"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pier Paolo Pasolini
Colpo di testa del capro espiatorio
Panorama, 7 novembre 1974
Insisto. Casalegno si comporta esattamente con l'incosciente aggressività di un malfattore o di una puttana. Spiego perché. Egli premette che le mie idee sono confuse. Poi mi attribuisce una serie di contraddizioni, appunto confusionarie, nate però nella sua testa.
Per esempio: prima afferma che io «ho evitato... ragionamenti lombrosiani tra misure del cranio e attività politica», poi afferma che secondo me «i gerarchi democristiani non somigliano ai compagni del duce ma addirittura a quelli di Hitler». Dunque, se prima evito un'analisi fisionomica e poi adopero un confronto fisionomico, sono in contraddizione. La realtà è questa: per me è importante il linguaggio del corpo e del comportamento perché è un linguaggio che equivale a un altro: anzi, spesse volte, è moto più sincero. Quindi ho «letto» le facce del film di Naldini e le facce reali che oggi mi circondano come fossero discorsi: ne ho fatto un confronto che è risultato, per esempio, negativo per i dirigenti democristiani attuali, rispetto ai ridicoli e arcaici servi del duce. Non ho detto, però, che sono tali «dirigenti» ad avere un «soma» o un «sema» nazista. Questa è un'altra confusione del Casalegno. Ho detto che sono i giovani fascisti di oggi a essere in realtà nazisti.
Altro esempio: Casalegno mi attribuisce «una recentissima dottrina sulla perennità del fascismo». Concetto banale che poteva risfoderare soltanto lui, visto che tutti lo pensano, e l'hanno sempre pensato, che in Italia c'è una componente fascista «perenne». La mia «recentissima dottrina» dice invece esattamente il contrario: dice cioè che il fascismo è finito (e quindi l'antifascismo è vanificato) perché lo sostituisce qualcosa di peggio: il potere consumistico e la sua ideologia edonistica.
Infatti, Casalegno stesso mi fa poi dire che «quello era un fascismo arcaico, che ormai appartiene all'archeologia e non alla politica». Ci vuole una bella sfacciataggine ad attribuirmi insieme, questa affermazione e l'altra sulla perennità del fascismo.
La realtà è che Casalegno non può accettare la responsabilità della dc nell'avere introdotto in Italia lo «sviluppo» del capitalismo consumistico, il peggiore di tutti i fascismi, gettando a mare tutte le antiche strutture che non possono non essere care a un conformista come Casalegno: democrazia formale, Chiesa, famiglia, costume perbenistico, culturame eccetera.
Quanto all'affermazione di Casalegno su una mia «nostalgia di un passato anche tinto di nero», sia ben chiaro: se egli osa ripetere qualcosa di simile, prendo il treno, salgo a Torino e passo alle vie di fatto.
Pier Paolo Pasolini
Nessun commento:
Posta un commento