"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
L'Unità, 22 agosto 1964 |
Pasolini sulla morte di Togliatti
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Il 21 agosto, muore Palmiro Togliatti e il 22 agosto, sulle pagine dell'Unità, Pasolini scrive:
Non posso veramente dire in poche parole
quello che significa per me la morte di Togliatti. Vuol dire la fine e il principio di un'epoca, la conferma e la delusione di una ideologia, la nostalgia e la stanchezza del passato, la riscoperta e là noia del futuro, la dimostrazione di ciò che non importa dimostrare.
quello che significa per me la morte di Togliatti. Vuol dire la fine e il principio di un'epoca, la conferma e la delusione di una ideologia, la nostalgia e la stanchezza del passato, la riscoperta e là noia del futuro, la dimostrazione di ciò che non importa dimostrare.
Se n'è andato dopo aver sempre vinto e non avere mai vinto: amaramente, in fondo, benché con, l'idea cosi radicata del giusto e del bene che può avere solo un trionfatore. E amaramente gli diciamo addio, noi destinati a un'epoca che forse nessuno più di lui avrebbe potuto razionalmente dominare.
L'Unità, 22 agosto 1964 - pag. 9
(Trascrizione dell'art.,
curata da Bruno Esposito)
22 agosto 1964 - pagina 9 |
Il testo che segue, è tratto da:
Pasolini su Pasolini
Conversazioni con Jon Halliday
Uccellacci e uccellini
H. – Ma prenda la morte di Togliatti, ad esempio, che ha una grossa parte nel film: non ha segnato un grosso cambiamento nella vita italiana, per quanto mi è dato capire.
P. – No, di per sé no, ma è stata il simbolo di un cambiamento. Un’epoca storica, l’epoca della Resistenza, delle grandi speranze nel comunismo, della lotta di classe, è finita. Quello che abbiamo adesso è il boom economico, lo stato del benessere, e l’industrializzazione, che usa il Sud come riserva di manodopera a buon mercato e incomincia perfino a industrializzarlo. Vi è stato un vero cambiamento che ha coinciso grosso modo con la morte di Togliatti. È stata una semplice coincidenza, da un punto di vista cronologico, ma per me andava bene come simbolo.
H. – In quel contesto, tuttavia, la cosa più importante è il distacco fra le generazioni, perché il comunismo della Resistenza e l’antifascismo in particolare sono qualcosa che è stato tenuto in vita artificialmente dalla vecchia generazione del Partito: l’antifascismo è qualcosa che costoro avrebbero dovuto superare.
P. – Sono d’accordo con lei: il sentimento della Resistenza e della lotta di classe è alquanto sopravvissuto a se stesso, ma questa è cosa che riguarda il Comitato Centrale e la dirigenza del Partito Comunista, cioè un particolare gruppo; mentre Totò e Ninetto rappresentano la massa di italiani che è estranea a tutto questo: gli italiani ingenui che ci stanno attorno, che non sono coinvolti nella storia, che stanno solo acquisendo un primissimo iota di coscienza; è quello che accade quando i due incontrano il marxismo, sotto le sembianze del corvo.
H. – Però subito dopo i funerali di Togliatti incontrano la ragazza lungo la strada: cioè, una volta finito il comunismo (o tramontata quest’epoca), subito loro se ne vanno con una donna.
P. – No, non è proprio così. La donna rappresenta la vitalità. Le cose muoiono e noi ne proviamo dolore, ma poi la vitalità ritorna: ecco che cosa rappresenta la donna. In realtà, la storia di Togliatti non finisce qui, perché dopo che loro sono stati via con la donna ricompare il corvo. I due compiono un atto di cannibalismo, quello che i cattolici chiamano comunione: ingoiano il corpo di Togliatti (ossia dei marxisti) e lo assimilano; dopo averlo assimilato proseguono per la loro strada, così che anche se uno non sa dove la strada porta, è ovvio che hanno assimilato il marxismo.
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