"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Intervista con il più polemico scrittore d’Italia
« Fare ospedali psichiatrici è un crimine »
STAMPA SERA
Sabato 14 - domenica 15 dicembre 1968
Anno 100 - Numero 284
(Trascrizione curata da Bruno Fraccaroli)
È una risposta a un convegno che si tiene in questi giorni a Torino sui manicomi e al quale l’autore di « Orgia » ha voluto partecipare - Si tratta di ghetti dove vengono rinchiusi i «diversi» - Il problema rimane: ma la società deve rispettare le loro conquiste .
«È un crimine costruire un ospedale psichiatrico?»: è il tema del convegno che si svolge in questi giorni a Torino e a cui partecipano docenti, medici, sociologi di tutta Italia. Dalla facoltà di Architettura, dove vi era iniziato, si è trasferito in un’aula della clinica neurologica delle Molinette, occupata in segno di protesta dagli studenti di Medicina; stamane i congressisti si sono recati in visita all’ospedale di Collegno e hanno tenuto una riunione nel teatro.
Ieri, seduto in mezzo ai giovani contestatori che affollavano i banchi, c’era un personaggio assai noto nel mondo culturale: Pier Paolo Pasolini. Taciturno, pensieroso, ha seguito con attenzione gli interventi, non ha preso mai la parola; per una volta, lui artista loquace ha voluto fare da spettatore. Siamo andati a trovarlo al suo albergo: stava partendo per Roma con Laura Betti, la protagonista della sua Orgia, che è andata in scena due settimane fa per il Teatro Stabile di Torino.
« Ho voluto partecipare, anche se solo per un giorno, ai lavori del convegno - ha detto - innanzitutto per un generico interesse al problema che ho fin da ragazzo. Ho “divorato” Freud, Jung: essi hanno avuto molta importanza nella mia vita. Lo studio dei problemi psicoanalitici in genere è stato per me fondamentale: mi ha dato coscienza di me stesso, ha riportato nel mio “io” un equilibrio che minacciava di rompersi, di frantumarsi al contatto con la realtà. Poi volevo dare, con la mia presenza, la solidarietà ad uno in particolare dei partecipanti, il prof. Basaglia, le cui vicende e i cui esperimenti ho seguito con passione ».
«Che cosa è secondo lei Pasolini, un ospedale psichiatrico?» .
« Qualcuno ieri ha detto molto bonariamente, che è una casa un po’ particolare in cui si curano e si custodiscono i malati. Io avrei saputo cosa dire: l’ospedale psichiatrico è un ghetto, un posto dove vengono confinati i “diversi”, quelli che mettono in forse la falsa idea di sé che ha la maggioranza degli uomini.
Ma che cosa intende lei per diversi? ».
« Il mio concetto di “diverso” è stato una volta per tutte da due tristi personaggi, Hitler e Himmler: nel primo campo di concentramento di Hadamar, loro trucidavano due categorie di persone, i malati di mente e gli invertiti. Poi fu la volta degli ebrei, degli zingari, dei comunisti, degli artisti. Persone che secondo loro non erano degne di vivere. Sono invece i miei “diversi”, quelli che riescono a mettere in crisi, con la loro diversità, la nostra società tanto normale ».
« Che farebbe dunque lei per quella particolare categoria di diversi che sono i malati di mente? ».
« Costruirei luoghi dove essi possano realizzare i loro sogni. Uno pensa di essere Napoleone? Ebbene, diamogli un ambiente neoclassico, magari un battaglione da comandare. Questo naturalmente vale allo stadio di “boutade”, ma può essere anche un elemento di meditazione per chi vuol fare delle riforme ».
« E passando alla realtà? »
«Evitare di far perdere al malato, che attraverso le sue sofferenze ha conquistato una sua libertà, questa autonomia spirituale che fa di lui un diverso ».
« Dunque anche per lei è un crimine costruire ospedali psichiatrici? »
« Certo, da un punto di vista astratto. Il perché l’ho detto: perché sono ghetti. Ma in pratica, per questa nostra società normale, il problema resta, e deve essere risolto nella miglior maniera possibile. Di qui la necessità di costruire ospedali psichiatrici che siano più umani possibili e l’importanza di esperimenti come quelli del prof. Basaglia a Gorizia o dello “staff” di medici di Perugia che hanno creato delle piccole democrazie all’interno dei loro istituti ».
« E il poeta che dice? »
« Al poeta lasciate sognare che i diversi possano rimanere diversi e possano fare la storia come, e forse meglio, dei normali ».
Carlo Sartori
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