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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

lunedì 11 gennaio 2021

L'oriente di Pasolini - IL MIO LUNGO VIAGGIO

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Le immagini sono di Roberto Villa
Roberto Villa ha donato il suo archivio alla Cinteca di Bologna.
 
 


IL MIO LUNGO VIAGGIO

È stato il mio tentativo più ambizioso, quello che mi è costato più attenzione formale e impegno stilistico. È facile il film politico-ideologico. Assai più difficile è fare il film puro, ricercare la pura affabulazione come nei classici, tenendosi fuori dalle ideologie ma evitando al tempo stesso di cedere all'evasione. Più di un elemento ideologico è nascosto in questi miei tre film: il principale è la nostalgia di quel passato che ho cercato di ricreare sullo schermo. Visti dall'interno, visti da me, devo dire che questi miei ultimi film, i film della Trilogia della vita costituiscono per me un'esperienza affascinante. L'enorme maggioranza dei racconti delle Mille e una notte consistono in un viaggio. Quando il racconto è talmente breve da non consentire la possibilità della descrizione di un vero e proprio viaggio, allora si tratta di un aneddoto successo a un viaggiatore: e quindi, anche se il racconto è tutto lì, in quel crocevia, in quel mercato, siamo comunque in un "altrove‟. I viaggi delle Mille e una notte sono sempre l'effetto di un'iniziale anomalia del destino. Tutto è normale: il destino è normalità: ed ecco che succede la cosa inaspettata: il destino si „manifesta‟ improvvisamente in modo anormale. Si tratta di una forma parzialmente dissacrata e, in genere, scherzosa, di ierofania. La normalità è così interrotta dall'intervento del Dio (o del suo Meccanismo, il Destino), e alla prima anomalia ecco che ne segue un'altra. Nasce una catena di anomalie. E questa catena si dispone poi narrativamente secondo lo schema del viaggio, ossia lo schema della conoscenza e della conquista dell'‟altrove‟. L'eroe è destinato a ritornare; e a ritornare, per la precisione, alla normalità. Però ci ritorna evidentemente diverso. La sua scoperta dell'‟altrove‟ è stata una forma di iniziazione. Anche il mio film Il fiore delle Mille e una notte è un lungo viaggio, e l'eroe (o gli eroi) sia pure molto passivamente, hanno il passo eroico di chi si sottopone a una grande prova. Lo schema strutturale del „viaggio‟ era anche lo schema di Uccellacci e uccellini; e, se si vuole, anche lo schema del Vangelo (il viaggio verso Gerusalemme): tanto che, infatti, tutto realmente comincia con l'inizio del viaggio di Cristo ("Cristo alla sua prima uscita sembrava un pittore che per la prima volta nella storia della pittura andasse a dipingere "au plein air", mi ha detto Roberto Longhi a proposito di questa scena del Vangelo: e queste sue parole me le tengo chiuse e care in fondo al cuore come un inestimabile tesoro). Ora, finite le Mille e una notte sono incerto tra due progetti: il San Paolo, e un film sull'Ideologia. Il San Paolo significa i "viaggi‟ di San Paolo: sarà dunque anche questo un film di viaggi. Ma per San Paolo l'iniziazione è già avvenuta, fulminea: egli è nato per la seconda volta, cioè è veramente nato, sulla strada di Damasco (in viaggio!). I viaggi successivi sono viaggi organizzativi, o elettorali, o catechistici. Perciò sono viaggi antipatici. Il mio film su San Paolo è infatti un film contro la Chiesa (fondata da San Paolo, non dal buon San Pietro). Ai viaggi di San Paolo prete si contrappone l'immobilità del San Paolo santo. Il film è dunque anche la rappresentazione di una dissociazione: netta fino alla schizofrenia. Da una parte il fondatore della Chiesa, forte, vitale, sicuro di sé, fanatico (e quindi odioso), e dall'altra l'umile creatura "rapita al Terzo Cielo", malata, debole, tormentata dal problema di Dio. Ma anche l'altro progetto, quello sull'Ideologia, è la storia di un grande viaggio. Una cometa (l'Ideologia) trascina dietro a sé un Re Magio, il quale seguendola, viaggia a lungo, facendo dunque esperienza dell'intera realtà, da un "altrove‟ all'altro. Napoli, Roma, Milano, Parigi: che sono metafore, però, di altre città, archetipe. Non so, ripeto, quale dei due film farò per primo. Sostanzialmente però, so appunto che rappresenterò dei viaggi: proprio adesso che giunto verso la conclusione dei miei viaggi, non sono nello stato d'animo, certo, di chi ricorda, né, per la verità, di chi ha imparato qualcosa. 

Pier Paolo Pasolini
"Tempo illustrato", 31 maggio 1974





Tratto dal volume pubblicato in occasione della mostra L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte nelle fotografie di Roberto Villa 26 maggio - 7 ottobre 2011, Sala Espositiva Cineteca di Bologna a cura di Roberto Chiesi
© 2011 Edizioni Cineteca di Bologna via Riva di Reno 72 40122 Bologna
Le immagini, per gentile concessione di Roberto Villa
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@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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