"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Pasolini
Bagdad: stragi brutali
Tempo
15 febbraio 1969
pag. 18
( Questo scritto di Pasolini, fa parte della rubrica Il Caos - ma nel volume dedicato ai dialoghi ( Il Caos), non lo troverete)
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
Non riesco a cancellare dalla mia mente le immagini dei giovani impiccati nell'Irak.
L'impersonalità dei loro lineamenti giovanili me li rende familiari: come in tutti i Paesi poveri e antichi, gli uomini, le donne, i ragazzi si somigliano tutti fra loro. E così questi giovani bruni, coi capelli neri, ricciuti e corti, che penzolano così dolcemente rassegnati — così leggeri e deboli da poter essere retti contro il cielo da una cordicella quasi invisibile — mi sembra di averli visti e conosciuti. Questo senso di conoscenza fisica con chi muore è il sentimento che si dovrebbe sempre avere, per chi muore (mentre noi ci rifugiamo. sempre, per evitare di soffrire, dietro l'anonimato e l'immensa lontananza che ce ne separa). Nel momento in cui Israele ha ragione ha anche torto, così gli Arabi. Ragione e torto, in questo caso, non si possono dividere. Che cosa spiega le stragi dei giovani arabi e dei giovani ebrei?
Nulla.