una sola idea, in quelle teste innocenti, - e molto appetito. E' finito l'incubo agricolo, - e si mangia. Si mangia a Homs - si mangia a Aleppo. - Sono stati lavati, tosati, vestiti, calzati: - e ora il padre con le mammelle li guarda, bravi figlioli - che si sono liberati dai sacrifici umani e dalla siccità, - e, inebetiti da tale "catastrofe spirituale", - se ne vanno nudi sotto i panni militari, come vermi, - come bambini. Non puoi accennare un sorriso - che subito ti sorridono di rimando, fino a ridere abbracciandoti. - Breznev e Kossighin, loro non sorridono certo, capirai. - Vere e proprie cratofanie, non

distribuiscono monete in conianti - (cosa, devo pur dirlo, molto impopolare) - ma si fanno vivi attraverso segni indecifrabili: - rifugi per aeroplani, appunto (una decina), ponti (uno). - Intanto. come a Sezze, si fa la coda davanti ai cinema. - E quanto poi ai film indiani, - la loro stupidità è a tal punto colpevole - che l'India dovrà pagarla col sangue. Dove sono sparite quelle ossa? Chi lo sa lo dica, a quest'anima crociata che va ragionando — su terre tanto levigate — - contratta dalla certezza di essere vittima sia pure sperimentale — di un progroom in programma nelle sue terre. - (Nulla conta, da qui, in Italia, se non Battipaglia'. - Scomparse in un tuono cosi forte che non si ode - e ne resta solo l'ombra, quelle ossa di uomini pratici... - cosa sento? Rumore d'incudini? - Nel teatro consunto, sento come un dolore privato - la presenza di un pilone di cemento, - tanto da pensare seriamente al suicidio. - Inutilmente, inutilmente ho fatto voto di sacrilegio. - Ogni oggetto di plastica sulla polvere è una stilettata che finirà col ridurmi a uno straccio. - Beata Resafa non ancora raggiunta dai pali della luce! - Ouanto ad Aleppo non c'è più una carrozza vittoriana. - Il Suck è stato sbriciolato e tagliato a metà - da una sua via della Conciliazione. - L'ansia del consumo fa dei maschi di questa città - tanti bovaristi, in attesa di un Bourghiba. - Dappertutto i segni della scomparsa. - Beata Sergiopoli protetta, finora. dal deserto verdognolo! - la valle di Haran, oltre le terrazze di colli erosi - dipinti da commoventi pennellatine di miniaturisti, - resisterà ancora poco, alla scomparsa: il mare di grano - ben abbarbicato alla terra, mostra sicuri segni di viabilità: - già cisternette di cemento dominano gli orizzonti, vincendo i tumuli. - Le case in forma d'alveare, inventate, per delle buone ragioni, - in illo tempore, ma nella storia, e cioè molto vicine a noi, - sono contaminate da casette orizzontali e rettangolari ( come a Settebagni, a Settecamini). E' la débâcle del fango. - Lungo le rive dell'Eufrate sopra la terra cosi vecchia - il verde della vegetazione è spennellato, appena, - leggero un sonnellino pomeridiano al sole. - In realtà, tutto è arancione e bianco, - il verde non è che un velo essiccato, che a toccarlo va in polvere. - Sono le lunghe file di cucuzzoli corrosi fino alla consunzione - con quelle rughe degne di un autore pisano di maestà - "che non ha mai dipinto un arcobaleno", - a dominare il paesaggio: e ciò è una droga, per me. - Il cuore mi batte di gioia se vedo le case coniche di fango - sole, intatte, contro gli appezzamenti verdi e sanguigni, - col sole radente, ammassate nella forma arcaica del centro umano. - Quel sole radente che vide crociati, pratici come noi. - (Dove sono sparite quelle ossa?) - Intendiamoci: il sesso (proprio in quanto parte del corpo) - è degradato da una vita così primitiva. - Esso non fiorisce nel fango secco; - non ha prestigio; è un po' buffo, e solo funzionale: - il modello del coito è quello dell'asino. - Perciò gli sguardi sono umili. - 

La sacralità è ridotta ai suoi doppioni facili. - L'unità originaria è Ottenuta attraverso l'inerzia. - L'Eufrate imbarbarito attende il cuneato. - Ed essi attendono la castità industriale - senza passaggio attraverso il libertinaggio. - Il Terzo Mondo, fuori dalla retorica, è molto stupido. - Per Ogni dove nelle vallette amene, - si gode l'ineguagliabile felicità dell'indipendenza: - la grande soddisfazione di avere una nazione - "come gli altri". - Su questo fondamento - i grassi hanno trovato una dignità da difendere - (Come i navigati europei, grassi e magri, e anche ragazzi, - figurarsi: è che la comodità allontana dalla natura, - dove il modello di comportamento è dato dai sublimi asinelli; - dove i vecchi vanno a sedere scoperto, - e quanto ai ragazzi il loro unico ideale è essere servizievoli), - Quindi o moralismo nazionale o moralismo socialista. - Quanto all'India ho già detto che pagherà la sua stupidità col sangue, - La repubblica socialista (cinese) di Tanzania? Sarà, per esempio, felice di ricevere il Papa: che andrà a confermare - la bontà della protesta degli studenti tanzanesi contro la minigonna. - (Per incidente: ciò non toglie che fra vent'anni - la curia si dovrà trasferire, finalmente, a Hollywood). - Dove sono le loro ossa? - Dove sono, san Simeone, le tue ossa? - In quale parte della terra, in quale "altrove", - son esse concentrate nell'irreversibile? - Ah, Qualat Sm'aan, luogo il più vicino al cielo - di ogni altro luogo della terra, ti prenoto per le mie ossa - di uomo anziano che, con la lieve nevrosi cardiaca, - ha ritrovato la vena poetica (cosa del tutto inutile, - perchè, quale futuro ho davanti a me?) - E' vero che le suore del Zuppin  e del Zuppon - vi arrivano a frotte la domenica - affabulando. - Ma in compenso ragazzetti arabi, - (nati sotto soli vergini e sinistri) - offrono fiori rossi (come papaveri, ma più solidi), con fiori grigi - forse fratelli poveri degli asfodeli: per qualche centesimo di rublo. - La valle è, in alto, di pietra bianca, argentea, - e sotto la sua terra è color vinaccia (mestamente arata). - A questi due colori, bisogna aggiungere quello del cielo: - e la soavità che ne risulta ha l'astrazione, appunto, del paradiso. - Qui sì, sicuramente, sono sepolte delle ossa! - E tutto ciò che è sepolto è destinato alla resurrezione - (almeno ancora per un figlio di contadini friulani). - Come un indovino ne sento la rassicurante presenza. - Del resto è poco che ho capito per quale ragione, - la parola "ritorno" è la parola che più mi tocca al cuore. - Sento rumore di incudini? - Distesa inerme del Qualat Sm'aan, - del resto, se un poeta non fa paura - è meglio che abbandoni il mondo. 

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I lettori di poesia, in Italia, sono qualche migliaio; i lettori di un settimanale possono essere centinaia di migliaia. C'è dunque un evidente squilibrio tra i testi qui sopra pubblicati e i loro destinatari. Ma il fatto è che questi versi sono nati come appunti per un giornale di viaggio adatto a questa rubrica. La trasformazione degli appunti in versi è stata irrefrenabile, non so che farci. Posso dare tutt'al più qualche spiegazione, che può essere di aiuto relativo, perchè l'ambiguità della poesia non è nella sua lettera. 

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••• "LUNGO LE RIVE DELL'EUFRATE": il "Krak dei cavalieri" è un celebre castello siriano costruito da un esercito crociato. Il "padre con le mammelle": gli dei paterni originari erano androgeni. Resafa (l'antica Sergiopoli) è una città in rovine a 150 km. da Aleppo. I "doppioni facili" sono credenze e riti religiosi "degradati". San Simeone (lo stilita) è sepolto in una valletta presso Aleppo, e il suo santuario bizantino è chiamato dagli arabi "Qualat Sm'aan". 

PIER PAOLO PASOLINI 

 


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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