"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
PASOLINI SUL VULCANO
Il Dramma
Anno 44 - N. 2
novembre 1968
Pier Paolo Pasolini ha « scoperto » l’Etna con « Teorema » e ne è rimasto affascinato. Ora è tornato sul vulcano per girarvi, al riparo dagli indiscreti, un nuovo film che ha per titolo« Porcile ». Lo scrittore regista con il suo aiutante di campo Franco Cittì, il produttore Barcelloni, l’attore francese Pierre Clementi ha girato le prime scene nella valle del Bove, un grande pianoro del vulcano dove si arrestano e si raffreddano tutte le colate laviche’ In « Porcile » l’autore circoscrive il discorso al rapporto-conflitto tra l’uomo e la società, il «sistema». Nel primo episodio c’è un selvaggio (Pierre Clementi) che fugge dai suoi simili, si nasconde nella grande montagna, diventa antropofago per fame e per istinto belluino.
Fonda addirittura una tribù di cannibali, fino a quando non si imbatte in un popolo civilizzato, nel « sistema», e viene condannato ad una orribile morte: in pasto alle jene. La conclusione che ne trae Pasolini è che l’uomo ha il diritto di esprimere i suoi istinti, perché è nato selvaggio e violento. E la società, dunque, ha torto nel condannarlo. Se è’ diventato cannibale è perché la vita lo ha costretto e perché la natura lo ha sospinto. Si potrebbe naturalmente discutere a lungo su questa particolarissima visione della vicenda umana, ma è questa la filosofia pasoliniana, e controbatterla non servirebbe a cambiarla. Semmai, in termini di maggiore concretezza, possiamo prevedere che sarà difficile per Pasolini girare questo episodio sull’Etna a novembre. Quando venne per le prime scene era estate, la grande montagna era orrenda, ma senza pericoli. A novembre, ci sarà il vento terribile del vulcano, e la debole fibra di Pierre Clementi - già ammalatosi per le non pesanti fatiche dei primi giorni -, e il villaggio di « compensato » che Pasolini vuol far costruire nella valle del Bove, forse non potranno resistere.
L’altro episodio, il cui protagonista sarà Jean-Pierre Leod, si intreccia col primo, ne è una continuazione « attualizzata ». E’ la vicenda di un giovane erede di una ricchissima famiglia tedesca, che vive in un ambiente molle e confortevole. E’ destinato a diventare un grande capitano d’industria, ma il giovanotto si ribella, non accetta le condizioni della società.
Si ritira in campagna, in mezzo agli animali, e nell’estremo rifiuto al « sistema » finisce per amare i porci: così finisce questo « figliuol prodigo » 1969.
Tony Zermo
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