"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
CONTINUA LA POLEMICA SUL FESTIVAL
Pier Paolo Pasolini spiega perchè va a Venezia
≪ Sono un rivoluzionario, non un contestatore ≫, dice l’autore di << Teorema >> in un ’intervista alla Stampa. Sorpreso per il << no >> di Michelangelo Antonioni alla Mostra.
(Quest'articolo pubblicato dall'Avanti, è ripreso integralmente da un'intervista rilasciata da Pasolini, per "La Stampa" (che sarà pubblicata a breve su questo blog). Il fatto che questa intervista viene ripresa da due quotidiani, la rende particolarmente interessante)
In un’intervista rilasciata all'inviato della Stampa, Gigi Ghirotti, il regista Pier Paolo Pasolini spiega le ragioni della sua decisione di partecipare alla Mostra cinematografica di Venezia.
Ecco il testo dell'intervista.
<< Domando a Pier Paolo Pasolini, che incontro al Lido nell'atrio 'dell'Excelsior, perchè poi l'anno scorso egli fosse pronto a ricevere il Leone d'oro e oggi è pronto invece. a lasciarlo perdere. Quel che l'anno scorso andava bene, quest'anno non va più? >>
<< Questo Festival dovrebbe essere la prefigurazione di quello che il festival dovrà essere nel prossimo futuro, cioè un libero incontro di artisti del cinema, senza lo sfondo competitivo che ha avuto finora. Di nuovo quest’anno c’è stata la protesta dei giovani: per merito degli studenti certe posizioni sono venute a maturazione. Noi stiamo passando dalla democrazia formale alla democrazia sostanziale, e ciò non avviene senza scossoni ...>>
<< Lei, allora, è contro il Festival di Venezia perchè condivide le tesi dei contestatori? >>
<< Ho sempre detto che il Festival di Venezia è un fatto molto marginale; nella nostra società, c'è ben altro, da contestare! C'è per-esempio, il Codice penale che contempla il "plagio" in base al quale è stato condannato Aldo Bramanti; ci sono altri articoli che tutelano la bandiera, la religione, la patria, la nazione, l'esercito. In Italia l'artista non può toccare liberamente nessuno dei grandi temi che riguardano cosi da vicino la nostra vita senza rischiare di sentirsi incriminato per vilipendio... Questa si è una situazione degna d'essere contestata. Ma, visto che ci troviamo in mezzo, contestiamo pure anche il Festival di Venezia! >>.
Lei contesta globalmente ?... .
<< Un momento, prego: un giovane dei paesi dove non è ammesso il partito comunista o dove non è ammesso il libero confronto delle idee, è giusto che contesti globalmente il sistema. Per noi l'atteggiamento dev'essere diverso. Io, per mio conto, mi considero un rivoluzionario, non un contestatore >>.
Pier Paolo Pasolini è rimasto molto sorpreso, stamattina, nel leggere sui giornali il telegramma che Michelangelo Antonioni ha spedito da Los Angeles per dirsi << nettamente contrario ai festival non liberi come Cannes e Venezia >>.
<< Pochi giorni fa, — mi dice Pasolini — parlando con me, Antonioni si diceva d'accordo nel condannare ogni estremismo nella contestazione. Finché sono estremisti i giovani, nulla di male: c'è un atteggiamento di purezza nella loro protesta che non può essere discusso. Ma noi, autori di cinema, carichi di un passato comune, noi che abbiamo usato, sì, del capitale per fare dei film, ma che non siamo mai scesi ad alcun compromesso e non abbiamo nulla da rimproverarci, perché non abbiamo mai fatto dei film commerciali, che bisogno abbiamo di tentare di rifarci una verginità attraverso la contestazione? Antonioni ha vinto a Venezia un Leone d'oro e a Cannes un altro primo premio. Lo sa bene, Antonioni, quanto è importante per un giovane autore di cinema essere presente a un festival! >>
<< Per chi non è un "arrivato" è assai difficile fare un film, e un festival, anche brutto, è sempre utile a chi incomincia. Con quel suo telegramma Antonioni non ha fatto sicuramente un piacere agli autori di cinema che cercano d'imporre dei film che abbiano un serio contenuto ideologico e artistico! Antonioni si è lasciato suggestionare dall'estremismo contestativo, per timore dell'impopolarità. Lo scriva, la prego, Antonioni è rimasto vittima del terrorismo ideologico che i "fascisti di sinistra" spargono intorno a sé! >>.
Pier Paolo Pasolini per << fascismo di sinistra >> intende il disordinato accavallamento dì motivi politici a motivi dell'irrazionalismo qualunquistico.
<< Ho lottato tutta la vita per dare la prevalenza alla ragione sull'irrazionalità >>.
L'Avanti, 17 agosto 1968
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