"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Personalità di Gentilini
Una prima occhiata ai disegni di Gentilini ci avverte subito che ci troviamo di fronte a un pittore che ha qual che cosa da dire. Una sua personalità si presenta subito così decisa e chiara che il nostro discorso non può subire diversioni, sia di tono elogiativo o di superflua ricerca di fonti. (Anzi, per liberarcene, facciamo subito dei no mi: Maccari, tra i moderni; e - per qualche macabro e violento fotomontaggio di arti, o rotondeggiare di membra fuori dall'ombra opaca - Goya acquafortista, tra gli antichi.)
Un discorso sul mezzo grafico, già conquistato e sicuro, di Gentilini, ci porterà poi ad una definizione documentata di quella sua personalità, subito così avvertibile e decisa. Vorremmo cioè far soffermare il visitatore, sul gioco vivo e opaco delle macchie, sull'incidere dei segni, sulla svagata armonia delle composizioni, nella densa concisione dei gesti, tutte cose gustosissime in questi di segni (soprattutto quelli del '42); disegni fortemente pensati, in cui la scena di genere o l'elegia si fanno mimo e dramma, nella plasticità voluta dell'espressione, in cui il bianco, la luce, ·diviene volume. Una grafia, dunque, matura e certa di sé: che molte volte può sembrare scaduta a trucco (e può aumentare il sospetto l'apparente mente scarsa onestà dei mezzi, in cui il tradizionale «bianco e nero» è superato e disperso). Noi diremo in vece che tale apparentemente scarsa onestà è l'indice di una certezza di disegno inteso come opera d'arte compiuta e assoluta, per cui ogni mezzo usato è valido, ed ogni scrupolo, che affatica il cammino a molti giovani o non giovani artisti, viene abbandonato. Insomma, la scelta di Gentilini è avvenuta, e il visitatore potrà veder ne il frutto in questi disegni: decisi, precisi, compatti, costruiti senza mai cedere a inviti marginali, essi vanno dritti al loro scopo; così ogni casualità è bandita dalle studiatissime macchie, dalle stringatissime linee che sembrano trafiggere e scolpire la carta, incidendosi in una compiuta e armonica e fantasiosa folla di forme. E vorremmo insistere sulla esclusione di ogni casualità (ve di un cavallino, con un piccolo carro, dietro un gruppo di donne: lavo retto da miniaturista). T al e dichiarata diffidenza del talento e della spontaneità, conducono tutta· via Gentilini a rischi opposti: la prevalenza dell'intelletto. L'unica debolezza di questi disegni, è infatti l'affacciarsi di qualche cerebralismo. Qua e là si potranno vedere deformazioni e concettualismi troppo fredda· mente scoperti: così qualche bocca è troppo mezzaluna, e qualche gufo è superfluo (tuttavia una donna seduta sopra un piccolo scheletro, è, malgrado il rischio, pittoricamente succosissima, e così tutto il gruppo mostruoso e grottesco che fa varco intorno a una danzatrice).
Da quanto abbiamo detto ci sembra che risulti abbastanza chiaramente un mondo morale di Gentilini, che si mostrerà con più crudezza, laddove l'intellettualismo più gli prende la mano: un mondo guardato ironicamente, e giudicato crudelmente, con una sofferenza ormai fatta leggerezza, quasi di sfida. Si veda il disegno della disgrazia marina, uno fra i meno belli e fra i più interessanti: il mondo, la natura, «gli altri» vi sono compiuta· mente conquistati, e ridati, più che sotto forma di puri pretesti disegnativi, sotto forma di oggetti da rappresentarsi magari attraverso un giudizio. Qui, il giudizio è tragico, non nella figurazione del fatto doloroso, ma nella grottesca e distante ricostruzione dei gesti, nell'inutile agitarsi del dolore.
Se per ora i limiti di Gentilini saranno da ricercarsi nella sua vita morale, nella sua forse arida e giovanile freddezza di fronte al mondo, noi crediamo che una più viva e meno intellettuale compartecipazione a questo, una vibrante pietà, daranno alla sua grafia una più pura e intima espressione, priva di ironia - cioè, in termini pittorici, priva di cultura - che venga a rappresentare la realtà, con una più comunicata, e semplice e penetrante tristezza.
Personalità di Gentilini, di P.P.Pasolini
Il Setaccio numero 3, pagina 18.
Biblioteca Universitaria di Bologna, collocazione 2118/PER. 10220.
Progetto a cura di Maurizio Avanzolini (Biblioteca dell'Archiginnasio).
I documenti digitalizzati appartengono alle raccolte di:
Biblioteca dell'Archiginnasio
Biblioteca Universitaria di Bologna
Centro studi-archivio Pier Paolo Pasolini - Bologna
Archivio storico dell'Università di Bologna
Biblioteca Cantonale di Lugano
http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pasolini42/index.html
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