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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

lunedì 21 febbraio 2022

Ali dagli occhi azzurri, Profezia di Pier Paolo Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Profezia


A Jean-Paul Sartre, che mi ha raccontato 

la storia di Alì dagli Occhi Azzurri.


Era nel mondo un figlio e 

un giorno andò in Calabria:

era estate, ed erano 

vuote le Casupole, 

nuove, a pandizucchero, 

da fiabe di fate color 

della fame. Vuote.

Come porcili senza porci, nel centro di orti senza insalata, di campi senza terra, di greti senza acqua. Coltivate dalla luna, le campagne. Le spighe cresciute per bocche di scheletri. Il vento dallo Jonio

scuoteva paglia nera 

come nei sogni profetici:

e la luna color della fame 

coltivava terreni 

che mai l'estate amò. 

Ed era nei tempi del figlio 

che questo amore poteva 

cominciare, e non cominciò. 

Il figlio aveva degli occhi 

di paglia bruciata, occhi 

senza paura, e vide tutto 

ciò che era male: nulla 

sapeva dell'agricoltura, 

delle riforme, della lotta 

sindacale, degli Enti Benefattori, 

lui - ma aveva quegli occhi.


Ogni oscuro contadino 

aveva abbandonato 

quelle sue casupole nuove 

come porcili senza porci, 

su radure color della fame, 

sotto montagnole rotonde 

in vista dello Jonio profetico. 

Tre millenni passarono

non tre secoli, non tre anni, e si sentiva di nuovo nell'aria malarica attesa dei coloni greci. Ah, per quanto ancora, operaio di Milano, lotterai solo per il salario? Non lo vedi come questi qui ti venerano?

Quasi come un padrone. 

Ti porterebbero su 

dalla loro antica regione, 

frutti e animali, i loro 

feticci oscuri, a deporli 

con l'orgoglio del rito 

nelle tue stanzette novecento, 

tra frigorifero e televisione, 

attratti dalla tua divinità, 

Tu, delle Commissioni Interne, 

tu della CGIL, Divinità alleata, 

nel sicuro sole del Nord.


Nella loro Terra di razze 

diverse, la luna coltiva 

una campagna che tu 

gli hai procurata inutilmente. 

Nella loro Terra di Bestie 

Famigliari, la luna

è maestra d'anime che tu

hai modernizzato inutilmente. Ah, ma il figlio sa: la grazia del sapere è un vento che cambia corso, nel cielo. Soffia ora forse dall'Africa e tu ascolta ciò che per grazia il figlio sa. Se egli poi non sorride 

è perché la speranza per lui

non fu luce ma razionalità. 

E la luce del sentimento 

dell'Africa, che d'improvviso 

spazza le Calabrie, sia un segno 

senza significato, valevole 

per i tempi futuri! Ecco:

tu smetterai di lottare 

per il salario e armerai 

la mano dei Calabresi.


Alì dagli Occhi Azzurri 

uno dei tanti figli di figli, 

scenderà da Algeri, su navi 

a vela e a remi. Saranno 

con lui migliaia di uomini 

coi corpicini e gli occhi 

di poveri cani dei padri

sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.

Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, 

a milioni, vestiti di stracci 

asiatici, e di camicie americane. 

Subito i Calabresi diranno, 

come da malandrini a malandrini:

«Ecco i vecchi fratelli, 

coi figli e il pane e formaggio!»

Da Crotone o Palmi saliranno 

a Napoli, e da lì a Barcellona, 

a Salonicco e a Marsiglia, 

nelle Città della Malavita. 

Anime e angeli, topi e pidocchi, 

col germe della Storia Antica 

voleranno davanti alle willaye.


Essi sempre umili 

Essi sempre deboli 

essi sempre timidi 

essi sempre infimi 

essi sempre colpevoli 

essi sempre sudditi 

essi sempre piccoli,

essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare, essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,

essi che si costruirono 

leggi fuori dalla legge, 

essi che si adattarono 

a un mondo sotto il mondo 

essi che credettero 

in un Dio servo di Dio, 

essi che cantavano 

ai massacri dei re, 

essi che ballavano 

alle guerre borghesi, essi che pregavano 

alle lotte Operaie...


…deponendo l'onestà 

delle religioni contadine, 

dimenticando l'onore 

della malavita, 

tradendo il candore 

dei popoli barbari, 

dietro ai loro Ali

dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere - usciranno dal fondo del mare per aggredire - scenderanno dall'alto del cielo per derubare - e prima di giungere a Parigi

per insegnare la gioia di vivere, 

prima di giungere a Londra 

per insegnare a essere liberi, 

prima di giungere a New York, 

per insegnare come si è fratelli

distruggeranno Roma 

e sulle sue rovine 

deporranno il germe 

della Storia Antica. 

Poi col Papa e ogni sacramento 

andranno su come zingari 

verso nord-ovest

con le bandiere rosse 

di Trotzky al vento...


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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