"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pier Paolo Pasolini
Le poesie di Mamma Roma
25 aprile
Quando una troupe invaderà le strade
di stanotte, sarà già il Tremila.
Perciò: goditi anche questo dolore.
L’idea di fare un film sul tuo suicidio,
tuona nei millenni, si congiunge
a Shakespeare, ed è sesso, grandezza
della libidine, sua soavità.
Il protagonista è macellato:
una bolla d’aria gonfia la sua pelle,
potrebbe volare per il terrore.
Una spaccatura gli scende dal palato
allo sterno, e irradia dei tremiti
per tutto il corpo: l’intossicazione
gli buca lo stomaco, gli dà diarrea.
Suicidarsi, è la più semplice idea
che gli possa venire: entra, frattanto,
in un cinema (son anni che non lo fa,
così, da solo) e sui brevi spazi
del suo spasimo viscerale, ecco,
in montaggio alterno, gli enormi
spazi a colori della pubblicità.
Frigoriferi, dentifrici, gote
sorridenti. Poi andrà fuori.
La notte, col profumo dei tigli,
benché sia tardo aprile, quasi maggio.
Ma quell’anno la primavera stentava
a farsi avanti. La città era lucida,
e tremavano fanali, in quel lucore
di facile effetto – umido, pesante,
più pesante dell’odore stesso dei tigli
compressi, sprofondati nell’aria –
tremavano fanali di tram e automobili,
come per una fuga atomica, per l’ultima
cena del mondo, o per la più recente,
con silenzioso orgasmo: mucchi
di luci in corsa, sgranati
lungo le curve d’una circonvallazione.
Con montaggio illogico, si vedrà,
poi, lui che cammina in una periferia
ancora più remota: siepi
gocciolanti, muretti di vecchi
casolari... e, un improvviso spazio
sereno, quasi primaverile, magari
con la luna su rappacificate nuvole:
in mezzo a quell’odoroso spazio,
quel vuoto di libertà campestre,
ecco dei cani che abbaiano e voci festose
di ragazzi – quelli del Mille,
o del futuro più lontano. Un piccolo
colpo di pistola. E «Fine». Ah,
siepi gocciolanti, china gonfia
della spudorata erba primaverile,
su monticelli traforati di cave,
dolci Tebaidi dove la natura ignorata
dagli uomini nuovi festeggia l’aprile.
Pier Paolo Pasolini
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