"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Un eros esistenziale e poetico che diviene progetto rivoluzionario
Di Maria Vittoria Chiarelli
Pasolini compie il suo primo viaggio in India nel 1961 in compagnia di Alberto Moravia ed Elsa Morante. Un Paese immenso che pullula di gente che dondola dolcemente il capo e che sembra dire sempre di sì, annuendo con mitezza. Eppure quel Paese, dopo la liberazione dal dominio coloniale inglese si chiede come affrontare nuove sfide, nel delicato passaggio da un'economia rurale ad una nuova svolta industriale che avrebbe determinato una scissione profonda tra una cultura millenaria e il nuovo corso che rischiava di occidentalizzarsi e di relegare ai margini la tradizione religiosa, pur connotata da una profonda divisione castale, ormai alla resa dei conti con un processo faticoso di democratizzazione che, già negli anni Sessanta, ravvisava nell'avvenire industriale l'unica strada possibile per superare la miseria sottoproletaria e l'arretratezza atavica delle campagne. Pasolini difende le forme antiche di una civiltà la cui religione consiste tutta in una serie di gesti pragmatici innocenti rivelando tutta la mitezza dello spirito della gente che li compie , come il rito della combustione dei morti , al cui calore i vivi si riscaldano traendone forza e rassegnazione insieme, in un anelito alla vita che si invera in un eterno sorriso di sacrificio, in cui si acquieta il dolore, rivivendo il ciclo dell'armonia universale senza fine. Già allora, in quel primo viaggio nella terra dell' "altrove", nella quale l' "odore" è diventato parola, l'espressione dei volti e i gesti ritmi poetici di un incedere rassegnato, ma autentico, disvelatori di ancestrali misteri divini, costituiscono una dimensione sacra che doveva essere salvata ad ogni costo, prima che gli ingranaggi di un sistema globale di dominio neocapitalistico potessero dissipare la luce che da quei roghi si riverberava nelle acque del Gange.