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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

venerdì 4 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve - 1968, il corpo nella lotta e il bisogno di disobbedire a Budda - Contestazione, Caos, Orgia.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini, biografia breve
1968
Il corpo nella lotta e  il bisogno di disobbedire a Budda - Contestazione, Caos, Orgia. 

(Per questo post, ringrazio Bruno Fraccaroli per il grande contributo)


"Oh Dio! che debba prendere in considerazione

l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile

accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?"

..."Il borghese - diciamolo spiritosamente - è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui"...
Dall’India prosegue il suo viaggio nello Yemen. Il 9 gennaio è a Aden. 

In marzo esce il romanzo Teorema , concepito inizialmente come opera teatrale facente parte della serie iniziata con Orgia. Il libro è stato tradotto in varie lingue, tra cui cui il turco, il giapponese, l'estone, il finlandese..., quasi contemporaneamente inizia le riprese del film tratto dallo stesso romanzo. 

Nel 1991 Giorgio Battistelli, presenta un’opera musicale dal titolo Teorema , liberamente adattata al testo di Pasolini.

Nel 1992, al Maggio Musicale Fiorentino, il regista Luca Ronconi lo mette in scena, a cura del Teatro dell’Opera di Roma.

Luca Ronconi



Sempre in marzo, sul numero 9, gennaio-marzo «Nuovi Argomenti» pubblica il saggio "Manifesto per un nuovo teatro"

“Sì, siamo ancora lì: con in più il rigurgito della restaurazione strisciante. Il conformismo di sinistra. Quanto all’ex repubblichino Dario Fo, non si può immaginare niente di più brutto dei suoi testi scritti”.

(Da Il sogno del centauro

Incontri con Jean Duflot 

Mondadori Meridiani.)

“Non sono tornato al teatro, però, ho intuito che bisogna dedicarci una vita, altrimenti non vuol dire nulla”.

In Teatro I Ed. Garzanti Milano: 

“Vado a teatro molto poco, e ogni volta giuro di non tornarci più”.


In aprile gira La sequenza del fiore di carta , tratto da una parabola del Vangelo. Uscirà nelle sale nel 1969, come terzo episodio del film Amore e rabbia:

“Il film si doveva ispirare a parabole o pezzi del Vangelo, e così ho scelto il fico innocente…una sola lunga ripresa in movimento lungo tutta via Nazionale a Roma."

A fine aprile partecipa al XIII Incontro Internazionale dei Cineasti alla Cittadella di Assisi, dove interviene alla tavola rotonda sul tema «Contestazione e affermazioni nel cinema d’oggi».


Il 13 aprile al cinema Impero di  Bari e il 14 aprile, al cinema Paris, Reale e Ritz di Roma, viene proiettato il film CHE COSA SONO LE NUVOLE?

Rispondendo a Halliday in: Pasolini su Pasolini dice: 

“Ho girato Che cosa sono le nuvole? quando sono tornato dal Marocco, dove avevo cercato le ambientazioni di Edipo Re , l’ho girato in una settimana perché avevo fretta. Tutto quello che non ho potuto mettere in Uccellacci e Uccellini l’ho messo nella Terra vista dalla Luna e Che cosa sono le nuvole?, cioè un picarismo più assoluto e meno corrotto da ideologie, e quindi in un certo senso meno improvvisato, perché monolinguistico."


In maggio esce l’antologia di Gianfranco Contini Letteratura dell’Italia unita 1861-1968. Pasolini con un'articolo su Nuovi Argomenti critica Contini per le molte esclusioni:


..."Perché tra i vecchi dialettali non c’è Russo?

E tra quelli più recenti la valdostana Martinet, cosi severamente neoromantica?

Perché in fila con Einaudi, Gobetti, Gramsci, Levi non c’è una poesiola di Noventa?

E poi che Contini non abbia letto Volponi (almeno in «Paragone»)?

Mi sembra anche inspiegabile che Contini non abbia apprezzato le prime cento pagine (Stupende) del «Tappeto volante» di Leonetti (senza parlare dei suoi versi).

Fortini saggista e profeta (di sciagure) non doveva assolutamente mancare, no"...

...

«Contini, mio amor de loinh, che cosa avvalli?».



Tra il 22 e il 28 maggio 1968 Pasolini scrive un «Abbozzo di sceneggiatura per un film su San Paolo». Il 4 aprile precedente, Martin Luther King viene assassinato a Memphis, mentre il 6 giugno viene ucciso Robert Kennedy a Los Angeles.

“Sto preparando un film su San Paolo, sull’ideologia religiosa del suo tempo… e vado scoprendo sempre più in proposito, man mano che studio i mistici, che l’altra faccia del misticismo è proprio il «fare», l’«agire», l’azione.

P. P. Pasolini, Il sogno del centauro 

a cura di J. Duflot, Meridiano Mondadori.


Unità del 22 maggio 1968

Il 19 maggio il popolo italiano si reca alle urne e il PCI si presenta al voto alleato con il  PSIUP. 
Sull'Unità del 22 maggio 1968, Pier Paolo Pasolini scrive:

Una vittoria del popolo italiano

II lettore dell'Unita mi scusi se, dicendo due parole qui sul risultato delle elezioni, non faccio un brindisi (come qualche volta ci vuole nella vita!).

II brindisi l'ho fatto in cuor mio, lunedi notte, vagando come tutte le notti, per i quartieri poveri della città e vedendo le cellule povere rosseggiare di bandiere povere.

Ecco. io direi questo: la vittoria del PCI alle elezioni e più una vittoria del popolo italiano che del PCI stesso. Infatti ne il PCI. ne noi vecchi votanti per la falce e il martello giusti, avremmo mai previsto, in un esame obbiettivo, un simile successo.

II PCI tale successo l'ha ottenuto oggi, non perchè ha risolto i nuovi grandi problemi che La storia gli impone ma, direi, semplicemente perchè c'è.

E non e dir poco! II popolo italiano vuole andare più a sinistra: e per questo le responsabilità del PCI e dei suoi uomini aumentano mille volte.

La prima cosa da dire dunque e che questa vittoria non deve far dimenticare neanche per un momento i grandi problemi che il PCI deve porsi e risolvere per essere anche oggi il grande partito di Lenin e della Resistenza.




Valle Giulia, il 1° marzo del 1968
cronaca di una guerriglia urbana.


Gli scontri terminano con una sostanziale vittoria degli studenti che, per la prima volta, riescono a fronteggiare le cariche dei poliziotti mostrando una grande capacità quasi militare, nel gestire le cariche dei giovani poliziotti.
Gran parte della stampa di sinistra e degli intellettuali della stessa area, si schierano in favore delle ragioni dei dimostranti. Per il movimento studentesco, è un trionfo. 

Per comprendere veramente cosa è realmente accaduto a Valle Giulia nel marzo 1968, vai a questi 2 link: 


La Stampa - mercoledi 12 giugno 1968

Il PCI ai giovani

Siamo nel ‘68, la ribellione al conformismo borghese è approdata in Europa. La maggior parte degli intellettuali appoggia il movimento studentesco, creatosi in conseguenza al Maggio francese, Pasolini invece, passa all’attacco: scrive nella poesia Il PCI ai giovani

«…Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte / coi poliziotti, / io simpatizzavo coi poliziotti…»



"Nel 1968 ho pubblicato Il Pci ai giovani, una specie di manifesto poetico che per un certo tempo mi ha reso estremamente impopolare presso le sinistre italiane. Posso essermi espresso male, ma quello che dicevo si è dimostrato vero, purtroppo, come possiamo constatare oggi. Provavo una sorta di impulso isterico, di crisi, un''impazienza verso quella grigia massa di giovani ribelli di allora, che in realtà hanno ormai completamente abbandonato la lotta. Non sono stati capaci di avanzare."

Appendice 2: I racconti di Canterbury.


"Oh Dio! che debba prendere in considerazione

l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile

accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?"


"L’unico brano non provocatorio, anche se detto in tono fatuo, è quello parentetico finale. Qui sì pongo, sia pure attraverso lo schermo ironico e amaro (non potevo convertire di colpo il démone che mi ha frequentato, subito dopo la battaglia di Valle Giulia – e insisto sulla cronologia anche per i non filologi), un problema «vero»: nel futuro si colloca un dilemma: guerra civile o rivoluzione?"

Apologia (Empirismo Eretico)


"In Alì dagli occhi azzurri c'è una poesia, quella che dà il titolo al libro, dedicata a Sartre, che oggi vorrei dimostrativamente rinnegare. I punti salienti dicono:


uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!»
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye .
* * *
... dietro ai loro Alì
dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere usciranno
dal fondo del mare per aggredire - scenderanno
dall'alto del cielo per derubare - e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare a essere liberi
prima di giungere a New York
per insegnare come si è fratelli
- distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse

di Trotzky al vento ...

Perché rinnego questa profezia? Perché allora ero solo e ridicolo a farla, oggi è divenuta merce comune: ma questo non significa che io presuntuosamente voglia attribuirmi il monopolio di certe idee e la prerogativa ad appassionarmene: no, vuol dire che quella profezia era giusta allora ma in quanto era sbagliata; era un capriccio vitale e fecondo della passione politica, un rovesciamento voluto e cosciente del buon senso futuro."


I versi di Pasolini scatenano una lunga polemica, di seguito alcuni link :



-Pasolini, Il PCI ai giovani - L'Espresso, 16 giugno 1968

-Vi odio cari studenti La tavola rotonda organizzata dall’”Espresso”

-Le ceneri di Pasolini - L'Espresso del 23 giugno 1968

-I cappelli goliardici - Tempo, 17 maggio 1969


-Pasolini, Oltre Le Rabbie Manichee

- La polemica, Giuliano Ferrara e Enzo Siciliano





Il 5 luglio il lungometraggio Appunti per un film sull’India viene trasmesso nella rubrica televisiva «TV7». Il 19.8.1968 viene presentato alla XXIX Mostra di Venezia, sezione «Documentari», 

“Il film vorrebbe essere quindi, prima di tutto, un documentario: le cui immagini, combinate in un ritmo drammatico, si inseriscano nella storia, facciano anzi corpo con la storia, nella doppia funzione di giustificazione e liberazione. Il personaggio centrale del film è dunque l’India - l’India che muore di fame.

(Pasolini per il cinema, Storia indiana , Meridiani Mondadori).


1'Unità, 20 luglio 1968


La Stampa - martedi 25 giugno 1968


A giugno partecipa con Teorema al Premio Strega; ma dopo la prima votazione, 
in segno di protesta, decise di ritirare Teorema dalla competizione. La protesta è rivolta contro le clientele editoriali che secondo Pasolini, dominano il premio Strega. Lo stesso fece col suo libro un altro finalista, Antonio Barolini mentre Alberto Moravia lasciò il suo posto nel comitato direttivo. Il premio fu vinto da Alberto Bevilacqua con il romanzo L'occhio del gatto.

L'Unità, 27 agosto 1968

La Stampa, 7 settembre 1968

Mostra di Venezia

Nel generale clima di contestazione, Teorema affronta la Mostra di Venezia. Già ad agosto erano iniziate le prime offensive dell’Anac contro il Festival; uno statuto vecchio e antidemocratico.

Il 04/09/1968 prima proiezione: XXIX Mostra di Venezia di TEOREMA. Pasolini a riguardo scrive: 

"Teorema, come indica il titolo, si fonda su un'ipotesi che si dimostra matematicamente per absurdum. Il quesito è questo: se una famiglia borghese venisse visitata da un giovane dio, fosse Dioniso o Jehova, che cosa succederebbe?"

( IL SOGNO DEL CENTAURO

Incontri con Jean Duflot )

Nonostante le continue polemiche e dimostrazioni, il 5 settembre, Teorema viene presentato alla stampa e al pubblico. Pasolini chiede ai giornalisti di boicottare la visione. Pasolini non partecipa alla premiazioni, a Teorema va il premio per la miglior interpretazione conferito a Laura Betti. Il Film vince il premio Ocic, il secondo della carriera di Pasolini.

Pasolini in un primo momento non è d’accordo con i termini della protesta:

 “...io mi considero un rivoluzionario, non un contestatore”, salvo poi, il 20 agosto, arrivare ad un accordo insieme ad altri autori per riformare l’ordinamento legislativo sul cinema.

Pier Paolo Pasolini, Perché vado a Venezia  - «II Giorno», 15 agosto 1968

≪ Sono un rivoluzionario, non un contestatore ≫ Pier Paolo Pasolini spiega  perchè va a Venezia - L'Avanti, 17 agosto 1968

La contestazione è contro i criteri di giudizio e di selezione dei film come previsti dallo statuto della Biennale, uno statuto stilato in epoca fascista che riduce il Festival solo ad un costosissimo appuntamento mondano.

1968, PIER PAOIO PASOLINI, sui festival - Lugubri come night club  e utili come i «caroselli»  L'Avanti, 5 settembre 1968

La Stampa, 27 agosto 1968

L'Avanti, 3 settembre 1968
L'inizio della mostra slitta. Il 26 agosto 
la polizia attua lo sgombero della sala Volpi dove cineasti contestatoti sono riuniti in assemblea. Tra questi Francesco Maselli, Cesare Zavattini, Gregoretti e Pasolini, i quali, trasportati fuori dalla sala con la forza, rischiano il linciaggio da parte di una folla di facinorosi di destra. Pasolini tenta di ritirare il suo film dalla manifestazione cinematografica, ma il produttore decide di farlo partecipare ugualmente. A questo punto Pasolini invita giornalisti, critici ecc... a non assistere alla proiezione di Teorema.

Nonostante l’opposizione di Pasolini per decisione del produttore Franco Rossellini, Teorema partecipa comunque al concorso, e spacca la giuria, rischiando anche di vedersi attribuito il Leone d’oro. Intanto Pasolini, con un gesto clamoroso restituisce il premio all’OCIC.

(Ordinanze di sequestro - Clicca sulle immagini per ingrandirle)

Il 13 settembre 1968, su ordine del procuratore della repubblica di Roma Sergio Sorichilli, viene sequestrato il film Teorema. Pier Paolo Pasolini insieme all’amministratore delegato di Aetos Film, Donato Leoni, vengono imputati di «concorso continuato in pubblicazioni e spettacoli osceni. Dal Ministero del turismo e dello spettacolo, parte una segnalazione a tutte le procure nazionali e nel giro di pochi giorni, il film viene sequestrato su tutto il territorio nazionale. Il regista, costretto ancora una volta a difendere la propria opera in un’aula del tribunale dice:

«Ho voluto esprimere il mondo odierno che ha perduto ogni dimensione metafisica ed è in preda all’alienazione… Io lo vedo e lo descrivo con occhio pietoso, non per condannarlo: faccio una constatazione».


Il processo a Pasolini, per il film Teorema, si svolge a Venezia per direttissima e Pasolini viene assolto. Il film Teorema viene giudicato "un'opera d'arte".

(Clicca sulle immagini per ingrandirle)
( Di seguito la sentenza di assoluzione e due ordinanze di dissequestro)











La Stampa, 7 ottobre 1969


L’occupazione del palazzo del Cinema veneziano gli valse un processo l’11 ottobre 1969: fu coimputato insieme a Cesare Zavattini, Lionello Massobrio, Marco Ferreri, Alfredo Angeli, Francesco Maselli, Filippo De Luigi. In una foto - tutti in fila, raccolti in pretura a Venezia - la mano di Pier Paolo è stretta al mento, gli occhi fissi a terra. I sette furono assolti perché «i fatti (loro) ascritti non costituiscono reato».

"Il pretore: 
I disordini, semmai, si sono verificati non in sala Volpi, ma fuori della Mostra del cinema e gli organi di p.s. avrebbero dovuto non tanto fare sgomberare la sala, quanto, per .garantire l'ordine, vietare agli occupanti di uscirne. 
Ha chiesto quindi l'assoluzione, perché il fatto non costituisce reato."

La Stampa, 12 ottobre 1969

Il Caos


Il 6 agosto del 1968 Pier Paolo Pasolini accetta di tenere, per il settimanale "Tempo", una rubrica di "Dialoghi con i lettori" che Pasolini intitola "Il Caos". A partire dal numero 32 del 1968 e fino al numero 4 del 1970, Pasolini riscontra non poche difficoltà - la direzione di Tempo chiede a Pasolini di occuparsi, quasi esclusivamente, di argomenti di cronaca o di attualità e non di politica. 

"Come Lei vedrà nel numero 5 di Tempo non appare la Sua rubrica. Avrà notato anche che nel numero precedente ho operato un grosso taglio al Caos. Non si tratta di censura perché non me lo permetterei con Lei, come con nessun altro collaboratore di Tempo, e perché non rientra nei miei compiti. Però fa parte dei miei compiti e dei miei doveri di fronte ai lettori di fare altre scelte.
La rubrica non appare, e questo glielo dico chiaramente, soltanto perché Lei affronta temi specificamente politici, anzi direi tecnicamente politici, che non rientrano nella tematica del Caos. Lei mi può rispondere che tutto è politico e io Le ribatto che non parlo dei giudizi di tipo ideologico che Lei dà, ma della scelta degli argomenti che specie negli ultimi numeri si sono ristretti alla politica, argomenti che sono già ampiamente dibattuti dal giornale nelle apposite rubriche." Volevo a voce comunicarLe la mia decisione di sospendere per sempre il Caos. E siccome il mio rapporto con Lei non è improntato a «cinismo», Le avrei espresso in quella occasione il mio sincero rammarico.
Le ragioni di questa decisione sono da ricercare nelle reazioni sfavorevoli del pubblico di Tempo (non tutto certamente) alla Sua rubrica. Reazioni non sempre dovute a divergenti posizioni politiche o ideologiche, ma spesso al linguaggio che, per la sua complessità, diveniva in molti casi incomprensibile per il pubblico che da un settimanale come il nostro si attende [sic].
Le polemiche, più adatte agli «addetti ai lavori», sulla semantica o sul cinema, sul cui valore non ho dubbi, non erano gradite dalla maggior parte dei lettori di Tempo che si aspettavano, come avveniva nelle rubriche apparse precedentemente, un dialogo sui problemi di ogni giorno.
Nicola Cattedra, 1970

Pasolini cessa la sua rubrica "Il Caos" per la rivista Tempo, il 4 gennaio 1970...


 «Quanti operai, quanti intellettuali, quanti studenti sono stati morsi, nottetempo, dal vampiro, e, senza saperlo, stanno diventando vampiri anche loro? [...] Dalla mia solitudine di cittadino, io dunque cercherò di analizzare questa borghesia come male dovunque essa si trovi… Sintomo sicuro della presenza del male borghese è appunto il terrorismo, moralistico e ideologico: anche nelle sue forme ingenue (per esempio tra gli studenti)».


Tutti gli art. 
di Pier paolo Pasolini per la rubrica il "Caos" del 1968.

Rubrica «IL CAOS» sul settimanale «TEMPO»
Anno XXX, 1968



3 Un odio difficile da immaginare - Gli effetti sociali del sole - Lo squallido mondo letterario - Il problema tecnico dei figli - I ventenni maleducati e violenti, n. 34, 20 agosto.


5 La paura di essere mangiati, Una lettera sgradevole, n. 36, 3 settembre.

6 «Ci scappa il morto» - A Venezia non scherzavano - Soltanto frenetico orgoglio - Un funzionario borbonico, n. 37, 10 settembre.

9 Le critiche del Papa - Necessità di una «democrazia reale» - Alle soglie di uno scisma? - Ora il Papa si trova disarmato, n. 40, 28 settembre.

10 Risposta al Presidente Leone - Un gioco di luci e di ombre - Ho visto le violenze della polizia - Il fascismo di sinistra, n. 41, 5 ottobre.


12 Un uomo del futuro - Una creazione mostruosa - Seminari mezzi vuoti, Il Vietnam è passato di moda? - Le false battaglie - Tragiche ambiguità, Ancora su Braibanti, n. 43, 19 ottobre.

13 Un film straordinario - Lo spettatore diventa giudice - Immerso nel vecchio cinema, Secondo me è razzismo, n. 44, 26 ottobre.

14 La volontà di non essere padre, Due parole su Nenni, I sicari del terrorismo, Il rimpianto del codice, n. 46, 9 novembre.

15 Lettera aperta a Silvana Mangano, Bassani: storia di un delirio, Vecchiaia di un uomo moderno, n. 47, 16 novembre.

16 «Dialoghetti» sul cinema e il teatro - Il tempo distrugge la purezza - Artisti, esperienza e fantasia, n. 48, 23 novembre.

17 Panagulis: questa volta no, La maturità di Dutschke, Un certo Ninetto - I moralisti sono serviti, n. 49, 30 novembre.

18 Diario per un condannato a morte - Un ghetto anche per Panagulis - Gli studenti danno il panico - Siamo qui solo per lottare, n. 50, 7 dicembre.

19 Gli studenti di «Ombre rosse» - La poesia non è merce, Le «battaglie di avanguardia», n. 51, 14 dicembre.

20 Per una polizia democratica, I contestatori cattolici, Lettera di una casalinga, n. 52, 21 dicembre.



Orgia

Il 27 novembre 1968, Prima assoluta di Orgia , 
produzione: Teatro Stabile di Torino, 
regia di Pier Paolo Pasolini, 
scenografia Mario Ceroli, 
musiche di Ennio Morricone, 
con Laura Betti, Luigi Mezzanotte e Nelide Giammarco.

“Non sono tornato al teatro, però, ho intuito che bisogna dedicarci una vita, altrimenti non vuol dire nulla”.

(Il sogno del centauro , Incontri con Jean Duflot )

"Un teatro di parola, ossia un teatro scritto in versi, a un livello comunicativo oggettivamente «difficile», richiede un pubblico diverso da quello che va usualmente a teatro [...] Per il teatro di parola, occorre un destinatario ad alto livello culturale: o meglio – poiché ciò è ingiusto – dotato di una forte e reale passione culturale (un giovane, un operaio: non necessariamente in possesso di tutti gli strumenti atti ad accepire una «lingua poetica»). Il teatro di parola è dunque apparentemente aristocratico [...] In realtà, pur mantenendo questo aspetto selettivo e quindi aristocratico, il teatro di parola è democratico per la sua stessa natura «difficile», strettamente culturale. Infatti è sciocco confondere «cultura democratica» con «cultura di massa». Il teatro di parola (e per questo io l’ho concepito, e cerco di attuarlo) si oppone in modo totale alla cultura di massa: che è terroristica, repressiva, stereotipa, disumana, essa sì, anti-democratica. Il teatro, e, nella fattispecie, il teatro di parola, non potrà mai essere «medium di massa»: perché il teatro non è «riproducibile», ma solo «ripetibile»."
 
(A teatro con Pasolini, «Il Giorno», 1° dicembre 1968)



UOMO
Sono morto da poco. Il mio corpo
penzola a una corda, stranamente vestito.
Sono dungue appena risuonate qui le mie ultime parole,
ossia: «C'è stato finalmente uno che ha fatto buon uso della
[morte.»
Sì, è questo che ho detto, prima di ciondolare impiccato,
acconciato in un modo veramente abominevole.
Gettare uno sguardo indietro - come un flash-back -
sugli ultimi fatti, significativi, insieme, e tipici,
della mia vita?
È l'unica cosa ora che mi interessa fare:
ma come uno scrittore di memoriali e di aforismi
(a causa probabilmente della troppa saggezza dovuta alla
.[morte).
Ecco, dunque: quest'uomo che vi parla appeso alla corda,
con l'osso del collo spezzato, e già freddo,
è stato quello che si dice un uomo come tutti gli altri.
Non è stato né un poeta, né un pazzo,
né un miserabile, né un drogato.
[...]

...Ma se ciò che la mia morte rende significativo della mia esistenza — lo dico ancora una volta — fosse una rappresentazione, credo che agli spettatori, miei nemici, che vogliono difendersi da me, direi: «Vi prego, siate come quei soldati, i più giovani di quei soldati, che sono entrati per primi oltre i reticolati di un lager... E lì i loro occhi... Ah, vi prego, siate giovani come loro!» Ecco tutto. E, ora, divertitevi.


(Pasolini, Orgia - Prologo)

Copione di scena del Teatro Stabile Torino, 1968/69
Orgia di P.P.Pasolini
(autore e regista)
Parte finale. 

Prologo, dal programma di sala


Sempre nel 1968 iniziano le riprese di Porcile . 

“ Porcile e Teorema si collocano nel periodo che va dal 1965 al 1968. Le ho immaginate prima del Movimento studentesco in un momento di disperazione esistenziale: tra la crisi del marxismo e la regressione della Chiesa a seguito della morte di Giovanni XXIII."

La Stampa, 14 dicembre 1968


Intanto la macchina giudiziaria che perseguita Pasolini, non si arresta:


1968

29.02.68 Processo La ricotta. Notifica dell'ordinanza della corte d'appello che dissequestra il film.
14.04.68 Carmelo Tedesco viene trovato alla guida della vettura di Pasolini senza patente. Denuncia per incauto affidamento.
07.05.68 Processo per l'incauto affidamento della vettura. Notifica del verbale di contravvenzione.
01.06.68 Fatti del Circeo. Notifica dell'estratto contumaciale della sentenza di II grado.
25.07.68 Causa civile Amoroso. Sentenza della corte d'appello di Roma.
26.08.68 "invasione" del palazzo del cinema a Venezia. Denuncia della squadra mobile.
13.09.68 Processo Teorema. Sequestro del film da parte della procura della repubblica di Roma.
16.09.68 Processo Teorema. Denuncia da parte dell'Avv. Biamonti.
18.09.68 Processo Teorema. Invio degli atti alla procura di Venezia per competenza.
19.10.68 Processo Teorema. Notifica del decreto di citazione a comparire davanti al tribunale di Venezia.
24.10.68 Processo Teorema. I udienza in tribunale. Rinvio.
09.11.68 Processo Teorema. Udienza in tribunale, visione del film e interrogatorio dell'imputato.
23.11.68 Processo Teorema. Udienza in tribunale e sentenza.
23.12.68 Causa civile Amoroso. Sentenza di I grado.
28.12.68 Fatti del Circeo. Notifica dell'ordinanza di inammisibilità' dei ricorsi in cassazione contro la sentenza di II grado.


Curatore, Bruno Esposito
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