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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

sabato 12 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve -1969, «Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Disegno di P.P.Pasolini, databile 1969/70
"Il mondo non mi vuole più e non lo sa", è una nota scritta da Pasolini e posta al margine inferiore di questo disegno da lui realizzato.
Il disegno non ha data, presumibilmente è datato 1969/70 
Una serie di linee diagonali, che secondo alcuni rappresentano bocche socchiuse. 
Questo disegno ha sollecitato le "fantasie" dell'amico Giuseppe Zigaina per sostenere le sue "improbabili" teorie sulla morte del Poeta.

Pier Paolo Pasolini
Biografia breve
1969

«Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

(Per questo post, ringrazio Bruno Fraccaroli per il grande contributo)



La nascita di un nuovo tipo di buffone

   Non «caca», ma «baba ndogo» (sor maestro)
   così viene liquidato il mio narcisismo.
   Che ne è di esso?
   Ho perso la compagnia di un sentimento.
   O, meglio, della «forma di una vita» (la mia).
   Son sceso all’ultima stazione.
   Resta un rebus. Tra i Wagogo innamorati degli Europei
   il monumento nero è alto contro i sinistri cespugli,
   e i templi naturali di macigni dove vissero leoni.
   Io non ho più il sentimento
   che mi fa avere ammirazione per me.
   Non considero il fondo delle mie parole
   come un fondo prezioso, una grazia,
   qualcosa di speciale e di particolarmente buono.
   Che cosa comunico, alla fine
   della mia carriera di poeta, che, sotto sotto,
   si considerava indispensabile all’umanità?
   Ecco la risposta (nel mattino
   del primo gennaio 1969):
   «Una spiacevole ironia su tutto ciò».
   Come fu imperterrito e puro il mio zelo
   alla luce del mio narcisismo!
   Attraverso l’umorismo rientro nell’ordine.
   Tace il Tersite imberbe e sedicente
   (oltre che oggettivamente) grazioso.
   L’Ulyxes è rimasto a casa:
   vi fa (appunto) dell’ironia e vi difende
   da folle moderato le istituzioni. Quanto a Ettore,
   lui, fa saltuarie apparizioni.
   Ma anche lui, guai se non ci fosse un po’ di distacco.
   Che cosa comunico, se non comunico più,
   se, tutto sommato non ho mai comunicato
   altro che il piacere di essere ciò che sono?
   Ciò che mi insegnò mia madre?
   Grida, dunque, un uccello sull’Hotel Mwanza.
   Ninetto dorme sotto la zanzariera.
   Io dò sfogo all’equivoco fervore mattutino,
   per cui mi dichiaro «poeta dilettante».
   Ma non è un caso che ciò accada sul Lago Vittoria.
(1969)



Nei primi mesi del 1969, inizia a scrivere dei versi che verranno raccolti  in "Trasumanar e organizzar", come quelli sopra trascritti.
Trasumanar e organizzar è l'ultima raccolta di versi di Pasolini. Uscita nel 1971 raccoglie le poesie scritte durante la lavorazione di Medea e alcuni versi precedentemente pubblicati sulla rivista "Nuovi Argomenti".

"Lo devo ammettere: i veri lettori di questo libro sono coloro che gli possono conferire una certa oggettività attraverso un interesse professionale. Ciò, è vero, accade in Italia per tutti i libri di poesia: ma per questo, credo, in modo particolare, perché almeno per la prima metà esso è costituito da "documenti", o privati (a testimoniare una vita) o letterari (a testimoniare una evoluzione linguistica e intellettuale)." 

Dalla fascetta editoriale di Trasumanar e organizzar
edizione Garzanti 1971,
firmata da Pier Paolo Pasolini

Intanto continua la polemica intorno alla poesia Il P.C.I. ai giovani!! , che aveva scritto per una rivista, «Nuovi Argomenti», e, per come è stata presentata da un rotocalco, «L’Espresso» (al quale Pasolini aveva dato il suo consenso solo per qualche estratto), ha generato strane interpretazioni. Pasolini a riguardo scrive: 

«Provavo una sorta di impulso isterico, di crisi,, un’impazienza verso quella grigia massa di giovani ribelli di allora, che in realtà hanno ormai completamente abbandonato la lotta». Molto più appassionante il rapporto con la nuova sinistra cattolica: «Credo di aver contribuito al dialogo. Certi gruppi di cattolici tendono a costituire una sorta di sinistra, tutt’altro che ostile al socialismo, anzi. Alcune esperienze come quella di Camillo Torres e in Italia di Don Milani, costituiscono incoraggianti ragioni per proseguire questo dialogo».

(da: Pasolini, Saggi sulla politica e sulla società , Ed. Mondadori Meridiani).

Ha ancora in mente di girare il suo film su San Paolo:

"No, quello di Charles de Foucauld era un altro progetto, molto vago. Ho deciso di abbandonare questa e tutte le altre idee di santi che ho avuto per fare una biografia di Paolo. Incomincerò a girarla nella primavera del 1969. La trasporrò tutta nei nostri tempi: New York sarà l’antica Roma, Parigi sarà Gerusalemme, e Roma sarà Atene. Ho cercato di stabilire una serie di analogie fra le capitali del mondo di oggi e quelle del mondo antico, e la stessa cosa ho fatto per gli avvenimenti reali: cioè, ad esempio, l’episodio iniziale in cui Paolo, che è un fariseo, collaborazionista e reazionario, sta a guardare il martirio di santo Stefano insieme con i carnefici, sarà reso nel film con un episodio analogo successo durante l’occupazione nazista di Parigi, dove Paolo sarà un parigino reazionario e collaborazionista che uccide un combattente della Resistenza. Tutto il film sarà una trasposizione di questo tipo. Ma mi manterrò estremamente fedele al testo di san Paolo e le parole che dirà saranno esattamente quelle che usa nelle sue lettere."

(Pasolini su Pasolini)

Il 29 maggio 1969, al cinema Exelsior di Firenze, viene proiettato per la prima volta  LA SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA [ VANGELO ’70 ], terzo episodio del film Amore e Rabbia.
"A me quest’episodio è sempre parso molto misterioso e se ne hanno parecchie interpretazioni contraddittorie. Il modo in cui l’ho interpretato io è più o meno questo: vi sono momenti della storia in cui non si può essere inconsapevoli; bisogna essere consapevoli, e non esserlo equivale a essere colpevoli."
(Pasolini su Pasolini)

PORCILE

A febbraio dopo il ritorno dall’Africa, inizia le riprese per il secondo episodio di Porcile, Esterni-interni: Veneto: Verona, Stra (Ve), Villa Pisani. Per il primo episodio, invece, le riprese erano state fatte a novembre 1968 in Sicilia: Monte Etna, dintorni di Catania.

Prima proiezione «ufficiale»: XXX Festival di Venezia, 30.8.1969. Vietato ai minori di anni 18, Durata 98'.

La maggior parte dei critici lo giudica un film sgradevole, incomprensibile. Un regista sovietico lo definisce un esempio della nefandezza cui può arrivare un regista occidentale.

Per Alberto Moravia è il miglior film dopo Accattone e La ricotta .

(in: Per il cinema, Mondadori, Meridiani).

“So io quello che ho dato di me per fare Porcile : un film povero, girato in un mese, con una cifra irrisoria. È stato meraviglioso, si capisce. Perché l’esprimersi - anche attraverso i disagi più angosciosi - è sempre meraviglioso… ci sono i rapporti con gli attori - il disperato Pierre Clementi, l’angosciato Jean-Pierre Léaud, lo smarrito Lionello, l’adorabile Anne Wiazemsky, o come Marco Ferreri, Ninetto Davoli, e Tognazzi, uno degli uomini più buoni e intelligenti che io abbia mai conosciuto”. 

(da: Umiliare , in Tempo illustrato - Milano - Roma 1969)

La Stampa, 18 maggio 1969



Pasolini, il 6 agosto 1969, insieme a Zavattini, Maselli, De Luigi, Ferreri, Angeli e Massobrio, doveva rispondere alla pretura di Venezia del reato di «concorso in turbativa di cose immobili» durante la mostra di Venezia del famigerato ‘68. Presa nota di un successivo appuntamento in pretura per l'11 ottobre, via di corsa, sempre il 6 agosto, per recarsi alla Corte d’appello, udienza di secondo grado del processo Teorema . Ne esce prendendo nota di un ulteriore appuntamento per il 10 ottobre. 

(in: Le regole di un’illusione, Fondo P.P.P.)




La Stampa 15 giugno 1969


MEDEA

Tra la primavera, 7 maggio e l’estate, 16 agosto, realizza Medea . La vecchia Colchide verrà ricreata in Cappadocia, Urgüp; Göreme; Anatolia. L’infanzia di Giasone, nella laguna di Grado, Corinto nella Piazza dei Miracoli a Pisa.

Uscita: 28.12.1969, Milano, Cinema Mignon.

Maria Callas sarà Medea, inizialmente per questo ruolo Pasolini aveva pensato a Rita Hayworth e ad Anne Bancroft.

“Sono per una Medea non aggressiva” 

dice Maria Callas, e aggiunge: 

“La prima volta che ho parlato con lui, non mi ha persuaso: io ho attaccato gli intellettuali che sono troppo difficili e portano via la verità alle cose… Lui non ha reagito… così ho capito che il lavoro con lui sarebbe stato facile."

Pasolini sulla scelta della Callas scrive: 

“A volte scrivo la sceneggiatura senza sapere chi sarà l’attore. In questo caso sapevo che sarebbe stata la Callas, quindi ho sempre calibrato la mia sceneggiatura in funzione di lei”.

Laurent Terzieff, nel ruolo del Centauro afferma: 

“Aveva una potenza di lavoro davvero considerevole. Comunicava poco, ma gli si poteva domandare qualsiasi cosa: salire in tribuna, incontrare un giornalista, andare in TV e lo faceva…Non si fermava un secondo, mi domando come facesse”.

“Curiosamente, quest’opera poggia su un fondamento «teorico» di storia delle religioni: M. Eliade, Frazer, Lévi-Bruhl, opere di etnologia e di antropologia moderne. Medea potrebbe essere benissimo la storia di un popolo del Terzo mondo, di un popolo africano, ad esempio, che vivesse la stessa catastrofe venendo a contatto con la civiltà occidentale materialistica”.

(da J. Duflot, in Il sogno del centauro , Mondadori Meridiani).

Durante la lavorazione compie un viaggio in Uganda, Tanzania e Tanganica per cercare le ambientazioni del film che ha intenzione di girare subito dopo, Orestiade africana , una trasposizione nell’Africa nera della tragedia eschilea. 

(da: Mondadori Meridiani, Per il cinema ).


Oggi illustrato -01-08-1969

Monta il gossip sull'amicizia tra Pasolini e la Callas. 

Oggi illustrato -01-08-1969
"Cara Maria, stasera, appena finito di lavorare, su quel sentiero di polvere rosa, ho sentito con le mie antenne in te la stessa angoscia che ieri tu con le tue antenne hai sentito in me. Un’angoscia leggera leggera, non più che un’ombra eppure invincibile. Ieri in me si trattava di un po’ di nevrosi: ma oggi in te c’era una ragione precisa (precisa fino a un certo punto, naturalmente) ad opprimerti, col sole che se ne andava. Era il sentimento di non essere stata del tutto padrona di te, del tuo corpo, della tua realtà: di essere stata "adoperata" (e per di più con la fatale brutalità tecnica che il cinema implica) e quindi di aver perduto in parte la tua totale libertà. Questo stringimento al cuore lo proverai spesso, durante la nostra opera: e lo sentirò anch’io con te. E’ terribile essere adoperati, ma anche adoperare.

Ma il cinema è fatto così: bisogna spezzare e
frantumare una realtà "intera" per ricostruirla nella sua verità sintetica e assoluta, che la rende poi più "intera" ancora.

Tu sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per essere ricostruita di un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia. E’ appunto terribile sentirsi spezzati, sentire che in un certo momento, in una certa ora, in un certo giorno, non si è più tutti se stessi, ma una piccola scheggia di se stessi: e questo umilia, lo so.
Io oggi ho colto un attimo del tuo fulgore, e tu avresti voluto darmelo tutto. Ma non è possibile. Ogni giorno un barbaglio, e alla fine si avrà l’intera, intatta luminosità. C’è poi anche il fatto che io parlo poco, oppure mi esprimo in termini incomprensibili. Ma a questo ci vuol poco a mettere rimedio: sono un po’ in trance, ho una visione o meglio delle visioni, le "Visioni della Medea": in queste condizioni di emergenza, devi avere un po’ di pazienza con me, e cavarmi un po’ le parole con forza. 
Ti abbraccio."
(Questa lettera è di agosto 1969
Pubblicata su «la Repubblica», 27 maggio 2012)

Oggi illustrato -01-08-1969


Affabulazione : L'opera venne composta in prima stesura nel 1966 e pubblicata in seguito sul n. 15 del luglio-settembre 1969, della rivista Nuovi Argomenti.

L'Unità, 11 ottobre 1969

“Avevo sempre pensato di odiare mio padre ma di recente, scrivendo uno dei miei ultimi drammi in versi, Affabulazione , che tratta del rapporto fra padre e figlio, mi sono accorto che, in fondo, gran parte della mia vita erotica ed emozionale non dipende da odio contro di lui, ma da amore per lui…” 

(da: Pasolini su Pasolini

Il background pasoliniano

Saggi sulla politica e sulla società).



Continua la collaborazione con il periodico “Il Tempo” sulla rubrica “Il caos”.


Tutti gli art. di Pier paolo Pasolini per la rubrica il "Caos" del 1969:

Rubrica «IL CAOS» sul settimanale «TEMPO»
Anno XXXI, 1969

  • ALLO STADIO LA PASSIONE NON CAMBIA
  • LA MIA PROVOCATORIA INDIPENDENZA
  • COMISSO: UNO SCRITTORE PURO
  • COMISSO UOMO E SCRITTORE
  • L’INEDITO
  • I «COCCODRILLI»
  • PRAGA: UNA ATROCE LIBERTÀ
  • INVOLUZIONE PICCOLO-BORGHESE
  • SANREMO: POVERE IDIOZIE
  • UNA GIORNATA A BOLOGNA
  • PAROLE CHIARE SU PALACH
  • LE OSSESSIONI DI FORTINI
  • UNA POESIA «RIFATTA»
  • UNA TRASFORMAZIONE SACRILEGA
  • «ITALIA NOSTRA» NON OTTERRÀ NULLA
  • CI SONO ANCORA VITE ROMANZESCHE
  • UN BIMBO NON AMATO
  • HO SOGNATO UN VERSO
  • INCONTRO COL LIVING
  • MOSTRI E MOSTRICIATTOLI
  • I CAPPELLI GOLIARDICI
  • REPRESSIONE E COERCIZIONE
  • UN RAGAZZO DEL POPOLO
  • UNO STUDENTE DI SINISTRA
  • UN GIOVANE CONFORMISTA
  • IMPORTANZA DI UN NUOVO REGISTA
  • L’IDEA DEL CAPRO ESPIATORIO
  • LETTERA DALLA CAPPADOCIA
  • UN MONDO IN DISTRUZIONE
  • TRAVESTITI DA «POVERI»
  • UN FATALE MODO D’ESSERE
  • UNA RIVOLTA UCCISA DALL’ORGOGLIO
  • AVANZA UN CORTEO: È LA CALLAS
  • I DIRITTI DELLA VITA
  • È TUTTO ALL’APERTO
  • UN GRANDE FATTO STORICO
  • DOPO LA CONQUISTA DELLA LUNA
  • UNA PAROLA DA RIVALUTARE
  • UNA COLPA DEI VECCHI
  • SVUOTARE IL MARE
  • IL PONTE DEL ’43
  • LIBERTY IN BORGHESE
  • CITANDO BRECHT
  • UN’ANIMA PIENA DI GRAZIA
  • CARO PIER PAOLO,
  • CARO ALBERTO,
  • BORGHESI A PARIGI
  • NEL CUORE DEL CICLONE
  • SONO TUTTI POVERI
  • ESAME DI COSCIENZA
  • I SERVI SCIOCCHI
  • LA FOLLA, COS’È?
  • PESSIMISMO E SORRISI
  • UMANITÀ TIPO 2
  • «CANZONISSIMA» (CON ROSSORE)
  • LE VERITÀ DI MARCO
  • QUEL FARO DI MOTOCICLETTA
  • CARO VISCONTI,
  • IMBARAZZANTE INNOCENZA
  • PENSIERI SEMPLICI
  • LETTERA AD ANNA MAGNANI


Il 29 agosto al Teatro greco di Taormina, viene presentata Pilade per la regia di Giovanni Cutrufelli.









Roma, 9 novembre 1969

Caro Halliday,
il libro è fatto veramente molto bene (non succede mai in Italia!); la ringrazio di cuore; non l’ho ancora potuto leggere completamente tutto, per il montaggio di Medea che mi porta via tutto il tempo, ma già ho potuto rendermi conto con quanta serietà lei ha lavorato. Appena potrò le invierò una piccola lista di precisazioni, che potranno essere inserite in una eventuale seconda edizione. Ancora grazie e complimenti, cordialmente suo,

Pier Paolo Pasolini


Il libro, frutto di una serie di interviste fatte dal critico Jon Halliday a Pier Paolo Pasolini nel 1968, a Roma, viene pubblicato in Inghilterra, nel 1969, con il titolo "Pasolini on Pasolini".

L'Avanti - 11 novembre 1969

Il 12 dicembre una bomba esplode alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana.

In Spagna e Portogallo, i dittatori Franco e Salazar restano al comando. In Grecia i «colonnelli» golpisti prendono il controllo del paese nel 1969. Il Partito comunista italiano non osa criticare il regime sovietico con il suo controllo sull’Europa dell’Est. Pasolini, in Bestia da stile , scrive una diagnosi molto precisa: 

“Si, siamo ancora lì: con in più il rigurgito della restaurazione strisciante. Il conformismo di sinistra”.

(Le bombe secondo Pasolini - Per il  cinema a cura di Walter Siti.)

Pasolini è a casa di Alberto Moravia insieme al regista Michelangelo Antonioni, quando apprende la notizia della bomba a Piazza Fontana. Emotivamente scrive dei versi per raccontare il suo orrore e li intitola "Patmos".
Patmos è un'isola greca dove la tradizione vuole che l'Apostolo Giovanni, ha scritto l'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse.
Questi versi fanno parte della raccolta “Trasumanar e organizzar” (1971) e vengono pubblicati per la prima volta nel numero 16 di ottobre/dicembre 1969 della rivista “Nuovi Argomenti” con il titolo "Poemi zoppicanti".


Sul piano giudiziario niente di nuovo, la persecuzione continua:

1969

04.01.69 Processo Teorema. Notifica della dichiarazione di appello del procuratore generale di Venezia contro la sentenza di I grado.
22.01.69 Processo per l'incauto affidamento dell'automobile. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti al pretore di Bologna.
10.02.69 Processo per l'incauto affidamento. Udienza di pretura e sentenza. 20.03.69 Processo Teorema. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte di appello di Venezia.
21.04.69 Processo Teorema. Udienza di corte d'appello. Rinvio a nuovo ruolo per malattia dell'imputato.
15.05.69 Denuncia ai carabinieri di Nicolosi per una presunta strage di pecore durante la lavorazione di Porcile.
10.06.69 Processo Teorema. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Venezia.
07.07.69 Processo Teorema. Udienza di corte d'appello. Rinvio a nuovo ruolo. 08.07.69 Processo per invasione di edificio (palazzo del cinema). Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Venezia.
01.09.69 Processo Teorema. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti alla corte d'appello di Venezia.
06.10.69 Processo per invasione di edificio. Udienza in pretura.
06.10.69 Processo Teorema. Udienza in corte d'appello.
07.10.69 Processo Teorema. Udienza in corte d'appello. Visione del film.
09.10.69 Processo Teorema. Udienza in corte d'appello e sentenza.
11.10.69 Processo per invasione di edificio. Udienza in pretura e sentenza.
15.10.69 Processo Teorema. Notifica della dichiarazione di ricorso per cassazione del procuratore generale di Venezia contro la sentenza di II grado.
21.11.69 Processo Teorema. Dichiarazione di rinuncia al ricorso in cassazione del procuratore generale.
22.12.69 Questione pecore di Porcile. Notifica dell'atto di citazione.

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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