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domenica 25 giugno 2023

Pasolini: sono morali «I racconti di Canterbury» - Il processo in appello a Napoli - L'Unità, 20 giugno 1973

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini: sono morali «I racconti di Canterbury»
Il processo in appello a Napoli

L'Unità, 20 giugno 1973

(Trascrizione dal cartaceo curata da Bruno Esposito)

L'Unità, 20 giugno 1973

L'Unità, 20 giugno 1973
Le dichiarazioni del regista nel corso di un interrogatorio di notevole interesse. 

Attesa per il 2 luglio la sentenza.

Nostro servizio

NAPOLI, 19

«Vi è oscenità soltanto là dove c'è volgarità; nella mia opera di volgarità non ve ne è neppure l'ombra; quindi ritengo il mio film non soltanto privo di oscenità, ma, per i motivi che poi illustrerò, addirittura altamente morale».

Con queste parole ha esordito davanti alla I Sezione della Corte di Appello di Napoli Pier Paolo Pasolini nel procedimento voluto dalla Procura generale che impugnò la sentenza con la quale il Tribunale di Benevento dichiarò non osceno perchè opera d'arte, il film Racconti di Canterbury e prosciolse da ogni accusa Pasolini e il produttore Alberto Grimaldi.

L'interrogatorio degli imputati ha avuto una impostazione un po' insolita, di un certo livello. Il presidente Sabelli non si è limitato alle solite domande per l'accertamento di una realtà «esteriore», ma si è sforzato di vedere «dal di dentro» il film di Pasolini; ha cercato cioè di immedesimarsi nella visione che dell'opera aveva avuto lo stesso autore.

PRESIDENTE: « Quale è stata l'idea animatrice del suo film? ».

PASOLINI: «Di questa mia opera debbo parlare su due piani; uno tecnico e uno morale o concettuale. Tecnicamente, mi ero proposto di fare un film che non fosse la semplice illustrazione di un'opera d'arte, ma l'interpretazione di essa, dello spirito libero, addirittura dissacrante che poi caratterizzò tutto l'umorismo inglese. Come idea nel senso più lato, ho voluto fare un film fuori di ogni attualismo, cioè non ancorato a questa o quella realtà o visione contingente, ma a valori universali e permanenti».

E' intervenuto il dott. Baffi, sostituto procuratore generale, che ha redatto i motivi di appello contro Pasolini.

PG: « Le preciso che per altre opere sono un suo ammiratore, ma qui vorrei ci spiegasse perchè ha trattato con episodi spiccioli una visione della realtà di un certo indiscutibile livello quale è la sua».

PASOLINI: « Certamente gli episodi sono il mezzo, ma il fine è l'illustrazione di una realtà».

PC: «Allora questi episodi non si identificano esattamente con la sua idea di fondo? ».

PASOLINI: « Per essere chiaro, porterò un esempio. Un trittico esprime tutto un concetto, tutta una idea di fondo del pittore. L'idea effettiva è quella globale. Ma è altrettanto chiaro che ogni tavola a se stante costituisce egualmente opera d'arte se il trittico è opera d'arte».

A questo punto uno dei consiglieri ha posto la domanda forse cruciale in questo dibattimento.

« Ma lei quando fa un film si preoccupa soltanto della visione che lei stesso ha del mondo e della realtà, oppure tiene anche conto di quello che potrà pensare l'opinione pubblica?».

PASOLINI: «Proprio sotto questo aspetto ritengo che, come dicevo all'inizio, questo mio film abbia carattere altamente morale. Per secoli la repressione sessuale ha fatto danni enormi all'umanità. La violenza, forse le stesse guerre, per me hanno come seria componente la repressione sessuale. La liberazione da questa repressione è per me opera morale ».

Ultima domanda del presidente

Sabelli: «Nella sentenza di assoluzione il Tribunale di Benevento dice che la sua opera è densa di pessimismo. Condivide questo giudizio? ».

PASOLINI: « Condivido questo concetto precisando però che il film è permeato di tragicità non di pessimismo; quest'ultimo è un atteggiamento passivo che non si confà alla mia persona».

Naturalmente, questo l'interrogatorio per sommi capi, ma esso è stato tutto un lungo colloquio, ripetiamo di un certo impegno, fra il presidente, i giudici. il PG e Pasolini.

Alcune affermazioni di quest'ultimo erano state sia ribadite in precedenza dal produttore Grimaldi, che si è assunto dell'opera tutte le responsabilità che gli competevano.

Mercoledì 27 il film incriminato sarà visto dai giudici, per ben due volte di seguito.

Per il 2 luglio è fissata la discussione e probabilmente si avrà anche la sentenza

Mariano Cecero

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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