"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
Non c'è più la luce di Natale
versi dedicati a S. M. Cassola e Giuliano Brambilla
Vie nuove
21 gennaio 1961
pag. 6
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
Sono un giovane operaio di 17 anni. Data la mia età posso iscrivermi al Partito comunista? Voglio inoltre raccontarle un episodio. Ho visto in un cinema di Bassano del Grappa, il film «Rocco e i suoi fratelli». Ne sono rimasto entusiasta. Ho deciso allora di recarmi a Castelfranco Veneto a rivederlo. Ma quello non era più «Rocco e i suoi fratelli». Era mutilato delle sue parti più impegnative. Chi è che fa scempio delle opere d’arte: i censori del paese oppure i gestori delle sale cinematografiche? Le invio i più calorosi auguri. Continui così.
S. M. Cassola
Se vuoi iscriverti al PCI, credo che la cosa sia molto semplice: comincia intanto con l’iscriverti alla Federazione Giovanile Comunista. Entri, chiedi di avere la tessera, paghi la piccolissima quota e la cosa è fatta.
Quanto a Rocco, condivido la tua indignazione. E quanto «a continuare così» prendo i tuoi auguri per i più cari che mi sian giunti per l’anno nuovo.
Pier Paolo Pasolini
Sono uno studente di 17 anni. In classe ebbi un aspro scontro con un collega per motivi politici. Io persi la pazienza e lo insultai. Mi pentii sinceramente di ciò e fui contento allorché gli altri compagni ci fecero fare la pace. Continuammo a discutere di politica appassionatamente ma cordialmente. Io sono il solo ad avere idee comuniste. Tutti mi sono contrari. Ma io non disarmo. Mi batto con vigore e mi documento molto per tener testa alla totalità dei compagni di classe i quali, ripeto, sono di idee nettamente contrarie alle mie. Ultimamente, ho raccolto un po’ di frutti. Alcuni miei amici si stanno spostando sulle mie posizioni. Altri cominciano a nutrire forti dubbi sulla validità delle idee che hanno sostenuto fino ad ora.
Giuliano Brambilla – Concesio (Brescia)
Dalla tua lettera mi sembra sinceramente che tu ragioni con molta lucidità e precisione: un po’ schematicamente, forse, data la tua giovanissima età: ma i tuoi schemi sono fondamentalmente giusti, e resi vivi dalla tua reale passione. Non scoraggiarti mai, davanti al grigiore in cui sono immersi i tuoi compagni di scuola; sono appena adolescenti, la colpa non è loro: gli adolescenti sentono una forte attrazione verso il conformismo. Cerca di capirli caso per caso, ma con amore: con l’amore di Gramsci.
Al giovane operaio S. M. Cassola, e al giovane studente Giuliano Brambilla, vorrei dedicare questi versi, che ho scritto nei giorni di Natale, e che hanno preceduto la poesia Luglio, pubblicata poi sull’Unità del 29 Dic. 1960. S. M. e Brambilla sono idealmente tra i protagonisti di quella «luce» di cui in questi versi si parla: mai dedica è stata dunque più interna all’argomento.
Sono gli ultimi giorni dell’anno. Il benessere
accende, verso sera, in tutti gli uomini
una specie di follia: la smania inespressa
di essere più felici di quanto siano…
È una speranza che dà pietà: anche
il piccolo borghese più cieco ha ragione
di averla, di tremarne: c’è un istante
in cui anch’egli infine vive di passione.
E tutta la capitale di questo povero paese
è un solo ansito di macchine, una corsa
angosciata verso le antiche spese
di Natale, come a una necessità risorta.
Potente luce di Luglio, ritorna, oscura
questo debole crepuscolo di pace,
che non è pace, questo conforto ch’è paura:
ridà parole al dolore che tace.
Manda i cadaveri ancora insanguinati
dei ragazzi che hai illuminato potente:
che vengano qui, tra questi riconsolati
benpensanti, tra questa dimentica gente.
Vengano, con dietro il tuo chiarore di piazze
fatte campi di battaglie o cimiteri,
tra queste ciniche chiese dove la razza
dei servi torna alla sua viltà di ieri.
Vengano tra noi, a cui non è rimasta
che la speranza di una lotta che dispera:
non c’è più luce di Natale, o di Pasqua.
Tu, sei la luce, ormai, dell’Italia vera.





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