"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pier Paolo Pasolini
da "L’aigle",“L’uomo bianco o Totò al circo” (1965-1966)
Uccellacci e uccellini
Le sequenze mostrano un domatore francese, monsieur Courneau (Totò), nel tentativo di addomesticare un'aquila. Ovviamente è un tentativo inutile al punto che lo stesso monsieur Courneau (Totò), alla fine, sarà lui a trasformarsi in un uccello.
18 ARENA DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
L’aquila è sul suo trampolo in mezzo all’arena del “Grand Cirque de France”. Le scalinate intorno sono vuote, ma l’arena è piena di tutto ciò di cui il circo è fiero: bestie e pagliacci. Ogni bestia e ogni pagliaccio nella sua gabbia. M. Courneau guarda l’aquila, conciliante e sereno.
M. COURNEAU – Ecco, questi sono i tuoi fratelli!
Descrizioni rapide di bestie e di pagliacci dentro le loro gabbie.
M. COURNEAU – Voglio dimostrarti come essi abbiano accettato di entrare in rapporto con l’uomo bianco civile, e come esso ha costituito per essi l’unico possibile modello di vita, voilà!
Si avvicina a una gabbia, dove in un cartello è scritto COCCODRILLO DEL CONGO.
M. COURNEAU – (all’aquila) Ti prego di prestare attenzione. (al coccodrillo del Congo) Monsieur le Crocodile du Congo. (parla in francese)
Didascalia: Qual è il più grande desiderio della vostra vita?
COCCODRILLO DEL CONGO – (parla in francese)
Didascalia: Ma naturalmente, studiare a Bruxelles e ottenere il baccalaureato!
M. COURNEAU – (all’aquila, intenzionale) Il baccalaureato, hai capito?
M. Courneau si avvicina ora alla gabbia con dentro una scimmia, col cartello SCIMPANZÈ DEL RUANDA.
M. COURNEAU – Monsieur le Chimpansé du Ruanda. (parla in francese)
Didascalia: Qual è la vostra speranza?
SCIMPANZÈ DEL RUANDA – (parla in francese)
Didascalia: Andare a lavorare in una miniera a Lille, guadagnare dei soldi e aprire una sala di “coiffeur”.
Cartello: PITONE DELLE AMAZZONI.
M. COURNEAU – Et vous, Monsieur le Python?
PITONE – (parla in francese)
Didascalia: Oh, io! Andare a Parigi, nella bottega di un grande sarto, Christian Dior, Courrèges…
Cartello: JENA DEL SAHARA.
M. COURNEAU – Et vous, Madame la Hyène du Sahara?
JENA – (parla in francese)
Didascalia: Andare a Roma, e fare del giornalismo!
Cartello: LEONE D’ALGERIA… Ma il leone non c’è: la gabbia è vuota. M. Courneau ha compiuto distrattamente una gaffe.
M. COURNEAU – Ehm… ehm…
Cartello : CAMMELLO DEL GHANA.
M. COURNEAU – Et vous, monsieur le Chameau du Ghana?
CAMMELLO – (parla in francese)
Didascalia: Conoscere tutta la grande cultura europea, da Marx a Lévi-Strauss, e andare a insegnarla nella capitale del mio paese!
Cartello: PAGLIACCIO MEDITERRANEO.
M. COURNEAU – Et vous, s’il vous plaît, Monsieur le Pantin Méditerranéen?
PAGLIACCIO MEDITERRANEO – (parla in francese)
Didascalia: Ballare la Pirimpella-pirimpà, la nostra danza nazionale, davanti alla Regina d’Inghilterra!
M. Courneau si avvicina pieno di malcelata speranza all’aquila, e parla, controllandosi, con calma, con terribile calma:
M. COURNEAU – Ecco, naturalmente è chiaro che i tuoi desideri possono anche non essere così modesti. Puoi anche desiderare di venire a Parigi, a Londra, a Roma a studiare filosofia o matematiche: ma accetta il nostro mondo anche per rifiutarlo! Di’ una parola! Parla!
E l’aquila zitta.
M. COURNEAU – Parla!
E l’aquila zitta.
M. COURNEAU – (urlando come un pazzo) Parla!
E l’aquila zitta. M. Courneau è allora preso da una crisi che, evidentemente, lo trascina fuori di sé fino a renderlo momentaneamente incapace di intendere e di volere.
M. COURNEAU – Aveva ragione Hitler! Aveva ragione Hitler! Come lui bisognava fare! Con voi, razze inferiori, partigiani, zingari, pederasti, mistici! I campi di concentramento, le camere a gas, ecco quello che vi ci vuole! L’OAS, l’OAS aveva ragione! Le torture, per farvi parlare! L’OAS, l’OAS! Bisognava strapparvi le unghie, bruciarvi i testicoli con le scariche elettriche, bestie! L’OAS, l’OAS!
E urlando selvaggiamente queste parole, cade a terra, svenuto, forse colpito da infarto, smaniando, lamentandosi, rantolando. Monique lo raccoglie tra le braccia, guardando ora con disperazione lui, ora con rabbia da Medea l’aquila. Che tace. Anche Ninetto si butta sul corpo selvaggiamente sussultante del suo principale, e gli fa aria, gli da schiaffetti, impressionato e un po’ commosso. Infine, trascinato da un irresistibile moto di sentimenti, rivolto all’aquila, da uomo a uomo:
NINETTO – E ‘namo, e daje! Essi brava, fa’ ‘sto sforzo! Che, lo voi fa morì, ‘sto poraccio? Ma non te fa pena? Ammazzete, quanto sei!
E si richina sul suo principale fuori di sé. Ma ecco che, stridente e potente, si alza fuori campo una voce.
VOCE DELL’AQUILA – Volete proprio sapere quello che faccio?
I tre, fulminati, si voltano verso di lei. M. Courneau si rialza a sedere guardandola come si guarda una divinità.
L’AQUILA – Prego!
Dissolvenza.
19 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
L’aquila, di nuovo muta. Eppure in qualche modo, per aver parlato, meno inattaccabile. Il suo occhio ha qualcosa di umano. M. Courneau – con accanto Ninetto e forse Monique – è davanti a lei. Ma in lui c’è qualcosa di cambiato. Intanto non è più sontuosamente vestito da domatore: ma è vestito umilmente di scuro, con un colletto bianco aperto, il che gli toglie ufficialità, e gli dà un’aria raccolta – la stessa di certi preti “moderni”.
M. COURNEAU – Ho capito, tra il mondo della civiltà occidentale e il tuo mondo… il Terzo Mondo… c’è di mezzo la religione… Che io non posso concepire, ma devo farlo… E forse… forse… forse… forse… forse… forse…
E’ seduto, e ha in mano un libro. Si trova nel momento di raccoglimento che assume chi sta per leggere qualcosa di importante: e poi, come certi attori, a testa e occhi bassi, e a voce spenta, dice l’autore e il titolo di ciò che sta per leggere: Pascal, Pensées.
M. COURNEAU – (testo di Pascal)
Letta la prima frase, egli dà un’occhiata all’aquila, piena di speranza. L’aquila è là muta (ma misteriosamente meno disumana): e Ninetto, lui, si è già addormentato.
M. COURNEAU – (va avanti col testo di Pascal)
Un’altra occhiata all’aquila. Ninetto che russa.
M. COURNEAU – (legge una terza frase di Pascal)
Mentre legge, da lontano lontano comincia a echeggiare un dolce e profondo commento musicale […] Prime note sommesse – poi sempre più forti – di un brano della Passione secondo San Giovanni. M. Courneau continua a leggere, ma i suoi occhi vedono…
20 MONTI DELL’AQUILA
Esterno. Giorno.
Una immagine o due, fugaci, quasi inafferrabili, di solitudini desertiche, montane. Motivo della Passione secondo San Giovanni, che subito dilegua.
21 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Svanita subito la visione delle solitudini, dei regni dell’aquila, M. Courneau è lì che continua a leggere.
M. COURNEAU – (continua la lettura di Pascal)
Ninetto dorme pacifico, sbragato su una sedia. Anche l’aquila ripone il capo sotto l’ala.
Dissolvenza.
22 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
L’aquila. M. Courneau davanti a lei, con un altro libro in mano. Egli si rivolge alla bestia come intimidito, come con la paura trepidante di sbagliare con lei ancora un volta.
M. COURNEAU – Ho pensato… ho pensato… che il testo di Pascal forse era troppo specialistico… (vergognandosi) un po’ noioso… vecchio… Ho qui un’altra cosa… (esibisce timidamente il nuovo libro) non è un testo religioso vero e proprio… è poesia… e perciò a suo modo religiosa… (legge il titolo del libro) Rimbaud, Une saison en enfer.
Ninetto piomba addormentato sulla sedia, e si abbandona a un dolce sonno.
M. COURNEAU – (legge versi di Rimbaud)
E sbircia l’aquila assonnata
M. COURNEAU – (legge versi di Rimbaud)
Come il giorno prima, la musica risorge, remota: e gli occhi di M. Courneau vedono…
23 MONTI DELL’AQUILA
Esterno. Giorno.
Nuove immagini di solitudini deserte e eccelse. Ma stavolta indugiano un po’ a lungo, prima di scomparire. E c’è un movimento verso di esse, come un movimento di volo… Lieve risuona il motivo della Passione secondo San Giovanni. Poi, nell’atto di essere attinte dal volo, le solitudini dei regni dell’aquila, scompaiono.
24 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
M. Courneau, sparita la visione, continua a leggere un attimo, poi… rialza gli occhi verso l’aquila e, come se fosse per la prima volta, la guarda. L’aquila. Ninetto, che mangia dei bruscolini. M. Courneau che “osserva” l’aquila, come rapito, come preso da una morsa interiore, da un inizio di trance. Si scuote e ricomincia a leggere…
M. COURNEAU – (legge alcune parole di Rimbaud)
Ma si interrompe subito: e ricomincia a osservare, a studiare l’aquila, con tanta attenzione che, meccanicamente, assume la sua posizione, si potrebbe dire la sua espressione. Si riscuote ancora una volta, ricomincia a leggere.
M. COURNEAU – (legge versi di Rimbaud)
Ninetto mastica bruscolini, cullato dai versi incomprensibili. Ma, di nuovo, la voce di Courneau tace. M. Courneau ora è muto, davanti all’aquila, e la osserva attentamente, in uno status di raptus. Ninetto a sua volta guarda a lungo, interrogativo, M. Courneau, che non si muove. Allora Ninetto, un po’ imbarazzato, allunga verso M. Courneau il pacchetto dei bruscolini.
NINETTO – Che, volete du’ bruscolini, messiè Courneau?
Dissolvenza.
25 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
Questa volta M. Courneau è ancora più rassegnato e intimidito. Agisce quasi in uno stato meccanico di inerzia e di dissociazione. Parla all’aquila (che è sempre là, di nuovo ineluttabilmente muta) con voce monotona e quasi spenta.
M. COURNEAU – Ho pensato… che un testo religioso più attuale… di carattere insieme ufficiale e autentico…
Ninetto piomba addormentato.
M. COURNEAU – Insomma, ti interesserebbe di più… (legge il titolo) Pacem in terris.
Ninetto dorme saporitamente, mentre M. Courneau legge l’enciclica.
M. COURNEAU – (legge le prime parole dell’enciclica)
Ecco le lontane, fioche note della Passione secondo san Giovanni, e gli occhi di M. Courneau vedono…
26 MONTI DELL’AQUILA
Questa volta il volo è spiccato. Il punto di vista è da un elicottero che vola tra le montagne, e ora si avventa ora plana, ora scende ora sale senza fine. Musica della Passione secondo san Giovanni. Le immagini “viste da chi sta volando” sono stavolta lunghe e insistenti, come una visione che non si estingua, ma, alimentata dall’ebbrezza, si modifichi senza fine. E deserti pietrosi, nevi, cieli, immensità disabitate, si susseguono davanti agli occhi del volante, assetato di misteriose solitudini, di regni non umani. La musica del passo della Passione secondo san Giovanni ora risuona fortissima, potente, esaltante. Quando, dolcemente, le immagini dei mondi solitari e preumani si stingono, ecco M. Courneau…
27 SACRARIO DEL “GRAND CIRQUE”
Interno. Giorno.
…che guarda l’aquila esaltato. Il libro gli cade di mano: ed egli si mette appollaiato sullo schienale della sedia, nella stessa identica posizione dell’aquila, in una specie di rapita “imitatio aquilae”. Ninetto, anche stavolta, ridestato di soprassalto dal silenzio, apre gli occhi, e si trova davanti a quella insospettata immagine. Un po’ spaventato, un po’ divertito dalla straordinaria situazione, balza in piedi, strillando da svociarsi.
NINETTO – Madame Monique! Madame Monique! Venite a vede che sta a ffà vostro marito!
[…] Sopravviene Monique, che, già da tempo gelida col marito condannato all’insuccesso, ora lo osserva oggettivamente, con distacco. Mentre lei osserva M. Courneau, Ninetto snocciola le sue povere osservazioni, un po’ commosso per lo stato del suo principale, un po’ divertito:
NINETTO – Lo vedete come s’è messo?… Me sa tanto che ce vo’ er dottore… Me pare de coccio, nun se move pe’ niente… Ma che sta a ffà er fachiro? Me mette ‘na paura a me. Che, nun fate niente, voi, nun je dite niente?
Monique che ha capito tutto risponde con una sola parola:
MONIQUE – Merde!
Ma di scatto M. Courneau scende dalla sedia, e come un allucinato corre fuori dal Sacrario. Ninetto, tra pietoso e divertito, lo segue […] Sempre correndo e agitando ogni tanto le braccia come ali, M. Courneau fende la folla della stazione, verso i treni. E Ninetto, sfiatato che non gliela fa più, lo segue fedele […] Il treno accelerato corre lasciandosi indietro Roma, verso i monti. Sul tetto di un vagone, inalterabile, irriducibile, inattingibile, sta appollaiato M. Courneau […] Siamo in mezzo alle solitudini silenziose ed eccelse dei regni dell’aquila. M. Courneau viene correndo, in fondo alla vallata, ai piedi dei monti nevosi […] si ferma, si raccoglie, e agitando le braccia come ali, spicca il volo […].
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