"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Premessa di "Le pagine corsare"
(di seguito, il racconto)
Se si pensa ormai di conoscere tutto o quasi dell'immensa produzione letteraria di Pasolini, si cade facilmente in errore: ecco un racconto non inedito, perché è già stato pubblicato dalla rivista di lettere ed arti "L'Approdo" nel 1954, ma sconosciuto ai più, considerato che non fa parte di alcun volume dedicato alla narrativa del Poeta, né di alcuna antologia. È un gioiellino incastonato nella realtà contadina friulana con i suoi suoni, colori, sapori, che acquista consistenza in un humus letterario in cui si alimenta uno stile di scrittura perfettamente aderente alle situazioni di vita vissuta, mai avulse dalla storia intima, semplice, cadenzata dai rituali consueti che scandiscono le stagioni naturali come l'esistenza dei protagonisti del racconto.
Il titolo è sicuramente di natura sonora, "Lied", che dal tedesco significa "canzone" : e il racconto è pervaso da un continuo vociare, dai rintocchi delle campane che sembrano richiamarsi da un paese all'altro, dal coro finale cantato in chiesa.Eppure è un racconto che ha lasciato perplessi me e l'amico Bruno Esposito, perché non emergeva subito il suo contesto, a parte che fosse di argomento friulano, per collegarlo ad una fase della produzione narrativa pasoliniana.
Ne è nato un simpatico "dialoghetto" contemporaneamente ad una ricerca immediata, in seguito a nostre intuizioni, che speriamo abbia sortito dei risultati positivi. I nostri amici lettori possono naturalmente esprimere le loro opinioni a tal proposito:
Bruno: "Sai qualcosa del suo racconto Lied"?
Maria Vittoria Chiarelli: "Ho letto qualcosa di simile, non mi è nuovo nuovo il titolo, può darsi che l'ho visto da qualche parte...ora controllo, Bruno!"
( Vedo l'anteprima del post ).
Maria Vittoria Chiarelli: "Periodo friulano, quindi!
Bruno: "1954"
Maria Vittoria Chiarelli: "Come argomento, intendevo"
Bruno: "Sì. Tra un po' lo posto".
Maria Vittoria Chiarelli: "Allora , Bruno: tra i testi che ho attualmente non ho trovato questo racconto.
La data di pubblicazione è del 1954: non si trova nei volumi dei Romanzi e Racconti curati da Siti, ho controllato.
Può darsi che sia citato in qualche saggio...Volevi notizie per una maggiore contestualizzazione?
Maria Vittoria Chiarelli: " La famiglia dei Faedis è de "Il sogno di una cosa": non è che è un racconto interno al romanzo?"
Bruno: "Vedo".Bruno: "No"
Maria Vittoria Chiarelli: "C'è la presenza di Nisiuti e potrebbe far parte di Atti Impuri!"
Bruno: "Vedo"Bruno: "No"
Maria Vittoria Chiarelli: "Bruno, c'è la figlia dei Faedis, Ilde, che è presente in "Il sogno di una cosa"!"
Bruno: "Controllo tutte le parole".
Maria Vittoria Chiarelli: "Se troviamo pure Leonina, allora può darsi che sia un racconto che Pasolini aveva conservato e che per il romanzo ha rimaneggiato. Può darsi che i personaggi siano quelli, ma i racconti diversi: tipico di Pier Paolo fare di questi travasi!"
Bruno: " La parola Lied nel Sogno non c'è".
Maria Vittoria Chiarelli: " Ne "Il sogno di una cosa" compare anche Nisiuti, che si era fatto ormai giovincello!"
Bruno: "Mah, sarà un racconto dimenticato".
Bruno: "Se lui ha dato questo titolo, ( Lied ) significa qualcosa... ma adesso faccio un'analisi di tutte le parole".
Maria Vittoria Chiarelli: Sarebbe il caso di rileggere Il sogno: sono convinta che il periodo è quello della composizione del romanzo. Può darsi che il racconto a sé stante, faccia parte dello stesso materiale del romanzo, ma Pasolini ha ritenuto opportuno non inserirlo. Ma lo stile e i personaggi sono quelli..."
Bruno: "Leonina nel Sogno non c'è".
Bruno: "La località Arzene, non c'è.
Che lo spunto sia simile, sembra evidente..."
Bruno: "Ho un formato digitale un po' speciale del Sogno e con "trova parole", faccio in fretta a fare ricerche".
Maria Vittoria Chiarelli: Infatti...quindi solo Ilde e Nisiuti...Lo stile è quello del romanzo, però. Credo che il racconto sia stato scritto con l'intento di inserirlo nel romanzo, ma poi Pasolini si è accorto che lo scopo comunicativo del romanzo era indirizzato verso un'altra direzione e così non l'ha più considerato. L'ha poi pubblicato come racconto autonomo sull'Approdo".
Bruno: "E pare che nessuno se ne sia accorto".
Maria Vittoria Chiarelli: "Sull'Approdo non c'è nessuna introduzione, vero?"
Bruno: "No, sono tre racconti di tre autori diversi".
Maria Vittoria Chiarelli: " Voglio dire: non c'è alcuna introduzione al racconto di Pasolini?"
Bruno: "No! A mio avviso gli è stato richiesto e lo ha buttato giù in fretta..."
Maria Vittoria Chiarelli: " No, Bruno! Era meticoloso Pier Paolo! Se non era convinto della perfezione formale, non dava nulla! Ne sanno qualcosa gli intervistatori!
Per la questione della parola Lied: è un canto, infatti il racconto termina con un canto corale!"
Bruno: "Non parlo della forma..."
Maria Vittoria Chiarelli: "Del contenuto? È da leggerlo con attenzione, ma io respiro la stessa aria del Sogno!
Possiamo anche porre la questione agli amici lettori : secondo voi a quale periodo può essere ricollegato questo racconto? Rimanda ad altre opere per caratteristiche stilistiche, scelte lessicali...e soprattutto perché Pasolini avrebbe scelto di non inserirlo in un'opera più ampia?
Quale compiutezza esprime, se si può definire qualcosa di compiuto?"
Bruno: "A me viene in mente una poesia che ha lo stesso titolo":
Lied
Bruno: "Lied, una poesia in friulano tratta da "La meglio gioventù" (1954)".
"Quindi, il racconto è ispirato alla poesia".
Maria Vittoria Chiarelli: "Sì, la rileggerò attentamente! Volevo chiarire meglio il significato di Lied! "
Bruno: "Canzone".
Maria Vittoria Chiarelli: "Spesso le vicende contadine sono accompagnate da canti...
C'è anche un suo dipinto Campagna casarsese ,del 1947 , che rimanda moltissimo al racconto, come tutti gli altri paesaggi campestri, e come anche le fotografie di Elio Ciol, che aveva compreso perfettamente l'essenza estetica di Casarsa e il mondo poetico di Pasolini : evocativa la foto che ritrae una vecchina in fondo ad una stradina di campagna, alle prime luci dell'alba o al tramonto...È indefinibile!"
Ecco perché parlo di arte totale in Pasolini: si rileva una fortissima impronta figurativa nei suoi scritti.
È un suono...una lingua...una luce..."
Bruno: "È una parola tedesca, che si diffuse in Friuli a partire dal XV secolo - canzone".
Maria Vittoria Chiarelli: "Perfetto. Anche "Il sogno di una cosa" è pieno di suoni...di canti..."