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Biografia, lavori in corso - a breve anche il 1974 e il 1975

lunedì 17 febbraio 2014

Teorema, recensione di Vincenzo Patanè

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


pasolini-pischedda
 
 
Teorema, recensione di Vincenzo Patanè
Edito originariamente in "A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995).

Teorema fu a suo tempo fonte di scandalo e di inesauribili polemiche, sfociate addirittura in un processo al regista. A distanza di quasi trent'anni, di questa forza scandalosa rimane poco o nulla, ed il film appare forse un po' datato, legato com'è a concezioni marxiste-cattoliche che hanno perso un po' della loro forza.
E' comunque un film magnifico e seducente che, dietro la sua simbologia ed al di là di qualche difficoltà di lettura puntuale, si offre invece chiaramente nel suo significato globale, proprio come un teorema scaturisce logicamente da un'indefettibile dimostrazione matematica.
Pasolini si interroga sulla condizione umana e sulla sua improrogabile esigenza d'assoluto e di sacro (simboleggiati dalla grandezza epica del deserto). Sotto accusa è la borghesia al potere, che si ciba di un freddo materialismo e di stantie, repressive convenzioni sociali che distraggono l'uomo dai veri valori. Il silenzioso ospite è un dio, un Eros capace di offrire l'amore, la verità e l'autenticità ad un mondo falso, che ha smarrito se stesso.
A compiere il miracolo è il sesso, a cui - è questo l'affermazione più significativa - si attribuisce un'eccezionale carica rivoluzionaria. E' attraverso il sesso che i personaggi, posseduti uno dopo l'altro dall'ospite-angelo, scoprono la propria vera essenza, tranne Emilia, l'unica ad essere imbevuta di quella sana cultura contadina esaltata da Pasolini. Per tutti non ci sarà però via di ritorno, perché la vita, senza l'assoluto, è svuotata di ogni significato ed esige la distruzione di tutti i valori precedenti: per questo Paolo si disfà di tutto, del danaro come degli abiti.
Tutto il film trasuda una palpabile sensibilità omosessuale, a cominciare dal flessuoso corpo, a volte nudo (praticamente il primo nudo maschile del cinema italiano) e dagli sguardi ineffabili dell'affascinante Terence Stamp, che è il magnete che attira le brame di tutti. Ma anche le scene di sesso, mai esplicite ma allusive, di Stamp col giovane Pietro e con Paolo, lungo il fiume brumoso, sono suggestive, fissate con discrezione da una macchina da presa diretta splendidamente che non fa rimpiangere il limitato uso della parola.



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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