"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
'Porno Teo Kolossal':
il film mancato di Pasolini con Eduardo
Trattamento di Pier Paolo Pasolini e Sergio Citti (1975)
In un nastro registrato poco prima di morire l' intellettuale racconta il film che non riusci' a realizzare L' ultimo Pasolini: cerco il Messia in un mondo malato
La voce registrata dell' autore spiega la pellicola che progettava dopo "Salo", tra re magi e dissoluzione Il remagio De Filippo visita cosi' Sodoma (la Roma degli anni ' 50), Gomorra (la Milano del neocapitalismo), Numanzia (Parigi assediata dai nazi - fascisti).
La Roma del dopoguerra, moderna Sodoma in cui l' unico amore consentito e' quello omosessuale (a capo dei governanti, una donna: Pasolini pensava a Silvana Mangano). La Milano degli anni Settanta e delle bombe e' Gomorra, che proibisce l' omosessualita' ; popolata da maschi scatenati che violentano le donne e assaltano banche e negozi. Infine, gli abitanti di Parigi (ribattezzata Numanzia, la citta' - martire della Spagna che resisteva ai Romani), stremati dall' assedio nazista, decideranno di suicidarsi.
Settantacinque pagine di trattamento spedite a Eduardo, l´impegno solenne per un percorso comune da intraprendere, spezzato però dall´omicidio di Ostia, nella notte tra sabato 1 e domenica 2 novembre. Eduardo va in tv e definisce Pasolini un amico
«angelico».
Di lui dice di aver amato
«la sincerità, la libertà assoluta del suo pensiero, la lucidità nell´analisi sociale, la ribellione all´ipocrisia e alla falsità».
Si becca lettere anonime di protesta, eppure poco dopo invia a "Paese Sera" una delicata poesia, un ultimo omaggio, com´era sua abitudine per la scomparsa di ogni persona cara.
La spalliera di Cristo
Pier Paolo
di Eduardo De Filippo
Non li toccate
quei diciotto sassi...
che fanno aiuola
con a capo issata
la ‹‹spalliera›› di Cristo.
I fiori,
sì,
quando saranno secchi,
quelli toglieteli,
ma la ‹‹spalliera››,
povera e sovrana,
e quei diciotto irregolari sassi,
messi a difesa
di una voce altissima,
non li togliete più!
Penserà il vento
a levigarli,
per addolcirne
gli angoli pungenti;
penserà il sole
a renderli cocenti,
arroventati
come il suo pensiero;
cadrà la pioggia
e li farà lucenti,
come la luce
delle sue parole;
penserà la ‹‹spalliera››
a darci ancora
la fede e la speranza
in Cristo povero.
[1975]
«Pasolini vedeva nell´attore la maschera vivente di Napoli». Un calco vivente dell´ultima città dialettale, la sola a resistere all´omologazione linguistica che la televisione stava imponendo. È lui Epifanio, il re magio che parte per l´Oriente seguendo una cometa apparsa su Napoli. "Porno-Teo-Kolossal" comincia così, o meglio così sarebbe cominciato, con Ninetto Davoli nel ruolo di Nunzio, compagno di viaggio di Eduardo. Un viaggio allegorico e surreale, visionario come un quadro di Bosch, l´altra faccia del tragitto compiuto da Totò in Uccellacci e uccellini: la fine del marxismo, e ora la venuta del Salvatore.
Ma nelle 75 pagine inviate da Pasolini a Eduardo, c´era spazio anche per la sua vis comica, a cui erano affidati alcuni momenti pensati per alleggerire l´andamento drammatico del film. Canzoni, smorfie mimate, battute con un altro personaggio napoletano, misterioso e onnipresente, ambulante a Sodoma, mercante d´armi a Gomorra, cuoco fascista a Numanzia, autista a Ur: un uomo che offre più volte la sua protezione al dolce Epifanio, ma che si rivela alla fine il ladro del presepe d´oro.
Con Eduardo, Pasolini aveva già lavorato nel ´61, chiedendo agli attori della compagnia De Filippo di doppiare i napoletani di Accattone. Una seconda volta non c´è stata mai.
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