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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

Pasolini, Lettere luterane

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Lettere luterane

1976 (pubblicazione postuma)

da Fulvio Panzeri, Guida alla lettura di Pasolini,

Mondadori, Milano 1988


"Per me la vita si può manifestare egregiamente nel coraggio di svelare ai nuovi figli ciò che io veramente sento verso di loro. La vita consiste prima di tutto nell'imperterrito esercizio della ragione: non certo nei partiti presi, e tanto meno nel partito preso della vita, che è puro qualunquismo. Meglio essere nemici del popolo che nemici della realtà."

Il volume postumo Lettere luterane si presenta come la parte finale e conclusiva degli Scritti corsari: raccoglie infatti gli articoli che vanno dal marzo 1975 all'ottobre dello stesso anno. Il titolo della raccolta è stato scelto dall'editore.


La prima parte del volume è composta da un "trattatello pedagogico" destinato a Gennariello, un immaginario ragazzo napoletano, scelto "perché in questo decennio i napoletani non sono molto cambiati: sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia". Nel "trattatello" Pasolini analizza le "fonti educative" del ragazzo e ne mette in rilievo gli errori e gli orrori, le armonie e le disarmonie, passando in rassegna il linguaggio pedagogico delle cose, i compagni ("che sono i veri educatori"), i genitori ("gli educatori ufficiali"), la scuola ("insieme organizzativo e culturale della diseducazione"), la stampa e la televisione ("spaventosi organi pedagogici privi di qualsiasi alternativa"). Il "trattatello" è incompleto: gli argomenti di cui Pasolini si sarebbe occupato nel seguito sono il sesso, la religione e la politica.

La seconda parte del volume, invece, è la vera e propria continuazione della raccolta degli Scritti corsari. Il più celebre di questi scritti è indubbiamente quello incentrato sulla metafora del Palazzo, con la distinzione tra "dentro" e "fuori" e quindi tra "potere (dentro)" e "Paese (fuori)". Scrive in proposito Pasolini: "Fuori dal Palazzo, un Paese di cinquanta milioni di abitanti sta subendo la più profonda mutazione culturale della sua storia (coincidendo con la sua prima vera unificazione: mutazione che per ora lo degrada e lo deturpa". Tra le due realtà, la separazione è netta, e al suo interno agisce il "Nuovo Potere", che, con la sua "funzione edonistica" riesce "a compiere "anticipatamente" i suoi genocidi". Su questa linea, in un altro articolo lo scrittore ipotizza, con un'altra immagine metaforica, il Processo ai potenti democristiani.

Le provocazioni pasoliniane continuano con due proposte che gli sono suggerite dalla contestazione "della perdita da parte dei giovani del popolo dei propri valori morali, cioè della propria cultura particolaristica, coi suoi schemi di comportamento".

Pasolini chiede infatti l'abolizione della scuola media dell'obbligo e della televisione, e giustifica le sue richieste così: "La scuola e il video sono autoritari perché statali, e lo Stato è la nuova produzione (produzione di umanità). Se dunque i progressisti hanno veramente a cuore la condizione antropologica di un popolo, si uniscano intrepidamente a pretendere l'immediata cessazione delle lezioni alla scuola d'obbligo e delle trasmissioni televisive". Poi, in un successivo articolo lo scrittore chiarisce che la sua proposta prevede "un'abolizione provvisoria, in attesa di tempi migliori: e cioè di un altro sviluppo" e suggerisce quello che a suo giudizio si potrebbe fare per migliorare tali istituzioni.

Il discorso svolto da Pasolini nei suoi ultimi articoli risulta ancor più coinvolgente del solito punto di vista della scommessa polemica. Il centro su cui esso si fonda è rappresentato dalla delineazione dei caratteri di quello che lo scrittore chiama "genocidio": un fenomeno che, all'interno della società italiana, ha prodotto solo coscienze caratterizzate da "un'atroce infelicità o da un'aggressività criminale".Del resto, quella che dapprima era solo una constatazione dello scrittore o una sua supposizione, ora, come dimostrano gli episodi di cronaca nera, è diventata una tragica e dolente conferma. Comunque, Pasolini, nelle Lettere luterane, non assume il tono di "colui che grida nel deserto", ma si presenta con l'ansia e l'ossessione di chi vuole persuadere di una amara "verita'", delineata in frammenti di realtà storiche concomitanti e causali della stessa "verità" messa a nudo.

Gli assunti espressivi di questi ultimi scritti pasoliniani, tra l'altro, sembrano denotare lo sfinimento dell'intellettuale che deve continuamente, quasi nevroticamente, insistere sulle stesse argomentazioni per rendere più evidente il male oscuro che si espande dal consumismo ormai eletto a nuovo e unico valore. Le Lettere luterane sono così il gesto di rivolta di un uomo che si sente estraneo dal mondo in cui vive...


Indice


I giovani infelici 

I giovani infelici

II Gennariello 


Paragrafo primo: come ti immagino
Paragrafo secondo: come devi immaginarmi
Paragrafo terzo: ancora sul tuo pedagogo
Paragrafo quarto: come parleremo
Progetto dell'opera
La prima lezione me l'ha data una tenda
Paragrafo sesto: impotenza contro il linguaggio delle cose
Siamo due estranei : lo dicono le tazze da té
Come è mutato il linguaggio delle cose
Bologna, città consumista e comunista
I ragazzi sono conformisti due volte
Vivono, ma dovrebbero essere morti
Siamo belli, dunque deturpiamoci
Le madonne oggi non piangono più 


Gennariello lo trovi qui, in tre parti:




III Lettere luterane 


Abiura dalla Trilogia della vita
Pannella e il dissenso
La droga- una vera tragedia italiana
Fuori dal Palazzo
Soggetto per un film su una guardia di PS
Bisognerebbe processare i gerarchi dc
Il Processo
Risposte
« La sua intervista conferma che ci vuole il processo »
Processo anche a Donat Cattin
Perché il Processo
«Il mio Accattone in Tv dopo il genocidio»
Come sono le persone serie?
Due modeste proposte per eliminare la criminalità in Italia
Le mie proposte su scuola e Tv
Lettera luterana a Italo Calvino
Intervento al congresso del Partito Radicale
Postilla in versi Nota all'edizione 1976


Questo volume raccoglie articoli e interventi scritti da Pier Paolo Pasolini tra i primi del 1975 e gli ultimi giorni di ottobre di quell'anno. Gli articoli sono stati pubblicati sul quotidiano «Corriere della Sera» e sul settimanale «Il Mondo».



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Curatore, Bruno Esposito

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