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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

lunedì 6 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Bestia da stile

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Il teatro
Bestia da stile

1977, postumo
commento di Angela Molteni


Di Bestia da stile dice Pasolini nella nota che introduce il dramma:

"Ho scritto quest'opera teatrale dal 1965 al 1974, attraverso continui rifacimenti, e quel che più importa, attraverso continui aggiornamenti: si tratta, infatti, di una autobiografia".

Questi continui rifacimenti operati da Pasolini nel corso di quasi un decennio, hanno permesso al poeta di inserire nel dramma teatrale anche avvenimenti del 1968; inoltre, vi fa cenno ad una polemica del 1971 con Eugenio Montale sul significato della poesia.

È curioso e interessante leggere quanto Pasolini aggiunge, più avanti nella stessa nota sopra citata, soprattutto per i pareri, sia pure sintetici, che egli esprime nei confronti di alcuni uomini di teatro: "Il teatro nuovo – che in altro non consiste che nel lungo marcire del modello del 'Living Theatre' (escludendo Carmelo Bene, autonomo e originale) – è riuscito a divenire altrettanto ributtante che il teatro tradizionale. […] Quanto all'ex repubblichino Dario Fo, non si può immaginare niente di più brutto dei suoi testi scritti. […] Tutto il resto, Strehler, Ronconi Visconti, è pura gestualità, materia da rotocalco".

Dopo un'introduzione del Coro, che annuncia che l'azione si svolge alla fine degli anni Tenta in Boemia, il dramma inizia con il protagonista (Jan / Pasolini), identificato come un piccolo borghese, che si masturba sulla riva di un fiume.
Io vengo qui,
dove non c'è nessuno perché è solo primavera,
per stringere nella mano
il mio sesso, così diverso dal vostro.
[…]
La casa di mio padre possidente è lontana,
e là impazzisce mia madre, mentre io stiro
i muscoli delle gambe e agito a tratti il pugno
– parlando forte con gli alberi –
per gettare fuori il mio seme.
Il Coro prosegue informando che in Germania "i nostri fratelli maggiori / preparano grandi novità". Jan, poi, dichiara: 
Voglio essere poeta […]
Poeta di cosa?
Del mio sesso e del mio paese.
Del mio sesso caldo che conosce il fresco dell'aria;
del mio paese popolato come un poema
in versi brevi
di canti popolari.
[…]
Sarò con la mia gente; accoglierò, con pietà, i suoi odi
– gli odi che non sono nemmeno suoi
ma quelli che i padroni le insegnano –
Jan narra tutti i passaggi della sua formazione culturale e politica, dapprima in Boemia (occupata dai tedeschi e in seguito liberata), poi a Praga, invasa dai carri armati sovietici, dove Jan Palach si dà fuoco. Nel suo racconto entrano a far parte anche le avanguardie artistiche e la bandiera rossa; da ciò che determinerà una contaminazione tra queste due componenti, il rosso "diventerà altro rosso".
[…] così stranierò,
da surrealista, infine, il rosso di questa bandiera,
che dunque diventerà altro rosso. Dico
surrealista, perché il futurismo mi fu prenatale.
La terra di Boemia assume gli aspetti della campagna del Friuli; Karel, il partigiano impiccato dai tedeschi e "avvolto nella bandiera rossa" è la rappresentazione del fratello di Pasolini, Guido, e di tutti i giovani contadini, partigiani come Karel, che hanno combattuto e sono morti per la Resistenza.

In Bestia da stile sono rappresentati anche il padre e la madre di Jan/Pasolini; un padre che compare brevemente e che in seguito morirà soffocato dai cadaveri di due ebrei in un vagone piombato che sta andando verso i campi di concentramento nazisti:
Nella mia sollecitudine di padre
che ha saputo soltanto essere pratico,
con pietà, e che ha usato sempre poche parole,
voglio darti un avvertimento.
Il 21 Agosto 1968
i carri armati russi entraranno in Praga.
Una madre che inaspettatamente parla in modo sgrammaticato e volgare:
Ho cominciato a non parlar
quando tu hai cominciato a parlar;
io sono sempre stata dura come una rapia;
dragon dovevo nasser
e invece son drago.
Da questa pancia
tu sei rotolà
tra i piculi borghesi
e là sei restà.
[…]
Se adesso rompo il silenzio
e adotto lo stesso linguaggio
artificiale che qualcuno ti ispira perché
tu e la tua coscienza siate una persona sola,
è per dirti questo:
"La mia esagerata delusione, diventata
silenzio di Apocalisse,
non era per il mio ventre che aveva concepito
un bravo comunista,
ma era per il mio ventre che aveva concepito
un cattivo borghese. Devi sapere che
anzi! sarei stata orgogliosa di aver concepito
un bravo comunista, che è sempre un bravo figlio.
In quanto borghese, anche se tu fossi stato
grande come il tuo Rimbaud su cui scoreggio,
mi sarei lo stesso vergognate di te
[…]
Sì, sì, figlio mio,
per fortuna ci sono parti del mondo
dove il concime è concime, la merda è merda,
i poveri muoiono di fame coperti di scabbia
e i loro cadaveri galleggiano sui fiumi sacri.
Nel dramma appaiono, in veste di personaggi, Il Capitale e La Rivoluzione:

IL CAPITALE

Eh, il mio cinismo è molto
più sottile del tuo:
io so non esser cinico
al momento opportuno!


LA RIVOLUZIONE

Va beh, mentre tu sogni
di andare avanti
io vado avanti. Male,
lo ammetto, come ogni
scolaretto ci insegna.

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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